Quest’anno si esibiranno nella kermesse organizzata e promossa dalla Cgil Cisl e Uil i seguenti artisti. Ermal Meta, Francesco Gabbani, Samuel, Le luci della centrale elettrica ovvero Ex Otago, Edoardo Bennato, i Planet Funk, Brunori Sas, Bombino, Ara Malikian.
Nei prossimi giorni saranno annunciati anche i nomi degli altri partecipanti al concertone. In attesa della conferenza stampa che si terrà tradizionalmente nella sede della Rai di viale Mazzini, possiamo anticiparvi che sul palcoscenico della kermesse si esibiranno anche i vincitori del contest 1M next, un segmento speciale della kermesse che vuole dare spazio ai giovani emergenti. I 12 finalisti di questa parte speciale del concertone sono stati votati e selezionati da due speciali giurie, una di qualità ed un’altra popolare.
Si contenderanno i 3 posti a disposizione nelle finali nazionali previste proprio a Roma al Contestaccio il 21, 22 e 23 aprile. Nelle prossime ore dovremmo sapere anche quali sono i nomi dei conduttori che si alterneranno sul palcoscenico di San Giovanni in Laterano. Quest’anno c’è da sottolineare che la kermesse alternativa che si è svolta per alcuni anni a Taranto ed è stata gestita da Michele Riondino interprete del giovane Montalbano, non sarà realizzata. E’ così tornato il monopolio assoluto del concertone organizzato dai tre sindacati confederati.
Il concertone di Taranto doveva rappresentare la vera alternativa alla kermesse romana ed era densa di significati sociali legati al territorio. In una intervista rilasciata al nostro sito due anni fa, Riondino ci aveva detto:
Della questione tarantina nessuno parla in maniera approfondita e seria, quindi è evidente che i partiti politici e i gruppi sindacali continuano ad avere interesse nel mettere il silenziatore a una manifestazione che, sempre più, è fatta di voci che urlano e chiedono di essere ascoltate. Noi su quel palco gridiamo le nostre verità.
Sull’affare Ilva non si spende nessuno per spiegare all’Italia cosa stia avvenendo. Nessuno scrive nella pagine dei giornali o dice nei telegiornali del decreto che è stato approvato, rinominato proprio “decreto salva Ilva” perché non tocca minimamente la questione ambientale né quella sanitaria. Non si racconta che i lavori di bonifica saranno rispettati solo nell’80% delle richieste, mentre nel 20% mancante le modifiche agli impianti più inquinanti, che non ci sarà un registro dei tumori, che non ci sarà insomma niente di ciò che serve alla città. Nessuno ne parla perché, banalmente, sull’Ilva hanno mangiato tutti.
Non dimentichiamo che Riva ha sovvenzionato le campagne elettorali di tutti i partiti che si sono succeduti al governo.