Narrato dalla voce fuori campo di Gerry Scotti e commentato da Vasco in un’intervista esclusiva con Giorgio Verdelli, il film-concerto sarà un viaggio a ritroso dallo smontaggio del palco alle prove che hanno preceduto il primo spettacolo.
Seguiamo insieme la diretta
“Io non suono uno strumento, suono lo stadio”
L’ultima performance è stata Albachiara, “Le mie canzoni sono provocazioni ed Albachiara è stata la prima”. Albachiara infatti uscì negli anni 80 e trattava un tema taboo: la masturbazione femminile. Dopo il gran finale c’è tutto ciò che non si vede, il settimo giorno, il riposo del guerriero. Un grande concerto è fatto di persone, gente che monta, sistema, organizza.
“Il mio mestiere porta gioia a differenza di tutti quelli che impongono la tristezza.”
Interviene l’attore Luca Zingaretti, seguito da Alessandro Borghese che afferma :” Per me San Siro è lo stadio di Vasco Rossi.”
E adesso ecco che arriva l’inizio con Qui si fa la storia.
Il settimo giorno, dopo sei sold out, è il giorno della quiete. “Una volta il silenzio mi faceva paura” dice Vasco “adesso invece lo ricerco perchè in lui ho scoperto un’altra dimensione.”
“Io credo che Vasco sia come la verità che si tramanda di padre in figlio” sono le parole di Ermal Meta davanti alla telecamera.
“Ma oggi dov’è la verità?” si chiede Vasco.
Interviene ora Fiorella Mannoia: “Vasco quando ascolti i suoi dischi ti piace, ma lo capisci solo quando lo vedi sul palco.”
Giorgio Verdelli chiede: -Ma tu sei un po’ stupito di essere arrivato fino qua?-
-Certo che si, io ho fatto la gavetta negli stadi, quando ho iniziato io non credevo di arrivare a tutta questa gente, io pensavo di avere un pubblico di nicchia. Siamo solo noi nasce così, perchè mia madre mi diceva sempre “sei solo tu”-
Luca Zingaretti racconta un anedotto particolarmente dolce. Lui e Luisa, mentre lei era al nono mese di gravidanza sono andati al concerto di Vasco e questo è il primo evento che hanno condiviso tutti e tre insieme.
Prossimo brano è Vivere, la canzone è nata quasi per caso, da un improvvisato e ripetuto accordo di Massimo Riva, suo chitarrista, amico e complice.
“Io non sono un mito, sono un uomo, chiaro?” Vasco Rossi è sempre stato un irriverente, un mai contento, mai quieto ce lo racconta la mamma nella sua casa a Zocca.
Tra le prime canzoni di Vasco c’è La nostra relazione del 1978. “É un attimo che le relazioni cominciano e finiscono.”
“Io sono cresciuto con mamma, zia, tatà” principalmente tutte donne, forse per questo spesso riesco a far uscire nelle canzoni le mie parti più femminili.
La Mannoia ricorda quando al Vota Voce del 1998 cantò Sally insieme a Vasco Rossi. “Ad esibizione conclusa mi ha presso la faccia e mi ha stampato un bacio in bocca.”
“Io ero convinto di morire da giovane. Vado al massimo è anche questo. Ero l’espressione di una parte di giovani come me, come i trapper di oggi, loro raccontano la realtà e i ragazzi ci si rivedono.”
Achille Lauro ricorda quando da quattordicenne insieme a suo fratello, in una macchina scassata, ascoltavano Vasco. “Per me Vasco è una religione” dice il trapper.
Fabrizio Moro ha iniziato a cantare per lui. Suo papà infatti vendeva il merchandising fuori dagli stadi e lui vedendo gli occhi delle persone che uscivano di lì, si è fatto regalare una chitarra per fare quella cosa lì.
“Io dico quello che penso, che sento, se non vado bene bisogna che mi facciate fuori.”
“Io quando salgo sul palco devo essere tranquillo, perchè è il mio momento.”
Nei concerti di Vasco insieme a lui c’è il pubblico che si è moltiplicato nel tempo. Da una combriccola si è trasformato in un popolo. Chiambretti dice: – la sua forza è stata unire le generazioni, il figlio, il padre, il nonno-.
“Non si cambia con il successo, non ti rende più sicuro, solo più consapevole.”
1990, lo Stadio era lo stesso, Vasco all’epoca era solo una voce fuori dal coro, che univa tutti. Il primo San Siro l’ho aperto con Uomini.
“Quando vai a un concerto di Vasco, guardi due spettacoli, lui e la sua folla”. Il pubblico di Vasco lo ama infinitamente perchè lui ha un forte rapporto con i fan. A sessant’anni e passa cura personalmente le sue pagine social ed è l’artista più cercato e seguito sul web. Il social media manager elenca quanti video vengono ricondivisi da lui.
Le canzoni di Vasco hanno un sotto testo d’ironia che scavalca le barriere e i confini. Il direttore creativo parla della grafica del concerto, ciò che voleva realizzare era una continuità tra Vasco dello schermo e Vasco sul palco.
“Vasco è vero, è autentico, va dentro la vita che palpita.” dice Zingaretti.
“Io sono andato sul palco per comunicare, Vasco è la gente che lo ascolta.”
Stimato anche da tanti artisti internazionali, come i Metallica, che lo hanno omaggiato in un loro concerto.
L’Italia lo ama, Vasco è Vasco, chiunque si può rivede in una sua canzone. É raro trovare un altro artista con un’empatia tale verso il suo pubblico. “La sua diversità lo ha reso un’ icona” dice Ghali.
“La storia è cominciata da Punto Radio e lì mi sentivo già arrivato.”
Vasco Rossi ha riempito circa 250 volte gli stadi, di cui 29 a San Siro, nella speranza di vedere la trentesima. Assomusica lo ha nominato “il re degli stadi“.
IO SONO ANCORA QUA, EH GIÀ.