Dopo le presentazioni di rito, annunciati i servizi salienti dalla puntata, viene lanciato il primo servizio. Giulio Golia raggiunge don Lorenzo: Ragazza stuprata: il prete la crocifigge su Facebook.
La iena vuole chiedere conto al parroco della sue esternazioni su Facebook riguardo al ragazza violentata a Bologna: l’uomo non si fa trovare, ma Golia vede quanto la gente se la stia prendendo con la 17enne stuprata, colpevole di essere in giro ubriaca.
Golia lo aspetta allora dopo la messa, ottenendo una spiegazione delle sue parole: era l’ennesimo caso da giorni, non si poteva fingere niente. Don Lorenzo dice che non voleva accusare la ragazza, di non essere riuscito ad esprimere quel che voleva: visto che Golia gli offre la telecamera, si scusa.
Tocca a Filippo Roma: Brogli alle elezioni: le confidenze del senatore Razzi.
Razzi è stato eletto nella stessa circoscrizione svizzera dell’onorevole Caruso. In precedenza Roma ha raccolto delle testimonianze sui brogli dei plichi destinati agli italiani all’ estero, e ora chiede informazioni a Razzi.
Senza giri di parole, senza accorgersi di essere ripreso, Razzi conferma che non vi è alcun controllo: ciascuno può fare ciò che vuole, chiedendo persino agli amici alla posta di sequestrare i pacchi grigi. Un suo ex collaboratore però, conferma che lo stesso Razzi ha fatto ricorso ai medesimi trucchetti di Caruso: Razzi risponde che l’uomo è arrabbiato perché non l’ha più riassunto.
Dopo il primo break pubblicitario, ecco il piatto forte della puntata: lo scherzo a Marco Travaglio. Lo scherzo nasce nel maggio 2017, quando Sebastian Gazzarini incontra il figlio di Travaglio, Alessandro, al Salone del Libro di Torino: da lì iniziano i contatti tra i due. Alessandro viene chiamato in redazione, dove svela la passione dle padre per il karaoke e l’amore smodato per Renato Zero, al punto da aver comprato dei cerchietti con orecchie per cantare insieme ai colleghi.
Siamo a ottobre: Alessandro racconta al padre che l’hanno contattato per il Grande Fratello Vip, e il giornalista gli risponde subito che lì farebbe non l’artista, dato che è un rapper, ma il figlio di Travaglio.
Le iene vanno a casa di Travaglio, accolti dai due figli: i ragazzi li fanno entrare nello studio per sistemare le telecamere nascoste.
Sarà proprio nello studio che a Travaglio arriverà una notizia inaspettata: Alessandro ha accettato di entrare nella casa di Cinecittà. Anzi: con la scusa di suonare a Genova, è invece andato a registrare il provino. Ha pure firmato un contratto per tremila euro: “Con il cognome che porti -gli dice il padre- è una cifra da tirarglieli dietro”.
Il direttore del Fatto non vuole saperne di avere qualcosa a che fare con un programma del genere, infangando il suo nome e quello dei dipendenti. “Io se li incontro per la strada, li stiro con la macchina”, chiarisce: mano a mano che il figlio cerca di avere il suo consenso, l’altro gli ricorda quanto il “nemico numero uno”, cioè Mediaset, abbia cercato di rovinarli la carriera. L’unico punto d’incontro, chiarisce, tra Marco Travaglio e Mediaset è il tribunale.
Travaglio mantiene un aplomb invidiabile, nonostante sia sconcertato dalla decisione di un figlio che non riconosce.
Quando si scopre che è tutto uno scherzo, il giornalista ritrova un sorriso: lo scherzo è divertente, l’importante è che Alessandro non vada davvero al Grande Fratello Vip.
Al rientro in studio, la Toffa spezza una lancia a favore di Mediaset: a dispetto delle parole poco lusinghiere nei propri riguardi, l’azienda ha dimostrato apertura mentale consentendo la messa in onda del servizio.
Si prosegue con Dino Giarrusso: Attrici molestate: è bufera su Fausto Brizzi. Stavolta viene fatto il nome: il regista di cui parlava gran parte delle ragazze intervistate, era davvero Brizzi.
Pur non conoscendosi le ragazze tra loro, i racconti sono tutti simili: tra le tante, una racconta di essere stata penetrata perché non ha avuto la forza di opporsi, non ha capito cosa stava accadendo se non quando era troppo tardi.
Le altre riferiscono di molestie molto pesanti, culminate con una masturbazione del regista. E tutte parlano di uno sguado da pazzo, di un viso stravolto nei lineamenti. Il motivo per cui non hanno denunciato? Paura di non poter mai lavorare, soldi, vergogna.
Giarrusso prova a contattare Fausto Brizzi, ma al telefono non risponde nessuno. La iena però, continuerà nell’inchiesta: l’invito è a parlare tutte.
Luigi Pelazza indaga sui voli: Ryanair: volare low cost ha il suo prezzo. La iena incontra alcuni piloti Ryanair, scoperchiando quanto c’è dietro i voli a basso prezzo: contratti stipulati in Irlanda, col risultato che i piloti sono a partita iva. In pratica, si guadagna solo se si vola senza alcuna garanzia, né ferie pagate o previdenza sociale. Non solo: piloti e personale di bordo non hanno nemmeno i pasti, a cui devono provvedere per conto proprio.
Una politica aziendale che gioca su ogni elemento che consenta di ridurre le spese, al punto che gli aerei vengono persino raggiunti a piedi dal personale anziché con un veicolo. Questa zona franca però, è in Italia ma non ovunque: una politica tollerata, nonostante venga puntualmente disatteso il contratto collettivo.
Il servizio successivo ha già una minaccia di querela prima di essere trasmesso. Gaetano Pecoraro si occupa del preseminario Vaticano, il San Pio X: Hanno abusato di me in Vaticano. Con l’appoggio di Gianluigi Nuzzi, Pecoraro concentra l’attenzione sui chierichetti del Papa, alloggiati in una scuola vicino alla residenza del Papa.
Nel San Pio X si entra già intorno agli 11 anni: in totale gli studenti erano una quindicina.Uno di questi ragazzi, arrivato dalla Polonia, racconta di aver visto il compagno di stanza abusato da un seminarista più grande. Il testimone aveva tra i 15 e i 16 anni, così come l’amico: il seminarista entrava nel letto dell’altro per avere un rapporto, approfittando della posizione di potere che aveva rispetto all’adolescente. Essendo la persona di fiducia del rettore, era potente.
In un anno scolastico, la frequenza era altissima: il seminarista mieteva diverse vittime.
Il padre spirituale, che si era accorto di questi strani movimenti, è stato trasferito: cacciato dal rettore, Monsignor Radice. Pecoraro prova a parlarci, ma l’uomo si nega: gli raccomanda però di aiutare quei ragazzi.
I racconti dei testimoni sono sconvolgenti: persino una masturbazione dietro l’altare durante la messa a San Pietro. A luglio di quest’anno, il seminarista è diventato sacerdote: il vescovo che l’ha ordinato non dà risposte alle domande dell’inviato. Come se non bastasse, il seminarista che ha molestato e violentato, ora si occupa proprio di un oratorio: sta con i bambini.
Alla fine Pecoraro si reca pure dall’accusato, che ovviamente non sa niente.
È la volta di Alessandro Di Giuseppe: Il doping meccanico delle biciclette. Si tratta di “motorini” che facilitano la pedalata: il sospetto è che venga utilizzato anche nelle competizioni agonistiche dei ciclisti professionisti, di fatto divenendo un vero doping meccanico. Al momento, i controlli esistenti non sono sufficienti per scoprire chi udsa questo trucco.
Liza Boschin è volata in Bangladesh: Il “prezzo” dell’abbigliamento a basso costo. Essendo difficile entrare con le telecamere, la Boschin si è finta una piccola imprenditrice interessata all’acquisto di magliette in cotone.
Pantaloni venduti in Italia a 19,95 euro, costano 5,27 euro: per questo possono essere venduti a un prezzo tanto basso, comunque di molto rialzato. La struttura della fabbrica bangladese è traballante: le macchine da cucire sono talmente tante che i pavimenti tremano.
Lo stesso paio di pantaloni, prodotto in Italia, verrebbero a costare almeno tre volte di più. È la totale assenza di tutele e garanzie, ad abbassare il prezzo della produzione nel Paese asiatico: un bambino guadagna un euro al giorno, gli incidenti sul lavoro non si contano, gli operai non hanno alcuna protezione fisica.
A pochi minuti dalla mezzanotte Cerca lavoro, trova un porcone di Veronica Ruggeri: un fasullo datore di lavoro che palpeggia pesantemente le ragazze che si presentano al colloquio. Quando il lavoro di segretaria inizia, le molestie si fanno ancora più pesanti.
Segue Cristiano Pasca: 5Stelle o giornalisti: chi mente? Cancelleri del Movimento smentisce le intimidazioni contro il ristoratore Gigi Mangia, affinché i giornalisti presenti lasciassero il ristorante. Il proprietario del locale a un certo punto si è trovato con due gruppi che volevano andarsene, e siccome davanti il ristorante c’era un sacco di gente, nella confusione generale non ha capito bene cosa stesse succedendo.
Aiello del Messaggero insiste a sostenere che Di Maio ha detto “o noi o loro”: afferma pure di avere le prove. Solo che quando Pasca prova a contattare gli altri due giornalisti, Luca De Carolis del Fatto Quotidiano e Gabriella Cerami dell’Huffington Post, loro si dimostrano evasivi sulla questione. E alla fine Aiello, incalzato nuovamente, ammette che le prove non le ha lui.
Replica di Giulio Golia: Se sei carina con me…passi l’esame.
Sebastian Gazzarini testa la sua app che insulta: Appanculo. Cadono nel tranello Cristina Chiabotto, Martina Colombari, Daniele Bossari, il Maestro Mazza, Clementino, Vladimir Luxuria.
La puntata si conclude qui.
Chi mi sa dire quale é il marchio dei pantaloni venduti a 19,90 €?