Nell’esordio di sette giorni fa si erano avvicendati Elena Santarelli e Cristiano Malgioglio, a segnare da subito un cambiamento rispetto all’edizione 2018: quest’anno saranno intervistati anche gli uomini.
Non disturbare si è affacciato nei palinsesti Rai la scorsa estate, convincendo per format e risultati. Il set nella stanza d’albergo contribuisce a generare un’aura di intimità nella quale far sbirciare lo smartphone o aprire la propria valigia fittizia – i due espedienti attraverso cui concedersi al pubblico, alla base del programma – appare una concessione da permettere in totale relax. Un modo per sbilanciarsi, confessare piccoli grandi segreti e raccontare particolari inediti della propria vita professionale e personale.
Seguiamo insieme la diretta della seconda puntata di Non disturbare.
La prima intervista è della serata è quella Paola Barale.
In hotel dice di portare tanti oggetti apparentemente inutili – come un dinosauro finto – ma che le servono per sentirsi a casa.
Poi, parla del suo rammarico di non ricordare i sogni (o incubi) che fa, perché ne fa di molto strani, come quello in cui viene sbranata da una tigre. Inoltre, spiega di avere sempre meno pazienza, una cosa che non le piace.
Subito dopo, consegna lo smartphone a Paola Perego per permetterle di curiosare. La conduttrice indugia soprattuto sui messaggi da parte degli uomini. La Barale spiega che ce ne sono molti anche perché è reduce dai festeggiamenti – per la verità con pochi intimi – per il suo 52esimo compleanno. Una festa in un altopiano roccioso, lontano dalla movida e raggiungibile solo a piedi.
Qual è il suo tipo? Preferibilmente un po’ schivo, purché non sia un finto tenebroso, per scelta ‘tattica’ più che per essenza.
Dopo l’apertura della valigia – con gli indumenti e gli unguenti per la cura personale – arriva il momento di “Advisor”.
È il momento in cui l’ospite deve dare un voto ad una serie di luoghi che gli vengono proposti. Fossano (Cuneo) è il luogo in cui è nata Paola Barale, che concede un bell’8.
Segue Milano (voto 10), la città del lavoro. La Barale racconta di come sia arrivata nel capoluogo lombardo come sosia di Madonna, un lavoro che non le piaceva ma che le consentiva di guadagnare fino ad un milione di lire a serata. Anche perché effettivamente all’epoca c’era un’effettiva somiglianza con la popostar americana.
C’è spazio anche per gli aneddoti legati a Mike Bongiorno, per cui la Barale ha lavorato come valletta per 7 anni. Un’esperienza conclusa in modo brusco, racconta, perché Mike Bongiorno ci rimase male quando gli disse che avrebbe lasciato.
Al 9 per l’Australia – per via di un periodo personale molto sereno – segue un voto oltre il 10 per il Sudafrica. “Erano quattro anni che ero lontano dalla tv ed avevo bisogno di andare lontano”, dice riferendosi al lavoro come inviata de La Talpa, condotta proprio da Paola Perego.
Fuori scala Ibiza, l’isola su cui, di fatto, vive e che le regala tranquillità e ispirazione, oltre alle feste e agli incontri.
Subito dopo parla della fine del suo amore con Raz Degan. Confessa che non avrebbe mai voluto la fine della loro relazione perché lo amava senza riserve.
La seconda intervista della serata è quella all’ex- calciatore Totò Schillaci.
Dalle esperienze in nazionale con il legame con Roberto Baggio, al racconto delle prime volte che si allontanò da casa per trovare la sua strada.
Proprio alle partenze è legato un aneddoto: la madre assillava Schillaci affinché indossasse sempre le maglia della salute e lui ne porta sempre una in valigia, anche se non la indossa.
Sempre nel bagaglio c’è pure la maglia che Diego Armando Maradona gli regalò alla fine di una partita, insieme all’immancabile scacciapensieri siciliano (che però non è che sappia suonare bene).
Sullo smartphone del campione non c’è molto da curiosare, visto che dice di usarlo solo per lo stretto necessario e si tiene alla larga dai social network.
Pare ci siano, però, delle canzoni. E non manca la scontatissima “Notti magice”.
Poi ci sono in numeri di telefono, tra cui quello di Andrea Carnevale, ex marito di Paola Perego. Schillaci e Carnevale sono stati in camera insieme durante i raduni della Nazionale e il protagonista di Italia ’90 decide di chiamarlo, per qualche ricordo in compagnia della ex-moglie. La Perego prova simpaticamente a carpire qualche segreto risalente all’epoca, con scarsi risultati.
Il servizio in camera porta delle arance. La Perego chiede a Schillaci di palleggiare con le arance prima di raccontare delle squadre con cui ha giocato. Messina, Juventus (squadra dei suoi sogni, da cui fu allontanato in seguito alla separazione con la moglie; “C’erano delle regole quasi militari che dovevamo rispettare per essere considerati protagonisti e io in quel periodo avevo la testa altrove”, spiega), Inter, poi i 4 anni in Giappone.
L’intervista si chiude con la riproposizione dell’espressione con cui si rivolse all’arbitro per chiedere uno dei calci di rigore decisivi ad Italia ’90.
La seconda puntata di Non disturbare finisce qui.
Format che si conferma efficace nel creare un’atmosfera rilassata e intima, ideale per interviste simili a delle confessioni come quelle volute da Paola Perego. Ma fin troppo impostato (e in alcune fasi prevedibile) per poter andare fino in fondo e regalare curiosità nuove sui protagonisti. La seconda puntata, insomma, ha regalato due incontri piacevoli e tutto sommato interessanti, eppure ridondanti e scontati in alcuni passaggi.
L’appuntamento con la terza puntata di Non disturbare è per martedì prossimo, quando saranno ospiti Rita Dalla Chiesa e Guillermo Mariotto.