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Il programma si apre con una sequenza di lanci di tg: in studio, un coro di hostess e piloti Alitalia, Crozza incluso, intona la storia della compagnia aerea. “Quanti cialtroni, apprifittatori, ai lavoratori la colpa si dà“, cantano: e con le immagini delle dichiarazini di Renzi, concludono “ma va a cagher!”.
Comincia dunque il monologo di Crozza: ma quante volte è fallita l’Alitalia? Vengono mostrate le foto d’epoca, eredità storica di un simbolo del Paese: “Ei fu, ora è immobile“. Tante le immagini di volti amatissimi dal pubblico davanti agli aerei: da Sofia Loren ad Alberto Sordi, in una carrellata che ripercorre la stria della compagnia. “Negli ultimi anni – prosegue il comico – sono entrati più manager che valige, e hanno sbagliato tutto: gli altri guadagnavano con i voli low cost? Noi lusso., Gli altri guadagnavano con le tratte lunghe? Noi brevi“, e gesto dell’ombrello.
Crozza ricorda il tentativo di Prodi di vendere ad Air France: purtroppo però si erano avvicinate le elezioni, perciò tornò in campo il vecchio leone per proporre la cordata. Era il tempo dell’Alitalia divisa in due, la parte buona e la bad company, i cui due miliardi di debiti erano stati pagati dai cittadini.
Nel 2015 tocca a Renzi, di cui viene riproposto il discorso: in un momento di simile importanza, lui pensava a come i suoi giochi di parole non sarebbero piaciuti a Crozza. Ora l’ipotesi è che Alitalia venga acquistata da Lufthansa, con la conseguenza di perdere 9mila posti di lavoro: “Abbiamo speso miliardi per avere 9mila licenziamenti, un affare“.
Il tempo di un breve blob sul personaggio, ed ecco Montezemolo. “Io ho fatto tanti sacrifici per salvare Alitalia. Una volta sono rimasto in ufficio fino alle 18.00“. Ma non era per motivi di lavoro: “Ero rimasto chiuso dentro“.
Crozza rientra in scena per il secondo monologo: “A me Montezemolo è simpaticissimo eh. Come maschera comica è simpaticissimo, come presidente Alitalia un po’ meno“. Si passa subito a Renzi, per dimostrare che a seconda dei leader con cui si trovava, adottava lo stesso vestiario: quando è chinato di fronte alla Merkel, con un cappotto grigio come il suo, si è palesemente “messo a Merkel”.
Ora però, Renzi ha per modello Macron: “Uno è l’enfant prodige, l’altro l’enfanfaron”. Per non parlare del confronto dei candidati alla segreteria del Pd: “C’era lo stesso entusiasmo che c’è in un ambulatorio prima del prelievo delle urine“, motivo per cui ha fatto meno ascolti di una replica di Rin Tin Tin.
Naturalmente la prossima imitazione è proprio quella di Renzi: “È dal 4 dicembre che mando giù, mando giù, e ho preso dieci chili. Va bene, venti. Ma adessomi riprendo il partito, il Paese, il potere“. Poi intona una versione di Ricominciamo rinominata Ci vendichiamo.
Dopo il break pubblicitario, il programma riparte con il segmento di Linea Notte: Mannoni si collega con Rampini per parlare di Macron e della moglie, di ben 24 anni più grande. Al conduttore non interessa il gossip, eppure si finisce proprio sugli “argomenti da salotto”. C’è pure la “Giovannona” Botteri.
Nuovo monologo di Crozza: una volta si poteva scegliere tra capitalismo e socialismo, due diverse interpretazioni del mondo. Adesso che modelli abbiamo? Flavio Briatore e Mauro Corona, usciti in contempranea con due libri dai titoli opposti, cioè Sulla ricchezza e Quasi niente. Tutti e due però, nonostante le diversità, odiano la burocrazia: partono le imitazioni dell’imprenditore e dello scrittore.
Siccome però i due, dicono le stesse cose a dispetto delle parole usate, finiscono per cantare insieme una rivisitazione di Acqua e sale.
Tocca quindi a Napalm 51, preoccupatissimo per la nuova guerra: non il conflitto tra Corea e Usa, ma la lite Selvaggia Lucarelli contro Alba Parietti. Per proteggere l’anonimato al computer, Napalm 51 indossa guanti: sennò, casomai dovesse rompersi il computer, al centro assistenza potrebbero risalire alle imprnte digitali dalla tastiera.
Per stare perennemente davanti al pc inoltre, fa a turno con la madre: un giorno la padella la usa Napalm, 51, un giorno la donna.
La puntata si conclude qui: prima di chiudere, Crozza ironizza su una recente dichiarazione di Trump, il quale si aspettava fosse più semplice fare il Presidente degli Stati Uniti. Come sempre, i titoli di coda scorrono mentre sullo schermo vengono trasmessi alcuni stralci delle prove.