I locali visitati questa sera sono: “Cascina Sant’Ambrogio” di proprietà della signora Piera, l’agriturismo “La Barcella” gestito da Massimo Oldani, “Cascina Caremma” il cui proprietario è Gabriele Corti e la “Cascina Ovi“: il proprietario è Francesco Rizzo.
Come accade oramai in ogni puntata, Alessandro Borghese si reca in uno dei quattro locali in compagnia dei proprietari degli altri tre. Qui tutti insieme saranno ospitati a cena e dovranno dare un voto complessivo non solo al locale nel quale si trovano ma anche al menu, all’accoglienza e al rapporto qualità prezzo. Alla fine ognuno dei commensali darà un giudizio, un’opinione e un voto. Ma la parola conclusiva spetta a chef Borghese che potrà anche ribaltare il risultato. Sarà infatti solo lui il giudice unico a cui tocca proclamare il ristorante vincitore di puntata.
Vediamo quali sono le caratteristiche dei quattro locali.
La Cascina Sant’Ambrogio è, come tutte le altre, nell’hinterland milanese. Si trova in particolare a Rosate a pochi chilometri dal capoluogo lombardo. La proprietaria Piera Zucca ha arredato il locale in maniera rustica e propone i piatti della tradizione. Farà di tutto per guadagnarsi il titolo di miglior ristorante della puntata. Nei pressi della cascina c’è una vecchia chiesetta sconsacrata che risale all’epoca di Federico Barbarossa. La signora ne va molto orgogliosa. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Il secondo locale è l’agriturismo “La Barcella“, gestito da Massimo Oldani non distante da Milano. Si tratta di una vecchia tenuta familiare che Alessandro Borghese visita perché, come sappiamo, è alla ricerca della miglior cascina fuori porta di Milano.
L’agriturismo “La Barcella” è un luogo intimo e familiare in cui la famiglia Oldani custodisce parte dei suoi ricordi più cari. La zona più antica della struttura è una torre del XV secolo, il resto risale al Settecento. Anche qui la cucina è tradizionale ed è legata al territorio, in prevalenza le ricette sono rivisitazioni dei grandi classici della cucina lombarda.
La “Cascina Caremma” è guidata con passione da Gabriele Corti. Qui infatti il proprietario lavora a contatto con la natura e riesce a cucinare con i prodotti del proprio orto. Gabriele racconta che la passione per la cucina è nata in tenerissima età cogliendo un pomodoro dall’orto della nonna. Oggi la cascina ha subito un ottimo restauro. L’impianto originale risale all’Ottocento ma alcune zone sono molto più antiche. La cucina a cui si ispira Gabriele è quella tradizionale ma modernizzata dal proprio estro. Tra le portate naturalmente non può mancare il risotto che Gabriele serve “alle 6 erbe del parco” che sono malva, luppolo, farinello, erba cipollina, ortica e papavero. {module Pubblicità dentro articolo 2}
La “Cascina Ovi” è gestita da Francesco Rizzo e al suo interno si respirano i profumi della Sardegna, terra del proprietario. Sulla tavola vengono proposti piatti della tradizione sarda rivisitata con la tradizione milanese in una sorta di cucina fusion. La location si trova all’interno di una vecchia cascina del 1377, “una delle più antiche della provincia di Milano” racconta Francesco Rizzo. Il proprietario ama definire il suo locale un teatro dove ogni giorno lui e i suoi collaboratori entrano in scena per soddisfare e peccati di gola degli “spettatori”. Il menu oscilla fra terra e mare con una selezione di vini contenuta nella spettacolare cantina risalente a fine 300.