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Oggi, 12 marzo 2021, la Rai presenta in conferenza stampa il tv movie che racconta la vita dell’artista Renato Carosone, all’anagrafe Carusone, intitolato Carosello Carosone. La messa in onda è prevista per giovedì 18 marzo su Rai 1, in prima serata.
Carosone è stato uno dei maggiori artisti partenopei, esportatore del genere della canzone napoletana umoristica in tutto il mondo. Sono suoi brani Tu vuò fa’ l’americano, Pigliati ‘na pastiglia, Torero e Caravan Petrol. Il regista Lucio Pellegrini ha diretto il film tv, interpretato, fra gli altri, da Eduardo Scarpetta nel ruolo del protagonista Renato Carosone.
Il film racconta la vita dell’artista dagli esordi, appena uscito dal conservatorio di San Pietro a Majella con il diploma in pianoforte. Fino alla sua definitiva consacrazione, con il concerto alla Carneigie Hall di New York, nel 1958. Non vedremo, però, solamente il Carosone artista, ma anche l’uomo dal punto di vista personale. Inoltre, vi ricordiamo che Carosello Carosone è anche titolo del primo album di Renato Carosone e il suo Quartetto, pubblicato il 14 dicembre 1954.
Alla conferenza stampa di oggi è prevista la partecipazione del cast della serie, e del regista del tv movie, Lucio Pellegrini.
Carosello Carosone conferenza stampa, la diretta
Il primo a rilasciare una dichiarazione è il vice direttore di Rai Fiction Fabrizio Zappi. “Ho sempre creduto a questo progetto fin dall’inizio. Rappresenta un duplice tributo al genio di Renato Carosone, ma anche alle nostre radici come Rai. Tutti sapete che Carosone tenne a battesimo la prima trasmissione musicale della storia Rai nel 3 gennaio 1954: -L’orchestra delle 15.00-. Il film è sempre elegante nella messa in scena e nella riproduzione delle sequenze musicali. Sempre all’insegna dell’ironia e auto-ironia di cui Carosone era portatore. Da allora, in settant’anni molto è cambiato.”.
Continua: “Carosone è un simbolo della nostra tradizione culturale più antica. Quella classica appresa al conservatorio, e poi quella napoletana conosciuta in famiglia. Contaminata con le sonorità africane, e con quelle americane. Tutte coniugate dalle sue conoscenze del Jazz, del Blues, dello Swing. Carosone è un esempio ante litteram di personalità globalizzata, ma radicata nel locale. La sua espressività era imbevuta del patrimonio culturale italiano e partenopeo.”.
E conclude: “Riportare all’attenzione del pubblico personaggi che hanno dato tanto al paese, e che sono stati amati dai nostri concittadini, crei un terreno comune di condivisione; di valori e di principi capaci di trasformare il pubblico da una massa indistinta di persone a una comunità.”
Carosello Carosone conferenza stampa, le dichiarazioni di Stefano Bollani
Parla quindi Stefano Bollani, che ha ri-arrangiato le musiche che ascolteremo nel film Carosello Carosone: “Io volevo fare Carosone (parafrasando Tu vo fa l’Americano N.d.r.). Questo film mi ha dato la possibilità di riuscirci. Rai Fiction e oi produttori di Groenlandia mettono in mostra il lato chiaro di Carosone. Spesso dei musicisti si presenta il lato scuro, come monito. Carosone capisce il proprio talento e la propria missione, e vive una vita in cui incontra quello che gli serve quando gli serve. Come a dire che -si può fare-, il mondo ti sostiene nell’impresa di trovare il proprio percorso, il proprio talento.”.
Si esprimono quindi anche Matteo Rovere e Sydney Sibilia, i rappresentanti di Groenlandia la casa di produzione che ha affiancato Rai Fiction nella realizzazione del tv-movie. “E’ un progetto che mette di buonumore, quando ci si lavora ti restano in mente le canzoni.” dichiarano.
Sono poste quindi le domande per Stefano Bollani, che dovrà poi abbandonare la conferenza.
Domanda: Carosone termina la sua carriera all’improvviso senza dare spiegazioni. Come può accadere questo?
“Mi sono fatto una mia idea. Immaginiamo che quest’uomo stesse vivendo una vita difficile per l’epoca. Andare in giro per il mondo, registrare dischi, andare negli studi Rai, suonare la sera in un night. Credo avesse bisogno di staccare la spina.”
Domanda 2: come hai ricostruito le musiche che verosimilmente suonava all’epoca degli esordi?
“Ho immaginato esistessero già gli elementi del Carosone che conosciamo, ancora in nuce, ma già evidenti.”
Carosello Carosone conferenza stampa, le prime domande dei giornalisti
Prima di continuare con gli interventi, sono poste alcune domande agli interpreti del film-tv.
Domanda 3, per Eduardo Scarpetta, Come ti sei preparato per il ruolo? E poi, provieni da una famiglia di artisti e attori, cosa ti è arrivato dei tuoi illustri parenti, che magari hanno conosciuto Carosone?
“Non so di contatti fra la mia famiglia e Carosone. Per il ruolo mi sono iniziato a preparare con Ciro Caravano un mese prima delle riprese. Ho anche comprato una tastiera appositamente per fare gli esercizi di articolazione delle dita. Fra l’altro Ciro era anche il mio insegnante di canto al centro sperimentale. Poi ci sono stati gli esercizi di canto, e le registrazioni con Bollani.”
Domanda 4, per Eduardo Scarpetta, per i ragazzi della vostra generazione (Scarpetta ha 28 anni n.d.r.) Carosone è un illustre sconosciuto. Questo prodotto farà riscoprire l’artista ai giovani?
“Carosone è stato un mito nazionale e mondiale. Si può e si deve imparare tanto da Renato Carosone, che tu sia un musicista o no. Carosone è stato un sanissimo esempio di altruismo artistico. Non l’ho mai visto come qualcuno che pretendeva i fari su di sé. E’ stato sempre molto generoso, tant’è che poi lascia tutto in mano al suo amico fraterno Gegè di Giacomo.”.
Si esprime quindi il regista Lucio Pellegrini: “Per noi è stato interessante raccontare una storia poco conosciuta, con canzoni che sono ancora nell’orecchio di tutti oggi. Oltretutto, abbiamo potuto mettere in scena la storia della rinascita del paese dopo la guerra.” I produttori di Groenlandia aggiungono “Questo è un caso unico, in cui le canzoni sono più note dell’interprete. Noi abbiamo voluto rendere omaggio proprio a Carosone, che condivideva la sua arte con tutti.”
Altre domande dei giornalisti
Domanda 4: per Eduardo Scarpetta, come hai fatto a cantare, da non cantante professionista, Carosone? Quali sono le location del film?
Inizia Scarpetta: “Il mio mestiere si fa con lo studio e la preparazione. Come ho detto, ho avuto la fortuna e l’onore di aver lavorato con Ciro. E’ stato difficile: le contaminazioni africane in particolare sono difficili da fare con la voce. Dietro c’è stata anche tanta rabbia e frustrazione, numerosi tentativi. Aggiungiamoci poi il tempo dedicato allo studio sul pianoforte, io non ho mai messo mano su uno strumento musicale. Non si dica che sono un cantante.”. Riguardo le location poi, “Girare Santa Chiara è stato divertente, dato che non ha più il tetto oggi ed è stato aggiunto in post produzione.”
Domanda 5: per Scarpetta, le tue impressioni sul Carosone uomo quali sono? Per Vincenzo Nemolato (interprete di Gegè di Giacomo) come hai preparato il personaggio?
“Nutro profonda stima per lui e per la sua scelta di lasciare al culmine della carriera. Mi metto anche nei panni del Carosone ragazzo, che a 17 anni si trasferisce in Africa. Un’esperienza che oltretutto non va nemmeno bene inizialmente.” risponde Scarpetta. Poi, tocca a Gegè di Giacomo “Mi ha aiutato il mio coach Mariano barba Junior, che mi ha aiutato anche a concepire un modo diverso di vivere la vita, da musicista. Il Batterista concepisce la vita attraverso i suoni dati da qualsivoglia oggetto. Gegè si presentò al provino di Carosone suonando dei bicchieri, non la batteria.”.
Domande per il cast
Domanda 6: per Ludovica Martino (interprete della moglie di Carosone, Lita), com’è interpretare questo ruolo così diverso dai tuoi canoni? Si dice che il figlio di Lita sia in realtà il vero figlio di Carosone. La scelta di conservare la precedente versione è voluta?
“Non fidatevi di Wikipedia. Noi raccontiamo la realtà, attraverso i racconti di chi l’ha vissuta: Pino Carusone, il figlio di Renato.” afferma il regista del tv-movie. Parla poi la Martino: “Di Lita si sa poco, abbiamo fatto un grande lavoro di ricerca. Mi piace pensarla come una donna sempre accanto al suo uomo. Non era la sua ombra, era indipendente.”
Domanda 7: per Scarpetta, Pino Carusone ti ha datto delle dritte per interpretare suo padre? Qualche pezzo del repertorio ti ha colpito più degli altri?
“Non sono riuscito a incontrare Pino, per via delle misure di sicurezza. Ma so che ho avuto la sua benedizione dopo il provino. Il pezzo che più mi ha colpito è O russo e ‘a rossa.”
Le ultime domande dei giornalisti
Domanda 8: le mollette sul naso della band sono un elemento proveniente da alcuni filmati di repertorio o una libera interpretazione?
Risponde il regista: “L’idea delle mollette è reale, usavano le mollette per fare della commedia e ironizzare. In ogni esibizione proponevano un piccolo show.”.
Domanda 9: sempre per il regista, quanto è stato difficile seguire la vita movimentata di Carosone?
“Il film si svolge in tre continenti, e durante il Covid non potevamo viaggiare. Abbiamo lavorato molto con gli effetti digitali. La parte più difficile è stata immaginare i mondi lontani da noi attraverso dei visual effect.”.
Domanda 10, per i produttori di Groenlandia, vi state concentrando molto sui biopic: come mai questo interesse? Avete già in mente qualcun altro per progetti futuri?
“Da una parte la sensazione è che in Italia abbiamo centinaia di storie sconosciute o note a pochi. La volontà di lavorare sul tessuto culturale e storico del nostro paese nasce da questa premessa. Rispetto ai progetti in corso, ne faremo altri di sicuro, siamo in continua ricerca di nuove storie.”