Tra i servizi della puntata, vi segnaliamo:
– Da qualche anno in tutte le grandi città italiane aprono sempre più ristoranti che offrono la cosiddetta formula “all you can eat”, dove, sia a pranzo che a cena, è possibile mangiare senza limiti spendendo un esiguo prezzo fisso. La maggior parte di questi esercizi serve cibo giapponese, tra cui il sushi. È possibile consumare pesce crudo fresco e spendere solo poche decine di euro? Nuova inchiesta di Nadia Toffa sulla sicurezza alimentare che, con l’aiuto di un esperto “sushi man”, si reca in alcuni di questi ristoranti a Milano per valutare, tramite un primo impatto visivo, olfattivo, gustativo e tattile, la qualità del cibo offerto. Successivamente, l’inviata decide di far analizzare alcuni campioni di pesce prelevati all’interno di otto “all you can eat” milanesi per testare il loro stato igienico-sanitario. Tre di questi riportano risultati discretamente soddisfacenti, mentre negli altri cinque casi viene riscontrata un’elevata presenza di batteri all’interno del pesce, da escherichia coli a stafilococco. Secondo questo esame, se nel sushi di prestigiosi e rinomati ristoranti giapponesi il valore di riferimento dei batteri si colloca a 100, nei campioni dei cinque “all you can eat” risultati negativi, i parametri arrivano fino a 860.000. In due casi è stata anche rilevata la presenza di istamina, una sostanza che può provocare addirittura il soffocamento in individui particolarmente allergici.
Infine, la Iena incontra il famoso chef di origine nipponiche e brasiliane Ricardo Takamitsu che fornisce un vademecum per riconoscere il sushi fresco.
– La scorsa settimana Gaetano Pecoraro si è recato a Chioggia, dove sta per essere ultimata la costruzione di un impianto di stoccaggio GPL per riscaldare l’intero Nord Italia. Si tratta di tre cisterne, pari a 9.000 m³ di gas, che si collocano a circa 250 metri dal centro storico della cittadina che, come tutta la laguna veneta, è patrimonio dell’UNESCO. La messa in opera dell’impianto, sia per impatto urbanistico che per il rischio di incidente rilevante, ha suscitato le proteste del paese, tanto da far sorgere il “Comitato NO GPL”. Inoltre, ai microfoni delle Iene i cittadini hanno espresso le proprie rimostranze per essere stati tenuti all’oscuro dell’intero progetto fino alla sua realizzazione. Ma pare che a non essere informata sia stata anche la Commissione per la Salvaguardia di Venezia, ente riconosciuto dalla legge nazionale a cui è affidato il compito di valutare ogni minimo intervento che interessi la laguna. Chi ha approvato il progetto?
Il vicesindaco di Chioggia, Marco Veronese, ha reso noto che – dopo la messa in onda del servizio – il Ministero dello sviluppo economico (Mise) si è espresso in merito alla questione, precisando che sarebbe dovuto essere l’ente locale, il Comune o la Regione, a indicare al Ministero stesso di convocare la Commissione di Salvaguardia di Venezia per un parere.
La Iena torna dal governatore del Veneto Luca Zaia, il quale aveva precedentemente dichiarato di non essere al corrente della vicenda. Raggiunge, inoltre, l’attuale sindaco di Chioggia Alessandro Ferro e si reca nuovamente dall’ex sindaco Giuseppe Casson. Per avere maggiori delucidazioni, infine, l’inviato intervista anche Gian Michele Gambato, il Presidente di A.S.PO., Azienda Speciale che ha come obiettivo quello di promuovere attività nell’interesse generale del Porto di Chioggia.
– Reportage di Marco Maisano che documenta con immagini esclusive la «guerra alla droga» attuata dal Presidente delle Filippine Rodrigo Duterte. A partire dal suo insediamento, avvenuto lo scorso giugno, è stata, infatti, implementata nel Paese una politica di tolleranza zero nei confronti di consumatori e spacciatori di stupefacenti. Sembrano essere migliaia i filippini che hanno perso la vita durante le esecuzioni extragiudiziali perpetrate dai cosiddetti “squadroni della morte”. Si stimerebbero, infatti, dai 5 ai 10 morti ogni giorno. La Iena mostra cosa accade in una notte a Manila, seguendo passo dopo passo le operazioni compiute da un uomo incaricato di recuperare e, successivamente, portare in obitorio i corpi delle vittime di questa «guerra alla droga». L’inviato, inoltre, approfondisce la piaga della shaboo, la droga più consumata nelle Filippine, e raccoglie le testimonianze di chi ne fa uso quotidianamente.