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Si comincia con Marco Maisano: Quello che i tassisti non dicono. Il servizio parte da quello della puntata precedente, in cui si spiegava come i tassisti evadano, dato che sono gestiti da un’associazione di categoria che li indirizza in tal senso: nel servizio inoltre, veniva sottolineato come i tassisti si rifiutassero di usare il pos per non dover tracciare i propri introiti. Le fatture cartacee rilasciate infatti, non hanno alcuna valenza fiscale.
Maisano raccoglie la testimonianza di uno di loro, che gli svela come la categoria possa calcolare le tasse evadendo ampiamente e senza incappare in alcun problema legale. Per dare voce alla controparte, la iena va alla stazione taxi dietro la stazione centrale di Milano: l’accoglienza però è piuttosto violenza, dato che i tassisti accusano Maisano di averli “sputtanati”. Nessuno si offre di rilasciare dichiarazioni per difendere la categoria, limitandosi a urla e insulti che finiscono anche in colluttazioni.
Liza Boschin si occupa di un caso macabro: Chi ha torturato il gatto della signora Giovanna? Si tratta di un episodio da film horror: un gattino trovato scuoiato vivo, al punto che Giovanna l’ha dovuto sopprimere. La signora racconta di aver ricevuto delle minacce del vicino, arrabbaito perché il gatto gli lasciava le impronte sulla macchina. La Boschin contatto uno psichiatra, per farsi spiegare che tipo di profilo psicologico può avere chi commette una simile crudeltà: il dottore le risponde che quelle stesse modalità possono essere applicate ancora, per riprovare le medesime sensazioni. Il rischio insomma, è che una mente tanto malata possa avere come obiettivo anche l’uomo.
La Boschin cerca di parlare con il vicino della signora Giovanna, il quale però si nega. Nel cortile non risponde nessuno, nonostante le violenze sugli animali siano piuttosto frequenti: Giovanna infatti, racconta che in zona gli animali non vengono abbattuti in maniera civile ma sadica.
L’appello della signora è affinché ci si renda conto che le conseguenze possono essere ben più gravi, se c’è una psiche tanto malata in giro.
Nina Palmieri conosce Maria Pia, a cui nel 1994 è stato trapinatato il fegato del piccolo Nicholas Green: Vivere nel corpo degli altri. Il caso è noto: il bambino americano era stato ferito durante un tentativo di rapina sulla Salerno-Reggio Calabria, e i genitori avevano scelto di donarne gli organi. Da quel momento, in Italia si sviluppò una nuova sensibilità sulla donazione degli organi.
Il figlio di Maria Pia si chiama Nicholas, proprio come il bambino di cui custodisce il fegato come uno scrigno.
Insieme a Nina Palmieri e i figli, la donna va a Milano ad incontrare il signor Green: l’uomo infatti, studioso, viaggia spessissimo per tenere convegni e ogni tanto incontra pure le persone che sono vive grazie a quella donazione. ricordando quanto Nicholas fosse felice di venire in Italia, il padre afferma che la vita del suo piccolo non è stata inutile.
Nadia Toffa ci parla di genitorialità surrogata, recentemente riconosciuta a una coppia omosessuale dal Tribunale di Trento: Madri surrogate: contronatura o progresso? La Toffa è volata in una clinica americana per capire come funziona: contrariamente a quanto si possa pensare, le coppie etero con problemi di fertilità sono la metà dei richiedenti, oltre a coppie omosessuali e single.
Le madri surrogate vengono selezionate tramite agenzia, non senza essere seguite psicologicamente perché capiscano il proprio ruolo di donatrici. Megan ad esempio, a cui erano state diagnosticate difficoltà a portare avanti gravidanze, è stata spinta dalla sua storia personale: ora ha concepito due figli per altre coppie, oltre ai suoi. Megan non è l’unica madre surrogata incontrata dalla giornalista: Kendra ad esempio, sostiene che anche un trapianto di cuore è “contronatura”, eppure non lo consideriamo tale.
Il costo per una coppia che vuole avere un figlio surrogato, è tra i 100mila e i 140mila dollari. La Toffa parla con una psicoterapeuta, e incontra anche una coppia etero che ha avuto la figlia da un’altra mamma dopo tre anni di tentativi andati a vuoto. Durante la gravidanza, spiega la donna, è difficile rendersi conto di non essere in grado; poi però, dopo averla tanto cercata, vedere che c’è un’altra persona disposta a far nascere la propria figlia, diventa miracoloso.
La terapeuta spiega che la surrogazione non è ancora culturalmente accettata: paradossalmente, viene considerato più normale un figlio concepito ubriachi in discoteca, rispetto a uno tanto cercato.
Giulio Golia torna su una polemica nata dall’insulto del Sindaco di Cantù: “Napoli è una fogna”. Subissato di insulti dopo la sua più che discutibile esternazione su Facebook, il sindaco di Cantù ammette a Golia di aver scritto una stupidaggine. Gli abitanti del paese non condividono l’affermazione su Napoli come “fogna”, tra un cittadino particolarmente agitato.
Sebastian Gazzarrini scatta foto con i vip mentre l’app “Appanculo” li insulta: tocca a Max Biaggi, Valeria Marini, Michele Zarrillo, Syria, il Divino Otelma, Flavia Vento, Arisa.
Matteo Viviani racconta storie di persone dimeticate dallo Stato: Vittime che pagano per i loro carnefici. William è stato sfregiato con l’acido dall’ormai ex fidanzata Elena: perseguitato, seguito passo passo per otto mesi, alla fine è stato aggredito con un “liquido nero” che era acido sulforico. Rimasto solo in mezzo alla strada con i vestiti che gli si scioglievano addosso, è riuscito a non svenire; anzi, ha suonato alla porta di un’amica che poi ha chiamato i soccorsi.
Rimasto senza capelli né orecchie, con un solo occhio a vedere, di William vengono mostrate le immagini con il corpo letteralmente bruciato: il ragazzo si trova chiuso in casa da cinque anni, sia per la vergogna che perché la luce solare gli causa ulteriori problemi. Intanto Elena era incinta del nuovo fidanzato, ragion per cui si trova ai domicliari: in più, essendosi dichiarata nullatenente, non risarcisce i soldi che a William servirebbero per curarsi.
La moglie di Pietro Baccagni, colpito da quattro ladri introdottisi in casa e morto dopo 11 giorni di coma, è testimone di un’altra storia di vittime senza risarcimento: i quattro delinquenti sono insolventi.
Dal 2004 la Comunità Europea chiede di istituire un fondo ad hoc per le vittime di violenze simili, ma il nostro Paese non si è ancora adeguato alla disposizione.
C’è poi la mamma di Monia, la cui figlia è stata strozzata dal ragazzo. Il finale è lo stesso: nessun risarcimento nonostante il giudice lo avesse disposto. Infine Andrea, figlio di Ermanno ucciso dal piccone del killer Kabobo, e il capotreno aggredito con un’ascia a Milano.
Gaetano Pecoraro è stato in Argentina: Le schiave della prostituzione. Il giornalista ha fatto un viaggio nella tratta delle schiave della prostituzione: Sandra, la prima donna che incontra, gli racconta che è stata la madre a venderla al primo cliente. Aveva appena otto anni, e da lì sono andati avanti più di 30 anni da incubo. Soltanto a Buenos Aires si stimano un migliaio di bordelli; mentre dalla strada non si nota niente: la tratta è illegale, però la polizia non si oppone al sistema.
Le ragazze come Sandra vengono poi vendute: l’Onu stima che in Argentina abbia incassi pari a quello del narcotraffico. Molte ragazze, solitamente finite nel giro della prostituzione internazionale tra i 15 e i 17 anni, vengono trovate morte; altre scompaiono. Margherita, la cui figlia è morta, ha reso casa sua un luogo per aiutare le donne coinvolte nella tratta: ci porta Pecoraro, am chiedendogli di spegnere la telecamera per non riprendere il percorso.
È in uno degli alloggi dell’associazione di Margherita, che l’inviato incontra due donne scappate: una portata fuori dal Paese col pretesto di un lavoro da babysitter, l’altra invece gli racconta perversioni dei clienti, obbligo di assumere droghe, costrizione ad avere rapporti pure nei giorni del ciclo.
La polizia connivente, spesso cliente delle stesse prostitute, non si dimostra tempestiva nel raccogliere le denunce di scomparse: le vittime spesso vengono rapite in maniera coatta, minacciate con le armi. Attraverso un complice che si infiltra in un bordello, viene mostrato l’interno di un postribolo. Appartatosi con una ragazza, l’infiltrato ottiene delle confessioni: controllata a vista, gli svela di un telefono in comune che viene costantemente controllato. Nei giorni successivi, la ragazza non si vede più: Pecoraro allora, denuncia la scomparsa alla polizia.
Filippo Roma si occupa della presentazione della lista candidati del Movimento 5 Stelle a Roma: C’è un falso nella candidatura del sindaco Raggi? Ancora una volta, le firme dei candidati sono al centro dell’indagine di Filippo Roma, stavolta però non siamo in Sicilia bensì nella capitale. L’irregolarità è evidente: autenticate il 20 aprile scorso, le firme per le liste sono state raccolte il 23 aprile.
Puntualmente, le affermazioni del delegato dei 5 Stelle vengono smentite da esperti in diritto, nonché dalle testimonianze di altri esponenti politici.
Dopo essersi fatta negare dall’ufficio stampa, Roma raggiunge la Raggi in vacanza sulle Dolomiti: la sindaca però, sa solo rispondere di rivolgersi al delegato di lista.
Roberta Rei documenta una storia di sottrazione di minori a una donna: La mamma che diventa pornodiva. La iena incontra una donna che, visto il particolare momento, si mostra con una maschera in volto. Racconta di aver girato un filmato hard perché piena di debiti: riconoscendo la casa in cui viveva l’ex moglie, i luoghi del paese per gli esterni, il padre dei bimbi ha approfittato per rivolgersi al Tribunale dei Minori.
A detta della mamma, il film porno è stato solo il pretesto per sferrare il colpo decisivo in una lotta coniugale.
La iena allora si reca dal padre: l’uomo lancia accuse precise, parlando di prostituzione relegata non solo al video e negando di aver mai alzato un dito su di lei. Siccome entrambi gli ex coniugi sembrano avere le loro ragioni, la iena ascolta qualche compaesano: due donne parlano di una mamma stupenda, il prete del paese riporta le varie voci che circolano.
Alla fine, indagando più a fondo, l’impressione è che la mamma abbia qualcosa da nascondere. Non si arriva però a scoprire nessuna verità.
Viene ora riproposto un vecchio servizio di Viviani, che aveva smascherato un truffatore che voleva acquistare orologi di valore pagandoli con soldi falsi. Viene quindi riciclato un vecchio servizio di Paolo Calabresi su De Luca, all’epoca sindaco di Salerno con un passaggio riservato su una strada con divieto d’accesso.
Infine addirittura un servizio di Andrea Pellizzari, che aveva coinvolto alcuni ragazzi con sindrome di Down per girare gli sketch di Mr Brown.
La puntata si conclude qui, l’appuntamento è per mercoledì.
A prescindere dai riti woodoo, in ambito di prostituzione tra soggetti maggiorenni, mi domando il motivo per il quale a cadere vittime della tratta di persone a sfondo sessuale debbano essere sempre le donne straniere, mentre quelle italiane ne debbano essere quasi esenti, sia in Italia, sia all’estero ed il motivo per il quale i marciapiedi del sesso a pagamento si svuotano durante le vacanze natalizie e pasquali, per non dire di osservare le stesse professioniste con uno smartphone in mano ed anche un’autovettura a disposizione. La risposta a tutto questo è quella che la schiavitù del sesso a pagamento non è molto diffusa.