{module 176}
La puntata si apre con una rivisitazione dell’inno nazionale, dedicato ai furbetti d’Italia. Parte quindi il monologo di Crozza, che ironizza sul testo dell’inno di Mameli: “Ma siam pronti alla morte, di chi? Loro combattevano coi Borboni, noi no. Poi l’Italia chiamò: ma chi tirisponde? Non trovi nessuno che ti risponde, nemmeno nei centralini degli ospedali”.
Il monologo si sposta presto sull’attualità stretta: i furbetti dell’ospedale di Napoli, il Consip in cui, al contrario della struttura sanitaria, si lavora tantissimo. L’indagine sul caso Consip viene spiegata con tanto di infografica e colonna sonora da Hitchock: “ciò che è certo è che si sta usando il caso per sgretolare l’immagine di Renzi”, specie Emiliano.
E naturalmente Crozza si trasforma in Michele Emiliano. Un presidente della Puglia che vuole molto bene a Renzi, però lo contraddice appena può: pure sui vaccini.
Tutti vogliono fare il leader del centrosinistra, dice Crozza una volta rimessa la giacca: “Ci sono più aspiranti leader che elettori”. Ma cosa c’è di sinistra, nei nostri governi? Il comico passa ad ilustrare le varie contraddizioni: si taglia l’assistenza ai disabili, ma si spende un milione e mezzo di euro per ogni volo di Stato.
Va ora in scena il Tg3 Linea Notte, con il comico che raddoppia: diventa sia il conduttore Mannoni che l’ospite collegato Rampini. Poco dopo è anche Giovanan Botteri da New York. Argomento del talk sarebbe la povertà, ma gli interlocutori hanno un aperitivo al Momma.
Dopo il break pubblicitario, torna Maligno Belpietro con il suo programma che “dice pane al pane, negro al negro”: “Se lo potete vedere, è perché un rumeno non vi ha ancora fregato il televisore”. Parte il talk: gli immigrati hanno rubato i segnali stradali, così la gente non può più nemmeno attraversare la strada. Come s enon bastasse, mangiano pure le bucce: così gli itlaiani poveri non possono rovistare nei cassonetti.
Il sindaco di Rovigo, da cui il finto inviato di Dalle nostre parti è collegato, non ha preso bene la parodia della puntata d’esordio. Per questo motivo Crozza, anche stasera, ha scelto nuovamente Rovigo. Già che c’è, risponde a Bergamini che non capisce gli sketch: dato che il sindaco della città veneta accusa il comico di avere una macchina da 200mila euro. Il comico risponde: Chi lo aveva fotografato vicino a un’auto prestatagli dal concessionario, non basta stare vicino a qualcosa per esserne proprietario. Sullo schemro compare la foto di Renzi a fianco al carretto di gelati.
Prossima imitazione, Marchionne. L’imprenditore sposterà la produzione della Fiat in Polonia, cercando di spiegare quanto l’auto consumi qui in Italia.
Poco dopo, ecco Napalm 51. Il complottista che lotta contro “i radical chic della Nasa”, perché sennò poi vengono gli alieni e ci rubano il lavoro. Il suo sogno era fare l’astronauta, solo che bisognava aver frequentato scuole elementari e medie: un complotto della “lobby dei sapientoni”. Per non parlare della Merkel, che si fa cucire i tailleur su misura per sembrare “figa”.
Napalm ha studiato da attore: non con le scuole mainstream, ma con un corso via Skype. Sei lezioni a 1200 euro, per non farsi fregare da chi ammazza la creatività altrui.
La puntata si conclude qui: dato che subito dopo è previsto Cucine da incubo, Crozza immagina Cannavacciuolo che lo rimprovera per lo sforo. I titoli di coda scorrono con le immagini delle prove. Appuntamento a venerdì prossimo.