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Sabato pomeriggio, su Rai 2, è andata in onda la prima puntata di Rai storie di un’italiana, con Maurizio Costanzo e Umberto Broccoli. Il programma ripercorre la storia della televisione italiana, in un gioco di rimandi con quella del Paese, grazie alle immagini straordinarie delle Teche Rai. Esordio dedicato alle prime trasmissioni del 1954 e ai personaggi chiave che l’hanno resa imprescindibile per gli italiani.
Rai storie di un’italiana 16 maggio – Con Maurizio Costanzo la nascita della televisione
Il 3 gennaio 1954 l’annunciatrice Fulvia Colombo inaugurò le trasmissioni dalla Rai dagli studi di Milano. Ottenne quella possibilità improvvisando davanti alla commissione che la scelse l’annuncio della fine del mondo. Così raccontò ad Ugo Zatterin, durante il programma Tv dieci anni prima del 1964.
La prima puntata di Rai storie di un’italiana, con Maurizio Costanzo, si è aperta con quello storico annuncio. La nascita della televisione italiana, ricostruita grazie ad un’accurata ricerca di immagini rare. Fino agli anni ’60, non sempre si registravano i programmi trasmessi in diretta.
Oltre a Fulvia Colombo, in Rai arrivarono Nicoletta Orsomando, Marisa Borroni, Olga Zonca e Marisa Mantovani. Umberto Broccoli ha ricordato che alle annunciatrici erano richiesti standard elevati, soprattutto nella dizione.
Non a caso nel 1955, quando Mike Bongiorno e Lascia o raddoppia erano già un’istituzione, la valletta Maria Giovannini venne licenziata dopo aver sbagliato malamente una presentazione. La sostituì Edy Campagnoli, che in breve tempo divenne una star.
Il racconto di Maurizio Costanzo e Umberto Broccoli è proseguito ancora con Mike Bongiorno. Hanno rievocato altri momenti storici di Lascia o raddoppia e la partecipazione di Totò al programma, inscenata nel film Totò, lascia o raddoppia? del 1956. Era un momento di tale popolarità per il quiz, che occupava persino gli schermi cinematografici durante gli intervalli.
Ma Mike Bongiorno era anche autore delle interviste in Andata e ritorno, non senza gaffe. Come quando intervistò Giulio Andreotti e Giuseppe Ungaretti, senza riconoscerli.
Sempre agli albori della tv risale lo storico Un, due tre, con Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi. Di fatto, il primo varietà televisivo. Ironico e dissacrante al punto da costare ai due la chiusura improvvisa, nel 1959. Fecero il verso ad una caduta in pubblico del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, avvenuta pochi giorni prima.
Rai storie di un’italiana 16 maggio – Informazione degli esordi con Enzo Tortora
Quiz, primi varietà, trasmissioni musicali e piccoli talk show non erano gli unici programmi in onda nel 1954. Un ruolo fondamentale nella neonata Rai era riservato all’informazione. Al punto che il telegiornale era in sperimentazione già dal 1952. Con un altro filmato dell’epoca, Rai storie di un’italiana ha mostrato l’esordio del Tg1, raccontato dal giornalista Bruno Ambrosi. La sigla fu realizzata da Egidio Storaci ed è la stessa utilizzata ancora oggi, al netto delle rivisitazioni successive.
Ambrosi raccontò che il primo telegiornale era una macchina tutt’altro che perfetta. Si trattava di un tri-settimanale, che pure faceva fatica a tenere il passo degli eventi. E non era scevro da incidenti televisivi, come durante l’incoronazione di Elisabetta II. Oppure quando il Tg1 diede la notizia della morte di Stalin, non ancora avvenuta.
Informazione erano anche le inchieste di Tv7, che esordì nel 1963. Un approfondimento curato nel tempo da giornalisti come Sergio Zavoli, Piero Angela, Furio Colombo e Gianni Bisiach.
Esisteva pure una pagina dedicata allo sport, che nel 1965 diede vita alla prima edizione de La Domenica Sportiva. Era condotta da Enzo Tortora. Le immagini straordinarie di Rai storie di un’italiana lo hanno mostrato durante l’inizio ad effetto della prima puntata. In diretta dal centrocampo dello Stadio Giuseppe Meazza di Milano.
L’importanza del teatro e degli sceneggiati con l’omaggio a Vittorio Gassman
Maurizio Costanzo ha ricordato, inoltre, l’importanza del teatro e degli sceneggiati nei primi decenni delle trasmissioni Rai. Erano tra i veicoli più importanti dell’unificazione culturale e linguistica di cui l’Italia aveva bisogno.
Tra gli esempi indimenticabili, Rai storie di un’italiana ha mostrato l’adattamento televisivo del teatro di Carlo Goldoni, con L’osteria della Posta. Così come lo sceneggiato I Promessi Sposi del 1967 o le parodie delle grandi opere – da L’odissea a Dr Jekyll e Mr Hyde – interpretate dal Quartetto Cetra nel celebre Studio Uno.
Contenuti di cui rappresentano pietre miliari le interpretazioni di Vittorio Gassman ne Il Mattatore, in onda nel 1959. Un programma che mescolava le opere di Shakespeare e il varietà, la televisione al teatro classico, rendendolo al contempo popolare. Un successo tale da ispirare l’anno successivo l’omonimo film diretto da Dino Risi.
Alle immagini di repertorio con Vittorio Gassman, Maurizio Costanzo e Umberto Broccoli hanno dedicato una lunga parentesi. Fu tra i maggiori interpreti di quelle produzioni di grande livello, realizzate con cast eccezionali. Programmi che svolsero un ruolo insostituibile per l’Italia.
Per sottolinearlo, Maurizio Costanzo ha chiuso la prima puntata di Rai storie di un’italiana con un aforisma di Ennio Flaiano: “Fra trent’anni, l’Italia non sarà come l‘avranno fatta i governi, ma come l’avrà fatta la televisione”.