Vi segnaliamo alcuni dei servizi in onda:
Marco Maisano si occupa degli ultimi sviluppi relativi al caso di Emma, una bambina che sei anni fa, quando aveva appena 21 mesi, fu rapita dal padre Mohamed Kharat. La piccola fu allontanata dalla madre Alice e portata dall’Italia in Siria. Nel novembre 2013, le Iene si erano recate, una prima volta, al confine tra Turchia e Siria per parlare con il padre, ma, nonostante le promesse dell’uomo che si era inizialmente detto disponibile ad un incontro con la ex compagna, la madre aveva continuato a non avere notizie né della bambina né del marito. Gli inviati avevano allora cercato di rintracciarlo una seconda volta e, grazie all’aiuto di un mediatore, erano riusciti a far incontrare l’uomo con Alice, ma, anche in questa caso, Mohamed aveva poi fatto perdere le sue tracce.
Lo scorso novembre, Marco Maisano si è recato nuovamente in Turchia dove, tramite uno stratagemma, aveva incontrato Mohamed. L’inviato aveva tentato invano di convincerlo a rivelare dove si trovasse la bambina e, successivamente, aveva chiamato la polizia turca e avvisato l’Interpol poiché sull’uomo pendeva una condanna emessa dal Tribunale di Monza a dieci anni per sequestro di persona e sottrazione di minore. Dopo essere stato arrestato, Kharat ha trascorso gli ultimi mesi in detenzione prima in Turchia e poi in Grecia. Pochi giorni fa, Kharat è stato estradato in Italia, dove si trova attualmente. La Iena ripercorre la vicenda e segue passo dopo passo, insieme alle forze dell’ordine, il trasferimento dell’uomo dall’aeroporto di Atene fino a Fiumicino e, infine, al carcere.
Viareggio. 29 giugno 2009, ore 23:48. Il treno merci 50325 Trecate-Gricignano, con un convoglio di quattordici carri cisterna contenenti gpl, entra nella stazione di Viareggio e, presumibilmente a causa del cedimento del carrello del primo carro, deraglia. In seguito all’urto, la cisterna ancora in corsa si perfora e, facendo uscire il gas, esplode. Nel giro di pochi secondi, l’incendio ingloba case e strade intorno alla stazione. Quella notte persero la vita 32 persone. Dopo 8 anni e 140 udienze, lo scorso 31 gennaio, il tribunale di Lucca ha stabilito le prime condanne per la strage di Viareggio. Giulio Golia ripercorre i luoghi della tragedia e intervista i famigliari delle vittime di quel drammatico incidente.
Muslim ban e muro al confine tra Stati Uniti e Messico: la politica anti-immigrazione di Donald Trump ha suscitato moltissime polemiche. In Europa, però, di barriere di separazione tra Stati ne esistono già. Nell’estate 2015, in risposta all’ondata migratoria, ad esempio, per ordine del governo ungherese di Viktor Orban è stato eretto un muro di rete metallica e filo spinato che separa Ungheria e Serbia. Il reportage di Gaetano Pecoraro racconta dell’operato dei cosiddetti “cacciatori di migranti”, una squadra privata paramilitare creata da László Toroczkai, sindaco di estrema destra di Ásotthalom, centro abitato del sud dell’Ungheria. Il compito di questo gruppo armato è quello di appoggiare l’esercito ungherese nel presidiare il confine, respingendo i profughi per lo più provenienti da Afghanistan, Pakistan e Siria.
La Iena raccoglie le testimonianze dei migranti che da mesi vivono nelle prossimità del muro tra fame, gelo e precarie condizioni igieniche e sanitarie. Secondo alcune associazioni per i diritti umani e i racconti degli stessi migranti, inoltre, alcuni di loro subirebbero maltrattamenti nei loro disperati tentativi di oltrepassare la frontiera ungherese. L’inviato intervista quindi László Toroczkai, tra i primi a lanciare l’idea del muro, e uno dei suoi paramilitari.