Crozza apre con il personaggio Incool8, per polemizzare sull’indignazione facile che corre nei social: con un hashtag si può commentare la gravidanza della Ferragni e l’immagine di Anna Frank usata dai tifosi laziali. Il tempo di un posto in bacheca, e subito ci laviamo la coscienza: parte il monologo.
“Sappiamo tutto del cancelletto, ma non di quest’altro cancelletto”: sullo schermo compaiono i cancelli di Auschwitz. Il comico ripercorre quanto avvenuto in settimana, immaginando una pena per i tifosi che intonavano “Me ne frego” durante la “sceneggiata” di Lotito: deportazione nel paese più freddo del mondo, in Siberia, dove la temperatura arriva a meno 80 gradi.
Crozza si domanda come mai l’ideologia violenta di destra sopravviva e prolifichi, mentre quella di sinistra si disintegra. Si passa dunque alle vicende della nostra politica interna.
Il Rosatellum, i collegi al nord stimanti a zero, il discorso di Renzi in chiesa senza che il parroco venisse avvertito, il “treno dell’ascolto” del PD: Crozza ironizza ricorrendo ai titoli di giornale. Il treno di Renzi, dice, è l’unico che fischia alla partenza e non all’arrivo: le contestazioni infatti, sono state diverse.
Se Renzi è odiato dagli italiani, chi è amato è Minniti: “io soffro a dipingere Minniti come un uomo che ama la destra, però ci si mette pure lui. Già è andato alla festa della Meloni, poi a quella del Foglio”. Viene riproposto il discorso tenuto all’evento del giornale, dove ha preso ad esempio i Peanuts per dire che i leader politici devono sapere dove stanno andando.
Dopo il break pubblicitario, Crozza torna nelle vesti del Ministro dell’Interno: “Nei Peanuts c’è una dittatura della maggioranza, i Peanuts devono essere ottemperati. Questo è il cruccio, l’assillo”, e via di supercazzola.
Secondo monologo, stavolta incentrato sulla Fedeli: dopo l’alternanza scuola-lavoro, le superiori in quattro anni, ora la faccenda del tragitto scuola-casa per le scuole medie. Come fa un ragazzino, se i genitori lavorano entrambi? E comunque a 13 anni non sono più bambini: attaccano gli adesivi di Anna Frank allo stadio, figurarsi se non possono tornare a casa da soli.
Tocca quindi all’imitazione della Fedeli, “la ministra con la licenza elementare appesa in studio”.
Quindi Linea Notte con “Maurizio Mannoioni“: si discute dell’episodio di Anna Frank, per poi chiedersi quali argomenti di sinistra ci siano in scaletta. Il giornalista non riesce a farsi venire in mente un lavoro usurante; naturalmente non ce la fa nemmeno Rampini, che al massimo riesce a rispondere che l’usura sia stata la promozione del suo ultimo romanzo.
Per rimanere in campo giornalistico, dietro la scrivania ecco Vittorio Feltri. Su Anna Frank usata come sfottò dai tifosi laziali: “Ma cosa vuole che me ne freghi del calcio, io ho 74 anni e vivo a Bergamo. Se scrivi un diario per far sapere i ca**i tuoi, poi è normale che vada a finire così. Come Cecilia Rodriguez che va al Grande Fratello“. Feltri vira presto su Asia Argento: “La vittima è Weinstein che le ha fatto sesso orale”. Prima di congedarsi dal pubblico, auspica le pensioni a 67 anni e la Rodriguez a 69.
Alle 22.35, il maestro di yoga Ayurvedico. Il guru vuole che i presenti entrino in contatto con il loro io, ma ha l’impressione che qualcuno stia entrando in contatto con il suo “io”.
Infine Roberto Formigoni, per niente preoccupato di finire in galera. E nemmeno ai domiciliari, perché “io una casa non ce l’ho”.
La puntata si conclude qui.