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Bisio, impegnato sul fronte del cinema,della televisione e del teatro, è conoscito come mattatore di Zelig, il programma della comicità made in Cologno Monzese di cui è stato una colonna portante. Recentemente è stato anche conduttore di Kid’s got talent su Tv8.
Il ciclo teatrale “Claudio Bisio. Risate d’autore”, su Rai5, riproporrà tre “cavalli di battaglia” della sua carriera artistica. Sabato 26 agosto alle 21.00, il primo appuntamento è con “I bambini sono di sinistra”, monologo sulla sua generazione, scritto con Michele Serra, Giorgio Teruzzi, Giorgio Gallione e Gigio Alberti, ed ispirato idealmente da Fabrizio De Andrè di cui sono tutte le canzoni dello spettacolo. Le musiche sono eseguite dal Quartetto Zelig. Lo spettacolo è stato proposto da Sky nei mesi di gennaio e febbraio 2004 ed è stato trasmesso in seconda serata da Rai Due il 2 aprile 2009
Gli altri due appuntamenti sono “Monsieur Malaussène”, in onda sabato 2 settembre, e “Grazie” in palinsesto sabato 9. Ambedue sono ispirati ai libri di Daniel Pennac.
Nello spettacolo “I bambini sono di sinistra”, si racconta un uomo dei giorni nostri, troppo giovane nel 1968 e troppo maturo per le successive contestazioni. Claudio Bisio e il Quartetto Zelig, ispirandosi all’opera indimenticabile di Fabrizio De Andrè, con l’album “Storia di un impiegato”, propone un personale show a metà strada fra cabaret e teatro/canzone, una sorta di invettiva con risvolti di impegno civile. L’attore fa divertire con momenti d’improvvisazione durante i quali Bisio interagisce direttamente con il pubblico, “per capire se è sveglio, se io sono sveglio, se ci capiamo”.
L’impiegato confuso di De André si trova nel terzo millennio tra la smania dei computer e dei cellulari, dei gadget e dei quiz milionari ai quali non resistono neppure i figli.
Tutto ciò lo mette profondamente a disagio ma non c’è nessuno ad ascoltarlo. Bisio racconta, partendo da questo spunto, la realtà di persone sole che, nonostante abbiano famiglia e lavoro garantito, hanno smarrito il vero senso della vita e del saper vivere.
I bambini, però, sono differenti, con il loro candore sono la rappresentazione del sogno e dell’utopia, gli unici capaci di inventare, giorno dopo giorno, il gioco della vita, come Bisio dimostra nella commovente e poetica parte finale dello spettacolo.