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Rai 3 trasmette questa sera, 28 aprile, una nuova puntata di Chi l’ha visto?. Tramite segnalazioni degli spettatori e indagini svolte dalla redazione del programma, la conduttrice Federica Sciarelli tratta casi di persone scomparse, e cold cases tutt’ora irrisolti.
In seguito alle dichiarazioni di Gennaro Spinelli, il presidente dell’UCRI, l’Unione delle Comunità Romanès in Italia, Chi l’ha visto? torna a occuparsi del caso di Denise Pipitone. Sono infatti emersi nuovi documenti inediti, che potrebbero gettare nuova luce sulla vicenda.
Inoltre, sono condivise le ultime novità sul caso di Martina Rossi; studentessa ventenne di Genova che il 3 agosto 2011 morì in un hotel di Palma di Maiorca. Il processo ai danni di alcuni suoi coetanei, Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, oggi trentenni, prosegue. Il rischio concreto è che il reato cada in prescrizione, anche fosse riconosciuta la responsabilità dei due. In sede d’appello Vanneschi e Albertoni erano stati dichiarati innocenti, ma a gennaio la Cassazione ha annullato la sentenza disponendo un nuovo appello che si è tenuto oggi.
Vi ricordiamo che potete vedere la puntata di Chi l’ha Visto? anche in streaming su internet, tramite il servizio gratuito RaiPlay.
Chi l’ha visto stasera 28 aprile, la diretta
Il programma inizia con la descrizione di un caso d’emergenza. Una donna e madre di tre figli di nome Caterina, 39 anni, è scomparsa da Pietra Cuta (RN) il 23 aprile. La sorella, Marika, ha subito chiamato la redazione di Chi l’ha visto? nella speranza di farle pervenire un messaggio. “Puoi cambiare vita come vuoi, decidere per te, ma non puoi abbandonare i tuoi bambini. Non smetterò mai di cercarti, l’ho promesso ai miei nipoti” afferma Marika. Caterina è vista l’ultima volta alla stazione di Pietra Cuta in compagnia di un uomo non ancora identificato.
Quindi, subito si passa al caso di Martina Rossi. Infatti, la decisione del giudice presa durante l’ultima udienza ha confermato quanto già noto agli inquirenti. Così, Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, per il momento, sono condannati a 3 anni di reclusione.
Sono condivise poi nuove informazioni sull’autodefinitosi “Comandante Marcos”. Achille Lauri, questo il suo vero nome, è un pentito della Camorra, e oggi afferma di far parte di un gruppo fantasma di nome G.N.G.T.R.. Un membro del gruppo che ha preferito restare anonimo avrebbe svelato alla redazione del programma che la sigla starebbe per Gruppo Nuovo Giustizieri Tabula Rasa. Lauri, insieme ai membri del gruppo, dice di voler solo proteggere persone scomparse e bisognose di aiuto.
Chi l’ha visto stasera 28 aprile, gli abusi di Don Giuseppe, le ultime sul caso Pipitone
Don Giuseppe di Enna, Sicilia, è stato infine arrestato. Sono confermate le accuse di abusi ai danni di alcuni minori che frequentavano la parrocchia di Don Giuseppe. L’arresto è reso possibile dalla denuncia di una delle vittime, che all’epoca dei fatti aveva appena 17 anni. Sono trascorsi 8 anni da allora. I genitori del ragazzo vittima di abusi avrebbero, intanto, rivolto pesanti accuse nei confronti della diocesi di Enna. Sarebbero stati offerti loro soldi provenienti dalle casse della Caritas, in cambio di una clausola di riservatezza.
Poi, le ultime sul caso di Denise Pipitone. Piera Maggio, la madre di Denise, e il suo legale sono collegati con lo studio di Chi l’ha visto? questa sera, 28 aprile, per commentare le dichiarazioni di Gennaro Spinelli, il presidente dell’UCRI, l’Unione delle Comunità Romanès in Italia. “Le comunità Rom sono tartassate nuovamente da quando il caso di Denise Pipitone è risalito agli onori della cronaca. Ricevono messaggi offensivi e diffamanti, come se tutti i Sinti e le comunità Rom rubassero i bambini: non è così”.
“Lo abbiamo sempre detto, Denise non è stata -rubata dai Rom-. Non è giusto attaccare le comunità Rom indistintamente.” afferma Piera Maggio in risposta. “Però: chi era quella bambina e chi era quella donna Rom nella foto scattata a Milano dopo la scomparsa di Denise? Perchè le comunità Rom non ci hanno aiutato a dare una risposta a queste domande?” continua. La Maggio si riferisce a un video girato da una guardia giurata a Milano, nel quale si vede una bambina che assomiglia molto a Denise, in compagnia di una donna ritenuta parte di una comunità Rom.
Così, Gennaro Spinelli ha rilasciato un appello nel tentativo di raggiungere la donna. E aggiunge “non giudicate un’etnia dai suoi membri peggiori“.
L’intercettazione di Jessica Pulizzi
Un’intercettazione che riguarda Jessica Pulizzi, ancora al vaglio degli inquirenti e dei periti, è mandata in onda più volte, fornendo diverse possibili interpretazioni. La Pulizzi, in alcune versioni, sembra affermare di aver visto Denise dopo la sua scomparsa. Purtroppo, le intercettazioni sono di bassa qualità, e non si capisce cosa sia detto esattamente. Anche per questo la madre di Denise, Piera Maggio, chiede che le intercettazioni siano reinterpretate e ripulite fruendo delle tecnologie più moderne a disposizione oggi.
Subito dopo, è ripercorsa la vicenda della scomparsa, e il ruolo ricoperto da Jessica Pulizzi e Anna Corona, ex del marito della Maggio, nel corso delle indagini. In particolare, si approfondiscono alcuni lati oscuri delle indagini, che all’epoca furono sottovalutati. Pare infatti che Anna Corona, all’epoca oggetto di forti sospetti, possa aver ricevuto favoritismi.
Infine, è presentato un nuovo caso di scomparsa. Marco Ghedini, 29enne abita a Castelnovo Bariano, è sparito da sei giorni. Nei giorni precedenti la sparizione aveva iniziato a comportarsi in modo strano, allontanandosi da parenti e amici. La madre, che ha lanciato l’appello a Chi l’ha visto? stasera, 28 aprile, ritiene che Marco abbia bisogno di aiuto.
Il caso di Giuseppe Bruno, le baby gang di Roma
Il programma prosegue con il caso di Giuseppe Bruno. L’uomo scomparve nel 2004 senza lasciare traccia da Enna. All’epoca Chi l’ha visto? si era occupato della sparizione. La figlia di Bruno, però, non si è mai arresa, e così le indagini sulla scomparsa dell’uomo sono proseguite. I colpevoli della scomparsa sarebbero Maurizio e Michele Nicosia, condannati in primo grado rispettivamente all’ergastolo e a 14 anni di reclusione, con l’aggravante dell’associazione mafiosa. Eppure, in secondo grado, decadono alcune delle aggravanti, e le pene dei due si affievoliscono.
In seguito, sono documentate tramite la trasmissione di un video le ripetute aggressioni di una baby gang di Roma.
Infine, è raccontata la storia di Malcom, un uomo di origini Australiane, naturalizzato svedese, che aveva iniziato a cercare un figlio mai identificato, nato da madre italiana. Malcom è morto all’età di 86 anni, dopo essersi ammalato di Covid. Così sua moglie, ormai vedova, sta portando avanti la sua ricerca.