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Mercoledì 19 marzo, Rai 1 ha mandato in onda Il Sogno. Al timone c’è Roberto Benigni, che torna in onda, in diretta, dopo alcuni anni di distanza. L’obiettivo del padrone di casa è quello di parlare, nel format, della storia e dello stato attuale dell’Unione Europea. Le musiche sono curate dal Premio Oscar Nicola Piovani.
Il Sogno, il monologo di apertura
Dopo una brevissima (e muta) anteprima in cui Roberto Benigni è nel backstage, inizia alle 21:46 la serata evento Il Sogno. Il conduttore, sulle note della colonna sonora di Pinocchio firmata da Nicola Piovani, entra nello studio. La scenografia è senza dubbio sui generis, con tanto legno, compreso nel pavimento.
Benigni afferma: “Siamo in diretta su Rai 1, Rai Play, Rai Radio 2 e in Eurovisione. Praticamente è un colpo di Stato, siamo ovunque, quasi a reti unificate, mi sento il Presidente della Repubblica“. Il padrone di casa rivolge un saluto proprio a Sergio Mattarella e a Papa Francesco.
Prosegue il monologo: “Attento Stefano De Martino, perché Trump ha visto una puntata di Affari Tuoi e vuole mettere i dazi ai pacchi. Non ci possiamo lamentare comunque, va tutto bene, tralasciando le guerre, l’instabilità economica, il riscaldamento globale e il rischio di guerra atomica. Doveva cadere anche un meteorite, ma quando ha visto la situazione sulla Terra ha preferito sterzare“.
Il significato della parola Libertà
Il Sogno prosegue con il monologo di Roberto Benigni, dedicato all’Europa: “Siamo un continente piccolo, ma abbiamo inventato molte cose, fra cui il concetto di libertà, che prima dei greci non c’era. Con i francesi abbiamo stabilito che il popolo non solo era libero, ma addirittura sovrano. Gli europei hanno scoperto la circolazione del sangue, il funzionamento del sistema solare ed altre mille cose, che formano il nostro patrimonio culturale, che è un tesoro immenso“.
Poi aggiunge: “Purtroppo, però, a noi europei piace anche fare le guerre. Siamo andati avanti un migliaio di anni, fino ad arrivare alle prime due Guerre Mondiali. Ma nel ‘900, tuttavia, c’è stata una grande novità, ovvero la creazione di istituzioni sovranazionali e mondiali, che riuniscono gli Stati sotto regole comuni. Ci siamo arrivati tardi, ma alla fine ci siamo arrivati e sono nate l’Onu, il Fondo Monetario Internazionale e l’Unione Europea. L’UE è l’esperimento politico più emozionante ed è necessario parlarne”.
Ancora Benigni: “L’Unione Europea ha avuto dei risultati straordinari, mai c’erano stati prima 80 anni di pace di fila nel nostro continente. Il cammino, però, non è concluso, occorre stare attenti perché nella nostra storia l’eccezione non è la guerra, ma la pace. Bastano poche difficoltà e fuoriesce il nazionalismo, che è il carburante di tutte le guerre degli ultimi due secoli. Il nazionalismo è una sorta di fede integralista, una malattia, una fissazione e si maschera da patriottismo, che è tutt’altra cosa”.
Il Sogno, lo strumento della paura
Ne Il Sogno, lo showman afferma: “Dobbiamo stare attenti alla paura, perché è da tale sentimento che si sono generate le più gravi sciocchezze politiche. Diffidate da tutti coloro che sostengono che il proprio paese sia il migliore, perché non ha nulla a che vedere con il patriottismo”.
Roberto Benigni parla di Ventotene, oggi oggetto di grandi polemiche a causa di alcune dichiarazioni della Premier Giorgia Meloni: “Alfiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni sono degli eroi. Si trovavano a Ventotene perché erano in esilio dal regime fascista. Ognuno con la sua storia, fanno subito amicizia e cercano una via di uscita all’incubo che stava sconvolgendo l’Europa. Iniziano a discutere, poi la svolta: ricevono dei libri da Einaudi, che diventerà il primo Presidente. I tre, dai tomi, vengono a conoscenza che esiste una cura per la guerra, proveniente dagli Stati Uniti”. Il riferimento è alla Costituzione, che è stata “pensata dai delegati, che consapevoli dell’assenza di alternative sono andati contro le indicazioni ricevute dai loro Stati“.
Ancora Benigni: “Spinelli, Rossi e Colorni hanno pensato di estendere la cura degli USA all’Europa, per evitare nuove guerre mondiali. Iniziano allora a scrivere il Manifesto di Ventotene, che ha dentro l’idea di una UE unita. Soprattutto nel linguaggio contiene dei passaggi superati, ma non per questo è meno visionario ed ha un punto centrale ancora oggi attuale: il superamento del nazionalismo. Anche la Bibbia ha dei passaggi superati, come la lapidazione per coloro che lavoravano il sabato, ma non per questo la buttiamo“.
Continua la storia del Manifesto di Ventotene
Roberto Benigni, ne Il Sogno, prosegue con la storia del Manifesto di Ventotene: “Dopo averlo scritto, i tre dovettero ideare un modo per renderlo disponibile ed allora ci hanno pensato Ursula Hirschmann e Ada Rossi, le mogli di Colorni e Rossi, le uniche che potevano spostarsi liberamente da Ventotene alla terraferma. Per sfuggire ai controlli dell’esercito fascista, scrissero il testo in delle cartine di sigarette e le nascosero dentro un pollo arrosto”.
Il racconto si sposta al 1979, anno in cui si sono svolte le prime Elezioni per il Parlamento Europeo. Uno snodo storico: “In un unico luogo sono seduti tutti i rappresentanti degli Stati europei. Si tratta di un miracolo, uniti nella diversità, facendo una cosa mai accaduta nell’umanità. Poi è arrivata l’unione monetaria, cioè l’euro. Ognuno pensa ciò che vuole, ma oggi, senza questa moneta, non andremo da nessuna parte. In seguito c’è stato l’accordo di Schengen, cioè l’abbattimento delle frontiere”.
Benigni accoglie Sofia Corradi, ideatrice dell’Erasmus, alla quale consegna una rosa. Poi arriva all’attualità: “L’UE di oggi non è quella dei padri fondatori, non ha un governo comune. Il progetto originario non è stato rispettato, oggi è come una casa bellissima, a cui manca il tetto. Ci abbiamo lavorato per 70 anni, ma non l’abbiamo finita. Il Parlamento UE è un diamante che non vale niente, perché non può votare su questioni economiche e di politica estera. Chi invece ha potere è il Consiglio, formato dai Capi di Stato, che pensano solo ai loro interessi particolari“.
Il Sogno, la chiusura di puntata
Il Sogno si avvia alla conclusione, senza alcuna pausa pubblicitaria. Roberto Benigni: “Altro problema dell’UE è il veto. La conseguenza è che un piccolo Stato, se non è d’accordo, blocca tutto ed infatti siamo quasi sempre bloccati. Il diritto di veto provoca l’irrilevanza politica dell’Unione Europea. Grandi paesi ci temono, ci vogliono divisi. Senza una riforma che tolga il diritto di veto, non andiamo da nessuna parte”.
Il conduttore aggiunge: “Al momento abbiamo 27 piccoli eserciti. Ma quanto sarebbe più efficace averne uno unico? Risparmieremmo ogni anno circa 100 miliardi di euro. Disuniti non contiamo niente, il problema è tra l’esistere o lo scomparire, come diceva Einaudi. L’Europa è l’ultima trincea della democrazia, abbiamo il dovere di difenderla. Il tempo della piccola politica è finito, occorre puntare all’alto. Stiamo male, malissimo, c’è rassegnazione, ma io sono positivo grazie ai giovani. Voi siete la prima generazione transnazionale, siete antropologicamente europei e siete la migliore garanzia per il futuro dell’Europa. Non è un sogno o una utopia, ma dovrà essere la realtà. Arriverà il giorno in cui ci saranno bambini che non conosceranno né carri armati né kalashnikov”.
Benigni conclude: “L’Inghilterra ha fatto il primo passo con la Magna Charta, dicendo ai cittadini che erano liberi. Poi ci hanno pensato i francesi, che dopo la rivoluzione hanno detto ai cittadini che erano sovrani. Ora, gli europei devono fare un ultimo passo: dire al mondo che siamo fratelli“. Termina così Il Sogno.