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Ad aprire la puntata sarà Luca Laurenti, accompagnato dal regista della trasmissione che da sfegatato batterista tenterà un’impresa molto ardua: suonare la batteria per la sigla speciale di Laurenti “That’s life”, controllando contemporaneamente gli stacchi di regia.
Bonolis ripercorre la storia della canzone “My Way” che ha segnato fortemente la carriera di Frank Sinatra alla fine degli anni Sessanta, divenendo il suo cavallo di battaglia proprio quando il cantante si trovava in un momento di difficoltà. Il testo è stato scritto da Paul Anka sulle note di “Comme d’habitude”. La ripropone sul palco Tony Hadley.
La prossima cantante è una rock star, una donna da sempre arrabbiata con qualcuno “fin da piccola”, come sottolinea lei stessa. Sul palco arriva Loredana Bertè, accompagnata da Noemi.
Paolo Bonolis si sofferma sulla vita sentimentale della Bertè, che ha sempre fatto a pugni con la vita “nel vero senso della parola – specifica la cantante – ho sfasciato camere d’albergo”, il suo cruccio da sempre sono invece i figli “Mi sono sposata sperando di averne ma poi non è successo perchè il mio ex marito (Bjorn Borg) non li voleva”. Le due protagoniste hanno scelto un brano del 1954, “Hurt”, nella versione di Roy Hamilton. Il brano è stato interpretato anche da Fausto Leali con il titolo “A chi”.
Il prossimo artista è Arturo Brachetti, il trasformista ci racconta l’inizio della sua carriera nel 1979, quando lasciata l’Italia per Parigi in cerca di fortuna, ha scoperto di essere l’unico trasformista nel paese.
Assistiamo ad una breve performance sulle note di Cabaret Paris.
Con emozione Bonolis presenta il prossimo ospite: “è il più grande bassista di sempre”, sul palco arriva Marcus Miller. Il compositore improvvisa alcuni brani che riesce a reinterpretare utilizzando solo il suo strumento. Ma la canzone portata da Marcus Miller è una dedica a Bonolis, si tratta infatti di uno dei brani preferiti del conduttore che presta la sua voce a “Stand by me” dei Beatles.
Prima del prossimo ospite Bonolis gioca con l’orchestra, raccontando una storia e chiamando uno ad uno i 64 elementi guidati dal maestro Diego Basso.
Tra gli applausi del pubblico, soprattutto giovanile, entrano i The Kolors con “My Sharona”. Bonolis scava un po’ nel passato del gruppo, “E’ vero che per comprarvi gli strumenti spacciavate mozzarelle di bufala negli uffici postali?”,
e Stash conferma, sorridendo anche del proprio nome che in Inghilterra significa “nascondiglio per la droga”.
In un monologo il conduttore ricorda i tempi della Disco Music e ballando sulle note di “Stayin’ alive” arriva anche John Travolta, protagonista del film “La febbre del sabato sera”. E’ il momento di conoscere meglio la passione per la musica di Travolta, che rivela: “Tutti i successi musicali dei Bee Gees che ritroviamo nel film La febbre del sabato sera, sono stati composti in un weekend”.
E sulle note di Grease arriva Lorella Cuccarini nei panni di Olivia Newton-John. L’ultimo omaggio è rivolto a Sacco e Vanzetti, due immigrati italiani uccisi in America.
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Fede e J-Ax riempiono lo studio con “Domani smetto”.
Dopo l’adrenalina dei due rapper italiani è il momento di un altro ospite internazionale, dallo studio 5 riascoltiamo la voce di Anastacia che durante la seconda puntata aveva proposto “I don’t wanna miss a thing”.
Riascoltiamo anche Simon le Bon, il cantante leader della band Duran Duran, che durante la prima puntata aveva proposto invece In a broken dream. Siamo nella fase della puntata in cui vengono ripercorsi i momenti migliori delle puntate precedenti. Ritroviamo anche Morgan e Depardieu, seguiti da Manuel Agnelli con “The long and Winding road” ed Elisa con “Halleluiah”.
E’ il momento dei saluti, Bonolis ringrazia chi lo ha accompagnato in questo breve viaggio. E così come è iniziata si conclude questa esperienza musicale, con un inno alla musica di John Miles che accompagna il pubblico sulle note di “Music”.