Indice dei contenuti
Seguiamo in diretta la conferenza stampa di presentazione di Detectives – Casi risolti e irrisolti, il nuovo programma su Rai 2. L’appuntamento con la conferenza è alle 12.00 sul sito dell’Ufficio Stampa Rai. L’esordio del programma, invece, è previsto per sabato 12 giugno, alle 22:40.
Nell’intervista rilasciataci dal conduttore del programma, Giuseppe Rinaldi, lo storico autore di Chi l’ha Visto? ha anticipato che: “la grande novità è rappresentata dalla collaborazione tra la Rai e la Polizia di Stato; un evento mai accaduto in passato, soprattutto perché questa volta in maniera ufficiale si affrontano dei casi irrisolti. Ovvero dei cold case”.
Tra i primi casi trattati all’esordio della trasmissione, quello di Isabella Noventa e del criminale Maurizio Minghella, serial killer condannato all’ergastolo. E poi, i delitti di Flavio Sinni, Pasqualina La Barbuta e di Eleonora Scroppo.
Partecipano alla conferenza stampa di oggi: il direttore di Rai 2 Ludovico Di Meo, Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, e il conduttore Giuseppe Rinaldi.
Detectives conferenza stampa, la diretta
Il primo a intervenire è il direttore di Rai 2 Ludovico Di Meo. “In tv e nella vita ci sono cose che non passano mai di moda. Fra queste c’è la cronaca, senza scivolare nella morbosità però. Agatha Christie diceva che non è il delitto a incuriosire, ma la sua risoluzione. Detectives è questo; ci fa vedere cosa accade davvero quando si verifica un episodio del genere. Parleremo di casi risolti e irrisolti.”
Poi, tocca a Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato. “Ringrazio per l’opportunità, alla quale come Polizia di Stato teniamo molto. Nel mio lavoro mi occupo personalmente di prevenzione e repressione in senso tecnico; ho circa 28.000 uomini che dipendono dalla mia direzione. Facendo tesoro delle nostre precedenti esperienze con Rai abbiamo creato una situazione che ci ha dato, per alcuni casi tutt’ora irrisolti, la possibilità di riaccendere questioni che all’epoca dei fatti non erano emerse.”
Prosegue: “Abbiamo un rapporto importante con un’azienda importante, non solo per rappresentare agli Italiani cosa facciamo. Ma anche per riaccendere riflettori su alcuni cold case, che ora possiamo indagare con mezzi più moderni. Ad esempio, come nel caso La Barbuta, per cui abbiamo ricostruito il delitto in 3 dimensioni in un teatro virtuale. Sulla base di queste ricostruzioni sono emerse questioni e circostanze che all’epoca non potevano essere note. In seguito, il caso è stato riaperto.”.
Detectives conferenza stampa, le dichiarazioni di Giuseppe Rinaldi
Quindi, rilascia dichiarazioni il conduttore del nuovo programma: Giuseppe Rinaldi. “Quando ci sono casi che assomigliano alle favole, alle storie, ci troviamo di fronte a un interesse fortissimo da parte del pubblico. Prendiamo Denise Pipitone: è come Biancaneve, vittima pura e innocente. Perciò i Mass Media raccolgono un interesse già presente nel pubblico, e lo alimentano. Sanno che spingendo su un caso si ottiene un risultato maggiore.”
“Il nostro approccio ora, è però completamente diverso. Nella terza puntata, ad esempio, affrontiamo il delitto di Eleonora Scroppo. Non ha mai avuto una risonanza mediatica, era troppo strano; la gente non sapeva come affrontarlo. Noi cerchiamo la verità, insieme alla polizia anche per far luce sulla questione. Quando ho chiesto agli investigatori che ho contattato cosa gli è rimasto dei loro casi, mi hanno risposto tutti che sono proprio le indagini irrisolte a restare impresse.”
E ancora: “Nella seconda puntata racconteremo di uno dei serial killer più brutali della storia italiana, Maurizio Minghella avvalendoci di un neuropsichiatra. Cercheremo di capire la sua storia: chi è stato, perché ha fatto ciò che ha fatto. Questo programma mi sta conquistando giorno per giorno, ora per ora. Dà risposte e affronta tematiche con stile, e cerca di dare qualcosa in più, lontano dalla morbosità e dalla chiacchiera. Andiamo dentro alle storie e le comprendiamo.”
Detectives conferenza stampa, le domande dei giornalisti
Domanda 1: quale caso trattato nel programma l’ha colpita maggiormente? In riferimento ai fatti recenti su Brusca, la Mafia si può sconfiggere con la legge?
Risponde Giuseppe Rinaldi: “Io vivo in Prati, a Roma, e passo spesso sotto a via Poma. Non riesco a dimenticare quel caso, anche se ci sono tanti altri casi che hanno meritato la mia attenzione. Forse perché ho conosciuto i parenti, mi auguro potremo tornare su quel caso in prossime edizioni della serie.”
Prosegue. “Riguardo a Brusca, io la penso in un certo modo. Prendo ad esempio Minghella: a quell’uomo, dopo aver trascorso 15 anni in galera, dopo aver ucciso 4 donne, viene data la semilibertà. Senza perizie accurate. Quando esce dal carcere riprende ad uccidere, e uccide altre quattro donne. Ma non conosco abbastanza il caso di Brusca, ma io ci penserei un pochino. Certe storie sono complesse. Io ho raccontato la storia del bambino sciolto nell’acido da Brusca. Quindi ho delle perplessità, concedetemele.”.
Dopo un filmato promo con alcuni estratti dalla serie, continua Francesco Messina: “Siamo stati aiutati anche da Jill Clemente, profiler italo americano abilissimo; ispiratore e technical advisor, fra l’altro, della serie tv Criminal Minds. Inoltre, lavoriamo con bravissimi grafologi e psichiatri.”
Altre domande dei giornalisti
Domanda 2: come mai avete lasciato fuori il caso di Denise Pipitone? Secondo voi qual è il confine tra informazione e morbosità?
Risponde Giuseppe Rinaldi: “Ti rispondo con il lavoro fatto, guarda le prime puntate della serie. Mi occupo di cronaca nera da tanti anni, non mi va di entrare in polemica con nessuno. Ti sembra normale toccare un argomento del genere nel momento in cui il mondo se ne sta già occupando? Io ho vissuto il caso a Mazara del Vallo dai primi momenti. Dal momento in cui è emersa la ragazza russa io sapevo che non era lei. Sarebbe bastata un’indagine antropometrica, senza aspettare i tempi morbosi della tv russa.”.
Ludovico di Meo continua, a proposito di una possibile seconda stagione di Detectives: “Un detto dice: se vuoi far ridere Dio raccontagli i tuoi piani. Ci sono numerosi casi ancora da trattare. Riguardo alla morbosità, con programmi come questo c’è sempre un rischio.”.
Il caso Brusca secondo Francesco Messina
Domanda 3: per Francesco Messina riguardo il caso Brusca, cosa provate quando un criminale che arrestate torna in libertà?
“Sono stato protagonista di quelle vicende anche dal punto di vista investigativo. Non avevamo idea di come fosse costituita Cosa Nostra. Se siamo arrivati in 29 anni a questi risultati eccellenti sulle indagini, è stato grazie ai collaboratori di giustizia. La norma sui collaboratori è stata una delle più grandi preoccupazioni di Totò Riina. E’ inevitabile rispettare la norma.”
E ancora: “In base al profilo di gravità dei reati del collaboratori, viene effettuato un giudizio prognostico sulla possibilità di ricaduta del collaboratore. Brusca, forse, poteva fornire qualche spiegazioni in più in relazione alle sue conoscenze.”
“Noi trasferiamo la nostra esperienze, e veniamo a contatto con i cittadini come tecnici, e come uomini. Questi programmi aiutano a capire come ragioniamo nella polizia di Stato, quando ci confrontiamo con situazioni non comuni. Ho iniziato nella sezione omicidi, con un caso che mi colpì anche a livello fisiologico, fisico. Nella serie c’è questo aspetto riguardo la veridicità. Dobbiamo far capire che certe cose che si fanno nei telefilm, nella realtà è più complesso farle.”.
Domanda 4: per Di Meo, si può allargare l’offerta di genere Crime?
“Bisogna avere un certo equilibrio. Ma sicuramente è un terreno formidabile di spunti: perché no. L’interesse è enorme, sia dal punto di vista della finzione, che della realtà.”