Si tratta di una donna che ha custodito un ricordo molto limpido del cantante, l’unica che era in grado di stargli vicino con devozione ed alla quale lo stesso Elvis aveva affidato la chiave del suo camerino. Un privilegio di cui lei è andata sempre fiera.
Quello che per milioni di giovani donne era soltanto un sogno per Trude Forsher è invece diventato una realtà. Trude era ebrea viennese ed era stata costretta a fuggire nel 1939 dalla sua patria. Nell’agosto del 1956 Elvis Presley cominciò a girare il suo primo film “Love me tender“. E lei era al suo fianco. Da tutti veniva definita la più devota ed affidabile assistente. E divenne per il cantante un vero e proprio punto di riferimento. Ma anche tutti coloro che avvicinavano Elvis avevano fiducia in lei.
Quando morì nel 2000 il figlio ereditò la sua collezione di memorie. E così aprendo gli scatoloni dove aveva conservato tutto, ha trovato un vero e proprio tesoro musicale: il 45 giri di “Love me tender” autografato, una cartolina di auguri di Natale e la famosa chiave del cammino di Elvis che in quegli anni si era conquistato il nomignolo di “The Pelvis” per le sue audaci movenze sul palcoscenico.
Trude darà materiale a Sky Arte per ricordare Elvis Presley a 40 anni esatti dalla sua morte. Dai suoi ricordi e dai frammenti di vita raccontati è venuto fuori questo docu-film che Sky Arte presenta il 16 agosto proprio nell’anniversario della sua morte.
I telespettatori potranno ascoltare musiche e vedere immagini inedite di quello che è considerato uno dei maggiori interpreti del rock and roll, ma anche uno dei più famosi modelli della cultura popolare americana e non solo. Elvis infatti era capace di indirizzare gusti, atteggiamenti e persino il look di milione di fan.
Intorno ad Elvis gira però una leggenda: ma è davvero morto? La leggenda cominciò a circolare proprio nei giorni successivi alla morte che per qualcuno fu soltanto una messa in scena. Un uomo servendosi del falso nome che l’artista usava fuggì dalla città proprio quel 16 agosto. E poi c’è il mistero del peso della bara e l’errore grossolano sulla lapide. Qualcuno infatti sostiene che fu inserito in una sorta di programma di protezione e gli fu conferito un nuovo nome. Ciononostante il mito di Elvis continua a vivere e sicuramente per tutti i fan che lo hanno amato lui non è mai morto.