{module pubblicità dentro articolo 2}
Facchinetti ricorda il premio finale di “Eccezionale veramente” e presenta la giuria, a cui si aggiunge il presidente Massimo Ferrero.
I primi a salire sul palco sono gli Aldo al quadrato, che si presentano con una rete addosso perché sono stati “ripescati”. I due impersonano due bronzi di Riace, alla ricerca di un lavoro al comune o alla regione. Numero scialbo, senza alti ne bassi. Abatantuono ha stoppato l’esibizione perché non ha gradito, solo battute e nessuna storia. Ferrero si lascia andare subito ad un “co’ sta cosa fate schifo” (riferendosi all’abito), aggiungendo che ancora non ha compreso l’utilizzo del pulsante. La Lucarelli si chiede se il cambio di registro possa aver sortito effetti positivi, Ruffini ne sottolinea la fragilità.
Ora tocca a Le mosche, un trio di comici che si presenta come “banda della magliana” e spazia dalla musica all’attualità. Battute veloci e ritmate, incalzanti e frizzanti. Complimenti dalla Lucarelli e da Ruffini, per Abatantuono “il pezzo funzionava”, Ferrero ha gradito i “tempi della commedia”.
Stefano Catoni finge di avere origini turche e racconta la sua vita privata con la moglie romana. Una donna che è costata quasi “100 cammelli”. Originale il finto dialogo tra i due, che si conclude però in maniera volgare. Per Abatantuono è buona l’idea dei contrasti, ma il numero è rimasto piatto per tutti i 3′. La Lucarelli ribadisce i momenti in cui il comico ha incespicato, per Ferrero non ci devono essere ansie da prestazione.
{module pubblicità dentro articolo}
Si ritorna dalla pubblicità.
Daniele Contu viene dalla Sardegna ed è un ventiloquo. Battute poco originali e lente, il comico non convince la giuria.
I giudici mandano a casa Marco, di cui non hanno apprezzato scelta del tema e battute.
Marco Cingolani è vestito da orso e organizza feste per bambini. La sua esibizione si focalizza sugli atteggiamenti e domande fatte dai più piccoli. Niente di eccezionale, però. Ferrero non lo prenderebbe vestito così, è “un’occasione persa” sottolinea. La Lucarelli ha gradito la chiave di lettura scelta dall’artista, ma fatto così non è nè carne nè pesce. Originale l’idea per Ruffini, ma è sbagliato il registro.
Ciro Girardi è campano, ipotizza le reazioni ad una partecipazione di matrimonio del 31 luglio. Nonostante il gradimento del pubblico, Lucarelli e Ferreri stoppano il monologo. Poco originalità per lei, temi fuori luogo per lui. Per Abatantuono il meccanismo scelto non ha funzionato, Ruffini lo salva.
La prima manche si avvia alla conclusione.
Tocca ora a Matteo Cesca, che convince a metà. Per Abatantuono si è trattato di un testo per ragazzi. Ferrero non vuole aggiungere nulla.
Tutti al casinò di Las Vegas con Flavio Furian. Il comico propone iniziative culturali e folkloristiche che si terranno presso l’esclusiva location. Una settimana ricca di impegni, che ci conclude con un omaggio al musicista Giorgio “Emorroider”. Ruffini elogia l’artista, Abatantuono rimarca la mancanza di una immaginazione cinematografica. La Lucarelli nota dei miglioramenti, per Ferrero è un uomo coraggioso.
L’ultimo di questa manche è Tiziana Martilotti, avvocato siciliano. Al centro del suo numero c’è la cosiddetta “sindrome di Peter Pan“, che la porta a comportarsi come un’eterna fanciulla. Nella buona riuscita dell’esibizione gioca sicuramente l’accento meridionale e l’espressione mimica della comica. Per la Lucarelli è stata poco “fastidiosa, non c’era niente di davvero interessante”. “Sei rimasta tutta bambina. Non andava bene”, gli rimprovera Abatantuono.
Si passa ai voti. Alla fine della seconda manche conosceremo i semifinalisti.
{module pubblicità dentro articolo}
Parte il secondo round.
Si comincia con i Bella domanda. Uno è il classico commesso alternativo, che sfodera termini in inglese, l’altro è il tradizionale cliente. Poi però i ruoli si invertono. Un dialogo che si accende e si spegne di continuo. Per la Lucarelli il numero è stato altalenante, per Abatantuono è un pezzo raffazzonato. Ruffini sottolinea l’evoluzione nei 3′, rimanendo piacevolmente coinvolto. Ferrero ha stoppato perché li ha trovati sottotono.
Davide Fabbrocino è fidanzato con una ragazza salutista ed economista. Il suo è il classico dialogo tra fidanzati, con tanto di particolari hot. Numero poco comprensibile, sinceramente. Per Abatantuono non c’è stato alcun tipo di coinvolgimento, un pezzo senza anima per la Lucarelli.
Francesca Di Cataldo simula una chiamata interminabile al C.U.P., con tanto di segreteria e proposte commerciali. Esibizione molto dinamica, ma le battute non hanno niente di innovativo. Il tema delle odissee telefoniche è stato abusato, la Lucarelli non è rimasta convinta. Per Abatantuono il pezzo faceva fatica a restare in piedi, per Ruffini non si è creata empatia.
Luigi Morelli “canta” la sua storia d’amore, ma i giudici bloccano l’esibizione. Abatantuono e Lucarelli salvano l’artista. Il presidente di giuria vuole sapere come va a finire la storia, Ferrero ribadisce che questa è una gara e non si ha bisogno di favoritismi.
Giorgio Zanetti racconta i suoi continui cambi di lavoro. Ferrero stoppa (ormai la sua è diventata quasi un’abitudine), per la Lucarelli il problema non è nel testo, ma nella “macchietta“. Meglio un monologo senza troppi fronzoli. Ruffini, invece, sottolinea l’inefficacia di alcune battute.
{module pubblicità dentro articolo}
Ultimi concorrenti in gara.
Tocca ora a Gianluca Ciardo. Il suo monologo parla dell’età e dei problemi tipici dei figli. Il comico, visibilmente emozionato, fa fatica ad ingranare. Ruffini non riesce a capire se il personaggio è vero o “è un progetto”, Abatantuono sottolinea i grandi problemi di salivazione. Ferrero ha apprezzato la sincerità, anche se le dimenticanze delle battute non sono da sottovalutare.
Mauro Tarantini simula di essere calabro-argentino, con la nonna “che non vede, non sente e non parla” poiché mafiosa. Buona parte del registro del numero, infatti, si rifà a Cosa Nostra. In effetti, si fa fatica a trovare un filo conduttore lungo tutta l’esibizione. La Lucarelli trova sbagliata la scelta del personaggio, per Abatantuono è complicato il meccanismo.
Ecco il cantautore fascista: è la volta di Marco Levi. L’artista spiega i motivi della sua scelta. Non fa ridere, non suscita alcun sentimento, un numero fuori luogo. Ruffini, che già l’altra volta aveva criticato il cantante, sottolinea la mancanza della risata. Ad “Eccezionale veramente”, infatti, si cercano comici. Per la Lucarelli non c’è stato coraggio nel pezzo: un tentativo che annoia, alla fine.
Stefano Piazza è un artista a tutto tondo. Nel suo numero vengono sottolineate tutte le cose che si fanno “con un dito”. Dal chiedere permesso alle chiacchiere da bar con i mafiosi. Testo debole per Abatantuono, per la Lucarelli non è stato efficace nonostante 20 anni di carriera.
Carla Cagnetti interpreta una Cher un po’ stanca e avanti con l’età. Al suo fianco uno pseudochirurgo improvvisa delle operazioni di lifting. Lucarelli e Ferrero bloccano l’esibizione, Ruffini elimina la concorrente.
Si passa ai voti anche per questa seconda manche.
Roberto Lipari racconta una barzelletta cercando di abbattere tutti i luoghi comuni sui siciliani. Una lezione anche di vita.
Ecco i dieci semifinalisti: Flavio Furian, Gianluca Ciardo, le Mosche, Mauro Tarantini, Stefano Catoni, i Bella Domanda, Stefano Piazza, Matteo Cesca, Francesca Di Cataldo e Marco Cingolani, ripescato da Massimo Ferrero.
La puntata termina qui. Appuntamento a venerdì prossimo.