Si continua in seconda serata con lo spettacolo “Sanghenapule“, ispirato all’omonimo spettacolo scritto e interpretato da Roberto Saviano con la collaborazione di Mimmo Borrelli.
Sarà, dunque, una serata a tema, prettamente napoletana che mostrerà però come l’arte e la cultura divulgate da Pino Daniele abbiano raggiunto una dimensione internazionale che lo ha fatto conoscere ed apprezzare anche al di fuori dei confini partenopei e nazionali.
“Pino Daniele – il tempo resterà” si rivela un ritratto inedito dell’artista finalizzato a mettere in evidenza soprattutto il suo intimo rapporto con la città di Napoli. Un legame affermatosi subito come un esempio di cultura che va aldilà della iconografia napoletana. Viene raccontato insomma un Pino Daniele come una sorta di Masaniello, personaggio capace di comunicare con tutti, dagli intellettuali fino alle persone comuni.
Nel documentario ci saranno le testimonianze ed i contributi di moltissimi personaggi del mondo dello spettacolo. In particolare intervengono Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Renzo Arbore, Lorenzo Jovanotti Cherubini, Clementino, Enzo De Caro, Maurizio De Giovanni (autore dei libri “I bastardi di Pizzofalcone” approdati su Rai 1 nella serie omonima interpretata da Alessandro Gassmann). Ma ci saranno ancora Fiorella Mannoia, Francesco De Gregori, Giorgia ed Enzo Gragnaniello. A parlare di Pino Daniele ci saranno ancora Phil Manzanera, Pat Metheny, Eric Clapton. A dimostrazione dunque della valenza internazionale dell’artista.
Vi anticipiamo anche che interverranno Vasco Rossi, Massimo Ranieri, Eros Ramazzotti, Lina Sastri. E ci sarà un contributo di Massimo Troisi che parla di Pino Daniele. Infine attraverso il documentario sarà realizzato un excursus nei luoghi di Napoli dove l’artista è vissuto per raccontare come è nata la musica napoletana di cui si è reso interprete e che ha fatto conoscere ad una vastissima platea di affezionati.
In seconda serata, subito dopo la conclusione dello documentario, ci sarà invece lo spettacolo “Sanghenapule” prodotto dal Piccolo Teatro di Milano e tratto dall’omonimo spettacolo di Roberto Saviano.
“Sanghenapule” metterà in evidenza qual è il legame che unisce Pino Daniele a Roberto Saviano. Alla base di tutto c’è il concetto della città di Napoli declinata sia come madre che come matrigna. Saviano di Napoli ne racconta l’atrocità della cronaca attraverso storie di camorra, Pino Daniele invece narra Napoli in una contaminazione di arte, di sonorità e di popolarità. Se il primo trasforma la tragedia nell’inferno rappresentato dalla criminalità, il secondo invece si ispira a quella napoletanità raccontata attraverso simboli per eccellenza. E tra questi non poteva mancare San Gennaro protettore della città a cui i napoletani sono fortemente legati.