Si comincia con Stefano Corti e Alessandro Onnis: L’Odissea dell’Uomo Gatto. In vista del ritorno di Sarabanda, hanno giocato uno scherzo all’ex campione, l’ Uomo Gatto, con la complicità di un redattore. Gabriele, questo il vero nome del perosnaggio, viene chiamato a Mediaset con la scusa di un progetto lavorativo in Albania: in ballo c’è l’ingaggio come conduttore per la versione albanese del game show.
A rendere particolarmente competitivo “il gatto”, il sapere che è in lizza anche Tiramisù: si tratta dell’acerrimo nemico che gli tolse il titolo dopo due anni da campione indiscusso. Purtroppo per lui però, all’aeroporto una cattiva notizia: i voli per l’Albania sono stati tutti cancellati, perciò bisognerà andare in macchina.
Le sventure iniziano ad abbattersi sull’auto: l’accompagnatore che guida sbaglia strada, la macchina si ferma e va spinta, un benzinaio (in realtà è Alessandro Onnis) lo riconosce e gli si appiccica dietro.
Arrivati a Zagabria, comincia la ricerca di un hotel per la notte: sono passate dieci ore dalla partenza. Naturalmente, tutti gli alberghi della città sono pieni: la soluzione diventa dormire in una deserta quanto buia area di sosta: mancano ancora 1823 chilometri a Tirana, e il “gattone” inizia a dare i primi segni di nervosismo.
Il mattino seguente un “losco individuo” lo riconosce: è Stefano Corti vestito da guardia della piazza, che prima però cerca di picchiarlo. Poco dopo, l’auto non riparte più: l’ Uomo Gatto chiede aiuto a dei soldati croati, notando che pure questo secondo giorno non è iniziato bene “manco pe gnente”.
A un certo punto, la troupe che viaggia con lui decide di deviare per il santuario di Medjugorje. Incredibilmente, lì ritrova Corti con la stessa identica divisa da guardia: Corti vuole a tuti i costi filmarlo, e l’altro si spazientisce.
Senza saperlo, l’Uomo Gatto si vendica la notte successiva in hotel: nessuno dei compagni di viaggio riesce a dormire, dato il suo forte russare.
Così, dopo aver proceduto a zig zag, passati per la Slovenia, Croazia e la Serbia, si entra in Montenegro. Nel frattempo, il contributo dell’Uomo Gatto alla causa sono parolacce e scorregge.
Dopo 2370 chilometri, ecco la frontiera dell’Albania. Appena passata la dogana, rimane di stucco: un manifesto annuncia la messa in onda dello show, con tanto di volti dei due possibili conduttori. Non solo: trova dei giornalisti pronti a raccogliere le sue dichiarazioni. Ma incredibilmente, ci sono pure il benzinaio sloveno e la guardia croata: due veri stalker che lo attendono sotto l’hotel, ormai a un centinaio di chilometri da Tirana. Onnis e Corti vengono bloccati dalla sicurezza, sotto lo sguardo infervorato del campione di Sarabanda.
Alla fine, l’ultimo tratto è su un camioncino con pecore a bordo: l’Uomo Gatto è disperato, vuole tornare in Italia a tutti costi. Gli viene fatto notare che non ci sono voli.
L’immagine conclusiva del servizio, è quella dell’Uomo Gatto che si allontana solitario lungo la strada con la valigia al seguito.
Al rientro in studio, Ilary Blasi ricorda che Sarabanda torna il 13 giugno.
Il secondo servizio è di Marco Maisano: Portata in Tunisia dal padre a 11 anni. Hasna e Nadia, mamma e sorella maggiore di Sabrina, raccontano come il padre della bambina l’abbia portata al suo Paese d’origine a sua insaputa: Hasna ha chiesto il divorzio e ha denunciato l’uomo per violenza domestica èoco dopo. Anche Nadia era stata rapita, ma essendo diventata maggiorenne poco dopo, è riuscita a tornare in Italia.
Maisano parte quindi per la Tunisia, dove incontra Sabrina. La ragazzina vive da tre anni chiusa i casa dei nonni materni, temendo di essere nuovamente rapita dal padre: i familiari sperano che possa riabbracciare la madre. In tutto ciò, il padre non la segue e non se ne cura: però non dà l’autorizzazione perché possa andarsene.
Il giornalista va allora da Muhamed, che sta usando la figlia per vendicarsi della moglie. Davanti a Maisano che gli dice quanto soffra Sabrina, che vorrebbe almeno tornare a scuola, Muhamed non fa che rispondere “Non me ne frega niente”; l’inviato comunque non si arrende, e va all’ambasciata italiana per denunciare la situazione.
Nina Palmieri cerca di fare chiarezza su un tema molto discusso: Vaccini si, vaccino no: lo sfogo di un medico. I vaccini. spiega un dottore, consentono di risparmiare i soldi che verrebbero spesi per curare eventuali epidemie; ci possono essere conseguenze, spiega, ma il rapporto costi/benefici è assolutamente a favore dei vaccini. Rinnega ovviamente sia la correlazione con l’autismo che il complotto della Big Pharma.
Si prosegue con Roberta Rei: Sangue infetto: strage di Stato. La iena incontra alcune persone rimaste infettate da HIV ed epatite in seguito a delle trasfusioni: in ospedale è stato iniettato loro sangue preso da donatori mercenari a rischio, importato in Italia dagli Usa senza che il plasma venisse controllato. Una prassi molto comune negli anni ’90, proprio ai tempi della pubblicità progresso che diceva “Aids: se lo conosci, lo eviti”.
Le conseguenze per queste persone sono ovviamente deleterie, dato che epatiti e HIV si portano dietro altre malattie, oltre ad incidere a livello psicologico. Le cause intentate non stanno portando a niente: lo Stato riconosce il nesso di casualità, ma non versa le cifre. In molti casi aspettando che il malato muoia mentre la vertenza legale va avanti, oppure psperando che ci si stufi di versare soldi per spese legali. Alle vittime è arrivata una lettera da parte della Lorenzin in cui si offrono 100mila euro proponendo una sorta di prescrizione.
Germano, diventato anche non vedente, dice: “È questo che mi addolora: siamo dei numeri. Noi siamo dei numeri da risarcire, ma io ho una mia dignità di persona”.
Segue un’intervista a La rapper italiana Baby K. Secondo la rapper il tormentone dell’estate sarà il singolo di Rovazzi. Poi l’intervistatore si fa dare il telefono, e tra le chat di WhatsApp scova Tiziano Ferro: naturalmente gli scrive, per poi rispondere all’inevitabile chiamata successiva.
Si prosegue con Filippo Roma: 660mila euro agli amici del governatore: tutto regolare? Siamo in Calabria, dove una “bella cricchetta” ha vinto i fondi a disposizione per il teatro: la compagna del governatore lavora proprio nel Teatro dela Ginestra, che ha vinto il bando. Gli altri partecipanti, di altri teatri e associazioni,si erano preparati all’esposto ancor prima che uscissero i risultati.
Filippo Roma raggiunge il governatore della Calabria: l’uomo risponde che niente vieta agli amici di partecipare ia bandi che vengono indetti.
Giulio Golia ha incontrato Paolo: Il ragazzo che ha ridato il gusto ai malati di Sla. Giovanissimo, ha scoperto di avere la Sla: non si è però arreso, coltivando il sogno di cucinare come chef nel ristorate del padre. Ad eseguire materialmente le sue indicazioni, il fratello Rosario. Un giorno un uomo con la sua stessa malattia, gli ha rivelato che avrebbe voluto sentire i sapori: in quel momento Paolo ha pensato a un libro di ricette da poter omogeneizzare, rivolto proprio a chi ha la sua stessa malattia. Proprio in virtù di questa idea, Obama l’ha voluto incontrare.
Paolo sta inoltre sperimentando un tampone che possa far sentire i sapori alle papille gustative: parla al presente, perché non ha tempo visto che la Sla corre velocemente. La sperimentazione avviene a Milano, dove il tampone viene sommnistrato a tre pazienti che sono a diversi stadi.
Dino Giarrusso si occupa dell’alta velocità in Val di Susa: Odissea Tav: 800milioni spesi per cosa. L’investimento necessario consentirà di risparmiare un’ora di tempo, senza contare i danni mabientali: forando la montagna, le rocce si framtumano in polveri che verranno respirate dai residenti. Inoltre, si seccheranno le sorgenti interne.
La Francia non considera più l’opera come una priorità, anche perché non si prevede un grosso incremento nel trasporto merci.
Giarrusso incontra la Appendino, che non nasconde di pensare prima ad altro: ad esempio il trasporto pubblico di Torino.
Sebastian Gazzarini testa nuovamente l’app che insulta i malcapitati a cui chiede un selfie: Raoul Cremona, Philippe Daverio, Sonia Bergamasco, Luzzato Fegiz, Oscar Farinetti, Marco Travaglio. Fassino, Boosta, Don Backy, ROberto Saviano, Don Mazzi, Mara Maionchi.
Si va avanti con Le verità del figlio di Pablo Escobar. Ora in Argentina dove lavora come architetto, l’uomo dichiara di non essere contrario a film e serie sul padre, ma di non approvare la glorificazione della sue gesta: “Io ho contattato Netflix, mi sono detto disponibile a dare informazioni, ma a loro non è interessato”. Grazie alla testimonianza di Sebastian, che ha cambiato nome circa un mese dopo l’arresto del padre, vengono ribaltate molte delle cose viste in Narcos: la nonna per esempio, descritta come dalla parte del figlio, è stata una dei principali responsabili dell’arresto di Escobar, dato che aveva rapporti con i cartelli nemici .
Sebastian racconta di un padre amorevole, ma pure di essere cresciuto pensando che uccidere fosse quotidianità: “A sette anni, mentre guardavamo il tg, diceva che questo l’aveva ucciso, quell’altro l’aveva sequestrato, la bomba l’aveva messa lui, quell’altra no”.
Nella sua città, Medellin, arrivò a edificare un intero quartiere: Pablo Escobar era amato dai civili, nonostante non si fosse mai fatto scrupolo a organizzare attentati in cui morivano proprio quei cittadini.
Escobar riuscì persino a farsi eleggere, portando avanti una campagna contro la povertà. La carriera politica sarebbe finita un anno dopo, grazie alle denunce coraggiose di politici e giornalisti: sarebbero morti tutti.
Escobar ammirava Totò Riina, da cui aveva preso esempio per fare guerra allo Stato.
Niccolò De Devitiis ha visitato un campo di calcio molto speciale: Quando il calcio rende veramene felici. La iena ha conosciuto i piccoli giocatori di una squadra interamente composta da disabili: bambini e ragazzi in carrozzina e disabilità di vario genere, mentai e fisiche, hanno uno spazio per dimenticare i problemi. Davide si scorda il “carrellino che gli rompe le palle” e che potrà togliere a 12 anni.
Viene quindi replicato il servizio di Nina Palmieri sul cane Angelo.
La puntata si conclude qui: Le Iene tornano a settembre.