{module Pubblicità dentro articolo 2}
Si comincia da Villa Adriana a Tivoli, uno dei 53 siti dell’Unesco d’Italia. L’imperatore Adriano la fece costruire appena eletto, con dimensioni simili a quelle della Reggia di Caserta: fu poi lui ad introdurre le zone a traffico limitato, interdicendo la circolazione ai mezzi. Il conduttore percorre Villa Adriana, non senza incrociare un attore che interpreta l’imperatore.
Dai sotterranei in cui si muovevano gli schiavi alle terme, luogo di incontro e affari, il conduttore ci permette di rivedere quello che il tempo ha cancellato grazie alla tecnologia.
Le terme di Villa Adriana erano frequentate per vari motivi: luoghi per gli esercizi ginnici, i massaggi, la sauna. Il complesso è costituito da tre terme.
Adriano decise di roganizzare la presenza nelle terme. separando gli ambienti di uomini e donne: non solo, perché ciascuno aveva il proprio orario.
Ci spostiamo ora in Francia per ammirare il ponte più alto dell’Impero: si tratta del Ponte Del Gard. Giacobbo ripercorre la via dell’acquedotto circostante: grazie ad un permesso speciale, va esattamente dove passava l’acqua, cioè esattamente sopra il ponte.
50 chilometri la lunghezza dell’acquedotto, che Giacobbo percorre cercandone ogni pertugio. La mole dell’opera è imprssionate: portava 400 metri cubi di acqua al secondo.
Siamo ora a Nimes, la cosiddetta Roma francese. Punto cruciale della città, l’anfiteatro: la struttura è perfettamente conservata, e vi si svolgono manifestazioni di vario genere: tra questa, anche la Corrida.
Segue un excursus sugli anfiteatri romani giunti fino a noi, utilizzati per dare al popolo “panem et circenses”.
Si torna ora in Italia, all’ Arena di Verona. Non esistono fonti certe su quando ne iniziò la costruzione, motivo per cui sulla struttura aleggiano numerose leggende: secondo una in particolare, dietro ci sarebbe il Diavolo.
Il conduttore si introduce all’interno: nel ‘400 una legge stabilì che le prostitute potessero esercitare solo lì, mentre nell’800 avvenne lo sgombero da coloro che vi abitavano. Proprio da quello sgombero, partì la nuova vita dell’Arena: oggi è il teatro lirico più famoso al mondo.
Naturalmente Giacobbo non perde l’occasione di visitare i sotterranei, grazie all’ennesimo “permesso speciale”.
Si rientra quindi in Italia, ancora a Villa Adriana. Viene delineata la igura di Adriano: dalla carriera nell’esercito fino all’elezione a Imperatore, avvenuta quando aveva 41 anni. Nel corso del suo impero visitò ogni angolo che ricadeva sotto il dominio di Roma, preferendo non estendere ulteriormente il territorio per poter migliorare le condizioni dei cittadini.
Ovviamente c’è un acquedotto da seguire anche qui, il cui corso viene costeggiato insieme a delle guide. In tutto erano 90 chilometri di acquedotto per arrivare a Roma: i passaggi obbligati costrinsero i costruttori a trovare delle soluzioni innovative per l’epoca.
Le visite non sono aperte al pubblico, perciò le immagini delle “vie segrete dell’acqua” sono un’esclusiva riservata alle telecamere della Rai. Le riprese sono state effettuate anche grazie a dei droni.
Giacobbo si sofferma sulla “foresta pietrificata”, originatasi quando crollò una parte della montagna.
Roberto Giacobbo non rinuncia a nessun pertugio, calandosi pure con la corda.
Riemergiamo in superficie per continuare l’esplorazione di Villa Adriana. Dalle sue esperienze in giro per il mondo, l’imperatore avrebbe portato delle idee per costruire il Teatro Marittimo: il conduttore lo intervista, in ua scenetta piuttosto discutibile.
Voliamo ora in Inghilterra, ai confini dell’Impero, per esplorare un’imponente opera di fortificazione: il Vallo di Adriano. Il muro, edificato per ragioni politiche, testimonia la presenza dei romani in Britannia.
Nemmeno il tempo di ammirare il Vallo, che Giacobbo è di nuovo in Italia: stavolta al Pantheon di Roma. L’edificio sarebbe stato restaurato da Adriano, ed è così ben conservato perché è stato sempre considerato sacro.
Si cambia drasticamente argomento: la sindrome del gemello scomparso. Gli embrioni fecondati sarebbero più di uno, ma solo uno ne nasce: il feto dunque, secondo questa teoria, soffrirebbe per questa mancanza. Alcune persone crescerebbero in uno stato di malessere dovuto a questo lutto. A tal proposito, vengono raccontate alcune storie.
Si prosegue ancora parlando de “l’inaspettato mondo dei gemelli”, unendo argomenti dal genere più disparato.
La puntata si conclude qui, appuntamento a lunedì prossimo.