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Maurizio Crozza, venerdì 17 novembre, ha condotto dalle 21:25 su Nove un nuovo appuntamento di Fratelli di Crozza. Nel programma, come sempre, spazio a monologhi ed imitazioni, con i quali il comico commenta i principali fatti di attualità. Al suo fianco c’è Andrea Zalone.
Fratelli di Crozza 17 novembre, Matteo Salvini
Fratelli di Crozza del 17 novembre inizia con l’imitazione di Matteo Salvini: “Il diritto allo sciopero è sacrosanto, ma nel rispetto dei lavoratori. Lo si può fare ma nel rispetto dei treni, delle mamme, degli infermieri e delle tate. Io precetto nel rispetto degli strozzini e dei piloti degli ultraleggeri, che a causa del signor Landini non possono raggiungere l’aeroporto. Se dovete andare a scioperare e non ci sono i mezzi pubblici perché chi li guida è a scioperare, come fate ad andare allo sciopero?”.
Il comico entra in studio e inizia un monologo: “Il governo ha vietato lo sciopero contro la maggioranza perché non gli piace. Ma dove mai si è visto? Nel 2015, lo stesso Salvini aveva annunciato di voler scendere in piazza e protestare per il prezzo del latte. Il Ministro si alza la mattina e decide cosa fare in base ai sondaggi“.
A Fratelli di Crozza del 17 novembre si parla della Premier Giorgia Meloni: “Afferma che dare la caccia ai piccoli evasori è pizzo di Stato. Allora, se è vero, io ho sempre pagato il pizzo e ho anche un complice, ovvero il commercialista“. La Presidente del Consiglio è ora interpretata da Crozza: “Lo Stato dev’essere amico del cittadino, dobbiamo andare a trovarli nei piccoli negozietti dove fanno il nero e hanno le Lamborghini con l’usufrutto perché sono a nome delle loro nonne. Io sono Santa Giorgia, l’angioletto dei piccoli imprenditori”.
Antonio Razzi
A Fratelli di Crozza del 17 novembre si continua a parlare di evasione fiscale con il finto senatore Antonio Razzi: “Non credo che sia vero che la metà degli italiani non pagano le tasse. Non è possibile che ci siano ancora italiani che pagano, sicuramente hanno messo il fard ai dati per truccarli e fingere con i tedeschi. Lo Stato è una grande famiglia, ma non è che devi proprio dirgli tutto. È come la moglie, non è che ci dici che sei andato al night con le donne kebab“.
La serata di Fratelli di Crozza del 17 novembre procede con l’imitazione di Red Ronnie: “Il 9 è il numero di Jimmy Hendrix. Quando dico Hendrix va via la luce e per farla tornare devo dire Lucio Dalla sette. L’artista ci guarda da lassù ed è pronto ad accenderci sempre le luci”. Si procede con la parodia di Vittorio Feltri: “Meloni è riuscita a convincere l’Albania a firmare l’accordo perché gli albanesi ci sono riconoscenti: da anni ci svaligiano le case. A Tirana, sui tombini, c’è scritto Città di Bergamo. I comunisti vogliono l’Italia piena di migranti e di leoni, come è successo a Ladispoli. Il film di Paola Cortellesi è insulso, parla della questione insulsa delle donne. Cosa vogliono di più? Ormai hanno l’aspirapolvere e il bimbi, la colpa è nostra che le abbiamo viziate troppo”.
Fratelli di Crozza 17 novembre, l’imitazione di Vincenzo De Luca
A Fratelli di Crozza del 17 novembre è il momento dell’imitazione di Vincenzo De Luca, definito “il re della battuta” dal comico: “Il Ministro Sangiuliano, quando in casa gli salta la luce, si reca davanti al quadro elettrico per cercare la firma dell’autore. Ignazio La Russa ha chiamato i figli Leonardo e Geronimo: praticamente crede al motto Dio, Patria e Tribù. È il busto di Mussolini che si vergogna a stare a casa di La Russa. Vincerò le elezioni per le prossime 23 generazioni e realizzerò 15 ospedali, nonostante sia bloccato. Da una parte c’è la destra che non ci dà i fondi, al punto che siamo costretti a prendere gli euro dei carrelli. Dall’altra c’è Schlein che non vuole farmi fare il terzo mandato”.
Fratelli di Crozza del 17 novembre termina con lo spazio del Mentana che vorrei. Tra le finte notizie c’è il divieto di raccogliere il vetro alle 6 del mattino. Il comico, visibilmente commosso, decide di dedicare la puntata odierna al regista genovese Sandro Baldacci.