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Venerdì 12 aprile, dalle 21:35 su NOVE, è andato in onda un nuovo appuntamento di Fratelli di Crozza. Il comico Maurizio Crozza, anche questa settimana, porta sul palco imitazioni e monologhi. Attraverso essi, commenta i principali fatti di attualità politica e sociale. Al fianco del conduttore torna Andrea Zalone.
Fratelli di Crozza 12 aprile, le prime imitazioni
Inizia Fratelli di Crozza del 12 aprile. Il comico: “Lavorare sul NOVE è bello, io l’ho capito sette anni fa. Poi è arrivato Fabio Fazio e ora arriverà anche Amadeus. Siamo partiti che eravamo io e lo sgabello, ora siamo la Lampedusa della televisione. Se continua così, diventerò sempre più marginale, farò la fine di Di Maio. Ma come mai tutti scappano dalla Rai? La destra ha forzato la par condicio e il governo, nei talk show, potrà parlare senza limiti. Nella prossima campagna elettorale, un Ministro potrà fare un comizio e sarà subito una comunicazione istituzionale. Insomma, è l’istituto Luce“. Crozza esprime la propria solidarietà ai giornalisti della Rai.
Durante lo show, il comico propone la parodia dell’intervista che Bruno Vespa ha effettuato alla Premier Giorgia Meloni. Nel finto faccia a faccia il giornalista dispensa complimenti alla finta Meloni. Quest’ultima afferma: “Da oggi, in Rai è fortemente consigliato non associare il termine critica a Meloni“.
A Fratelli di Crozza del 12 aprile, il comico parla di Matteo Salvini: “Vuole fare un condono edilizio per raccattare i voti, quando si avvicinano le elezioni diventa più pacifista di Ghandi“. Poi c’è la parodia del Ministro, impegnato in prima persona ad abbattere un tramezzo di un appartamento: “Sto aiutando la signora Balenghi a buttare giù la tramezza per ampliare la cameretta del figlio, che oggi è accatastata a legnaia. Da oggi non servono più le pratiche e le autorizzazioni, ma basterà andare sotto la sede del comune e urlare le modifiche che si intendono fare”.
Antonio Razzi e Carlo Calenda
Il comico, nella puntata, torna in studio per un monologo: “Negli ultimi giorni ci sono stati quattro casi di voto di scambio: due al nord ed altrettanti al sud, di cui due compiuti dalla destra e due dalla sinistra. Insomma, il voto di scambio sta unendo l’Italia“. Dopo una breve pubblicità, è proposta la parodia di Antonio Razzi: “Ho trovato in tasca un tesoro, perché ho un pacchetto di sessantamila voti. Per ognuno sono 50 euro, fa un totale di milioni e milioni. Mi compro proprio tutto l’Abruzzo intero e col condono di Assalvini lo soppalco e lo metto tutto a Beld e Belfast. A me fanno pena gli elettori che vanno ancora a votare a gratis“.
Durante Fratelli di Crozza del 12 aprile c’è l’imitazione di Carlo Calenda: “Per potere e convenienza prendevo le scorciatoie, andavo nei tombini per arrivare prima degli altri e mi perdevo nelle fogne. Per una dose di voti ho accettato di allearmi con Renzi, ma toccare il fondo mi ha fatto capire che l’unica strada è la purezza. Fallirò? Sì, ma senza scorciatoie. Io fallisco anche con i gratta e vinci, perché gratto le monetine con i cartoncini. Quando faccio le email, prima scrivo i messaggi, poi spedisco il computer”. Il finto Calenda termina il monologo imitando James Brown, con tanto di coro gospel.
Si va avanti con Stefano Bandecchi, sindaco di Terni: “Sono figlio di camionisti, sono pragmatico. Guadagnavo 4 milioni di euro prima di entrare in politica, non mi interessa andare in Europa. Il nostro paese va rifondato, hanno paura di me“.
Fratelli di Crozza 12 aprile, la parodia di Beppe Sala
Fratelli di Crozza del 12 aprile procede con un monologo su Milano: “Per il Salone del Mobile sono triplicati i costi degli appartamenti e degli hotel. Insomma, venite in città già dormiti. Per questo in città gira tanta droga, tutti devono stare svegli“. Con l’occasione è imitato il Sindaco Beppe Sala: “Povera Milano, tutto il mondo vuole venire in città ma noi non siamo attrezzati per i grandi eventi, non siamo mica a Forlì. Io chiedo a tutti di non usare la macchina, ma direi di non fare neanche il Salone del Mobile. Con uno dei miei ho pensato di riempire la città con le cassette per raccogliere delle monete come offerte per ripiantare gli alberi. Tutti gli alberi vogliono venire a Milano, ma noi non facciamo mica il Salone degli Alberi“.
La serata termina con Vittorio Feltri: “Hanno scelto un’attrice di colore per fare Giulietta, così la gente penserà che Romeo sta con la colf. Sono contro le censure, ora non permettono di mettere una statua di una mamma che allatta il bambino. Sono rimasto l’unico normale in un mondo che è impazzito. Siamo diventati bigotti peggio dei beduini”. Fratelli di Crozza del 12 aprile termina qui.