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Alle 12.00 di oggi, 16 aprile, Rai presenta in conferenza stampa il nuovo programma di Rai 3, In barba a tutto.
Lo show, proposto in diretta a partire da lunedì 19 aprile, è gestito da Luca Barbareschi, che non conduce un programma televisivo da oltre un decennio. Negli ultimi anni, infatti, si è concentrato sulla direzione della sua Casanova Multimedia, producendo film tv e fiction come Nero Wolfe e Nebbie e Delitti, Pietro Mennea – La freccia del Sud, Io sono Mia, Edda Ciano e il comunista e altri ancora.
Il programma farà leva sul senso dell’umorismo del conduttore e dei suoi ospiti. Infatti, In barba a tutto si propone come uno show leggero e divertente, che coinvolge anche, ma non solo, personaggi provenienti dal panorama televisivo e dello spettacolo. I nomi degli ospiti sono rivelati oggi nel corso della conferenza stampa.
Vi partecipano il conduttore Luca Barbareschi, e Franco Di Mare, direttore di Rai 3.
In barba a tutto conferenza stampa, la diretta
Il primo a rilasciare dichiarazioni è Franco Di Mare, direttore di Rai 3. “Rai 3 ce la sta mettendo tutta per restituire normalità all’Italia. Stavolta, attraverso Luca Barbareschi. Quando è venuto a trovarmi con una serie di proposte mi sono innamorato di questa, spiazzante. La nostra rete ha un profilo identitario preciso, che viaggia molto bene anche in termini di ascolto. Siamo capaci di rinnovarci senza paraocchi, e Barbareschi di paraocchi non ne ha. Inizialmente avevamo pensato a un altro titolo, se avrà voglia ve lo dirà lui. In sostanza, siamo felicissimi di varare questa nuova proposta.”
Subito dopo, poi, parla Luca Barbareschi. “Avevo molta voglia di fare tv, ma il tempo passa per tutti. Ogni tanto chiedo a mia moglie di avvertirmi, qualora notasse che sono più spento del solito. Franco Di Mare ha avuto coraggio per lavorare con me, non capita spesso. Lui mi ha dato fiducia, in me e nel mio senso dello humor. Voglio anche ringraziare il team Rai con cui ho lavorato. Sono stati tutti disponibilissimi con me, mi hanno fatto sentire accolto. Ringrazio anche i produttori e gli autori.”
In barba a tutto conferenza stampa, le dichiarazioni di Luca Barbareschi
Riguardo in barba a tutto, poi, Luca Barbareschi aggiunge: “Mi viene in mente il film Nella mente di John Malkovich. Il politically correct è una sorta di tumore nella mentalità occidentale. Rido ogni volta che penso all’assurdità del politically correct. Basti pensare alle regole dell’Academy Award, che obbliga ad inserire nei propri film un 30% di attori nani, persone lgbtq e via dicendo. Pensate a un film sulla seconda guerra mondiale. Durante lo sbarco in Normandia i nani sarebbero affogati a pochi metri dalla riva. Con la mentalità di oggi avremmo chiuso in carcere anche Michelangelo. Vorrei far tornare un po’ di luce in questo mondo. Avremo ospiti di rilievo, fra cui un astrofisico. Parleremo di Body Shaming con Morgan, e di lirica con Katia Ricciarelli.”
“In un’epoca di Covid, c’è un altro virus più pericoloso in giro: quello della stupidità. Con gli autori proveremo a far tornare un po’ di luce. Sarà provocatore, perché l’artista è un provocatore. Mette tanti liquidi in una provetta, e quella esplode. Ma se non provochi una reazione, non ci sarebbe nessuna azione. Se Picasso non avesse dipinto sulla pancia di un ricco un quadro dicendogli -Ora non devi più lavarti- non sarebbe stato Picasso” prosegue. “Vorrei avere il ministro della giustizia come ospite, l’ho invitata. Ma vorrei parlarle con leggerezza.” termina.
In barba a tutto conferenza stampa, le domande dei giornalisti
Domanda 1: per Barbareschi, ha già messo in conto reazioni e proteste alle sue provocazioni?
“Per proporre contenuti innovativi bisogna osare. E’ ovvio. Io cercherò di provocare con intelligenza e rispetto. Internet si chiama -rutto libero- in altri paesi. Noi abbiamo confuso Internet con un luogo di informazioni, ma io risponderò a Internet quando potrò parlare con persone vere, che se sbagliano posso querelare. Internet ti illude di avere milioni di amici, ma di amici ne hai tre se va bene. La bellezza della semantica, inoltre, è nella divergenza di opinioni. Forse questo sarà uno show molto ebraico dal punto di vista della comicità. Nel senso che se fin da piccolo devi trovare un’interpretazione della Torah tutta tua in mezzo a quelle che ti propinano ti alleni ad essere flessibile.”
Domanda 2: possiamo sapere il macro-tema e il nome degli ospiti della prima puntata?
“Il tema è Scienza e romanticismo, essere contro. Il mondo della lirica è maschilista? Potremo scrivere Turandot in chiave transgender? Avremo Luca Perri, Morgan, Katia Ricciarelli. Abbiamo una scenografia con un tavolo, un bancone e un tavolo da biliardo. Vorrei avere i tre ospiti in contemporanea nello studio e parlare con loro tutti insieme.”.
In barba a tutto conferenza stampa, altre domande per Barbareschi
Domanda 3: torni in tv perché, come ha dichiarato, il teatro in Italia è morto? Il Covid mostrerà cosa conta davvero per gli italiani?
“Torno in televisione perché sono un onnivoro di spettacolo. Non è per noia o per altro, è perché se non faccio l’artista ogni tanto mi deprimo. Ho detto che il teatro è morto, è vero. E penso che il Covid sia una grande opportunità. In cinese e in ebraico opportunità e crisi si scrivono allo stesso modo. Riguardo il teatro penso che siano le categorie a doversi proporre. Per questo il teatro è morto, rappresentato da gente incapace. E noi artisti siamo troppo anarchici per metterci insieme. La politica è distratta, ci sono troppi temi da definire. Il teatro deve rifinanziarsi e rialzarsi; qualche teatro morirà, ci sono tantissimi teatri anche solo a Roma.”
Domanda 4: per Barbareschi, hai mosso accuse forti nei confronti dei teatri privati da Giletti. Le confermi?
“Qui parliamo del mio show, non delle mie dichiarazioni da Giletti. Parliamo del programma”
In barba a tutto conferenza stampa, le provocazioni di Barbareschi
Domanda 5: qual è la chiave del programma? Ce ne sono molti di questo tipo. Morgan è stato chiamato per far chiasso?
“Anzitutto siamo in diretta. Se non c’è rischio, divento narcolettico. Penso che il programma abbia un’impostazione che spero venga recepito. Non sempre lo humor all’inglese è compreso in Italia. Ad esempio l’altro giorno ero al parco con i miei bambini e ho detto andiamo allo Bioparco. E’ come lo zoo, ma da quando si chiama Bio gli animali sono felici. Parleremo ad esempio dei Maneskin, che a Sanremo hanno detto le parolacce.”
Aggiunge: “Anche i rapper, la loro gestualità, nasce in America perchè attraverso i loro movimenti si davano messaggi in codice sulla loro provenienza. Quando Jovanotti in Italia si muove allo stesso modo penso che abbia l’artrite reumatoide. Il problema del politically correct è semplice. La differenza fra pensiero post-moderno e la mafia è che la mafia ti fa un’offerta che non puoi rifiutare, il pensiero post moderno ti dice cose che non puoi mai capire”
La parità di genere
Domanda 6: toccherai uno degli argomenti intoccabili, quello della parità di genere?
“Sarebbe interessante. Potrò parlare di qualunque cosa. Io sono un super liberale. Inizia già a vedersi un terzo sesso, i giovani son più apertamente bisessuali. Ma va distinta la genetica dalla dignità. Posso anche diventare presidente degli Stati Uniti indossando tacchi e piume. Posso anche operarmi ma resto un uomo. Non si tratta di scelta personale, ma della dignità del ruolo. Ad esempio, un manager di City-Bank a Londra si veste un giorno da uomo e uno da donna. Dal punto di vista formale non mi importa, il problema è professionale. Bisogna verificare se c’è della bipolarità nelle dichiarazioni.”
“Se vogliamo fare una provocazione sto preparando un film, The Good Bench, su una famiglia eterosessuale che vive in una città dove il sindaco è transessuale. E loro sono discriminati in quanto normali. E’ un problema legato alla stampa.” prosegue.
Domanda 7: per Franco Di Mare, ha pensato di proporre questo show in prima serata? Per Barbareschi: ti esibirai in qualche modo o farai solo domande?
Risponde prima Di Mare: “Non l’abbiamo mai pensato, ma nulla lo esclude. Quando abbiamo immaginato l’arrivo di Barbareschi su Rai 3, Luca mi aveva portato un progetto dove lui era più in disparte. Ma io volevo lui, non un suo progetto. Siamo una rete aperta e curiosa. Non escludo una prima serata, ma prima vediamo come va la seconda.”
Continua Barbareschi: “Facciamo un passo alla volta. Non voglio fare troppe cose. Ma voglio far emergere i miei ospiti, giocare con loro.”
Poi, Di Mare rivela l’altro titolo a cui aveva pensato per lo show: Mi voleva Guglielmi. Per ricordare un programma mai andato in porto proposto da Barbareschi a un precedente direttore, Guglielmi, di Rai 3.
Ancora domande dei giornalisti
Domanda 8: con questo programma pensi di aver aiutato o aiuterai il mondo dello spettacolo?
“Spero di aiutarlo. Quando proponi un prodotto di qualità, aiuti la tua compagine. Ma non aiuterò direttamente te il teatro. Questo show c’entra poco con il teatro. Spero invece, lo dico fuori conferenza stampa, di poter essere pronto a degli show all’Eliseo quando la guerra mondiale in atto sarà finita, e il teatro tornerà a essere un luogo di ritrovo, ma dovrà reinventarsi. La mia immagine, spinta dalla TV, forse potrà aiutare in tal senso.”.
Domanda 9: se i teatri fossero aperti avresti comunque fatto questo show? La diretta è importante per un uomo di teatro come te?
“Se fossero stati aperti lo avrei proposto, ma in una scenografia costruita dentro all’Eliseo. Ho voglia di fare teatro, non ho mai saltato una stagione in 47 anni di attività. Soffro a non recitare, è una medicina, il teatro è la mia sinagoga laica in cui posso celebrare i miei riti. La televisione, poi, è la diretta. E’ emozionante sedersi e sapere di essere connessi con milioni di persone. E’ come una partita di calcio, la godi se sai che è in diretta.”
Le ultime domande dei giornalisti
Domanda 10: quale conduttore televisivo ammiri di più oggi?
“Ho avuto la fortuna di lavorare con Arsenio Hall, la personalità dello show è molto legata a quella del conduttore. Ho -rubato- dagli altri, da chi è migliore di me. Il nostro lavoro è fatto di emulazione e rielaborazione.”
Domanda 11: quando sei stato corteggiato da altri direttori di rete non sono proseguite le collaborazioni per via di divergenze editoriali? Hai pensato a invitare politici come Franceschini?
“Invito ufficialmente Franceschini in studio. Invito anche Di Maio, Rino Formica. Vorrei tanto proseguire lo show fino al 2024. Riguardo le altre proposte, sono vaccinato nel sapere come accadono le cose. Alcune proposte sono state in attesa per quattro o anche sei anni, serve l’allineamento dei pianeti per andare in porto. Coletta una volta è venuto a trovarmi all’Eliseo, forse quella volta la mia proposta non era adatta, chi lo sa. Mi sono parlato molto anche con Guglielmi, sarebbe ingiusto dire che son stato boicottato.”
Domanda 12: per Barbareschi, cosa ti fa ridere in tv?
“Involontariamente mi fa ridere tanto di quello che vedo in TV o che leggo nei giornali. Adoro Fiorello, ricordo un evento epocale. Ero a Milano con lui una volta a Karaoke, e c’era così tanta gente che ci portarono via con i sosia per salvaguardarci. Ho una grande stima di Fiorello perchè è caduto e si è rialzato. Mi piace anche Walter Chiari, è stato un mio mentore. Mi fanno ridere i comici surreali, penso ci siano molti giovani bravissimi. Ammetto di non vedere molto la tv, alla sera dopo una lunga giornata vado a letto presto, e mi alzo prestissimo.”.