Si ricomincia da Ostia dopo la puntata della scorsa settimana, quando venne mostrato il servizio in cui Roberto Spada aggredì il giornalista della trasmissione Daniele Piervincenzi. Si parte ancora con la sua testimonianza e la ricostruzione dell’accaduto. “L’unico eroismo che conta è l’impegno quotidiano di ognuno di noi“, dice il reporter smentendo di sentirsi un eroe per quanto successo.
L’approfondimento su Ostia continua con l’inviato Nello Trocchia che cerca di capirne di più sul caos dell’assegnazione delle case popolari. Il giornalista incontra un uomo che vive a casa della mamma con la sua nutrita famiglia: gli era stata assegnata un’abitazione ma poi è stata occupata da altri illegalmente. Insieme a Trocchia si reca in quella che dovrebbe essere casa sua, ma per poco non scatta la rissa.
Per chi non ha problemi di occupazione, ci sono altri grattacapi, in particolare la scarsa manutenzione degli immobili con rischi per la propria incolumità. “Chi ha bisogno di entrare in una casa popolare è disposto a pagare il pizzo. Il racket delle case popolari è gestito dagli Spada“, dice un anonimo.
Ancora Ostia, stavolta con un filmato che vuole concentrarsi su alcune imprese del posto, oggetto di minacce ed estorsioni. Un gestore di uno stabilimento balneare, più volte danneggiato per mano di ignoti, rivela di essere stato aggredito da due individui nel recente passato. Eppure, dice che non è mai venuto nessuno da lui a chiedere il pizzo. Un altro imprenditore del posto ammette sconsolato che “non si può fare impresa libera ad Ostia” dopo l’incendio del suo locale, dovuto probabilmente al suo rifiuto di pagare il pizzo.
L’ampia parentesi su Ostia si chiude e le telecamere si spostano in Sicilia, esattamente a Messina: si va nella baraccopoli di Fondo Fucile, dove vivono circa duemila persone. La situazione è a dir poco allarmante: povertà pressoché assoluta, abitazioni precarie e malridotte, condizioni igieniche quasi estreme. La quasi totalità dei tetti delle abitazioni è rivestita di amianto, minerale potenzialmente letale per la salute perché cancerogeno. Di questo posto e della gente che ci vive, la politica pare essersene dimenticata, per ricordarsene spesso in vista delle elezioni. Lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco approfondisce la questione nel suo intervento sul palco.
Marco Maisano è a Mestre per parlare del problema della droga. L’inviato incontra una coppia giovanissima, tossicodipendente. Lui ha 28 anni, lei dieci di meno. La loro vita è allo sbando: in una zainetto hanno il poco necessario per vivere e vanno in cerca di denaro per comprare la loro dose, la prima del giorno. Le crisi di astinenza non tardano ad arrivare, con effetti sull’umore dei due che perdono più volte la pazienza offendendosi a vicenda.
Viene ripreso il momento in cui i ragazzi assumono la loro dose di eroina: scena abbastanza forte. La loro vita è già devastata, senza orizzonti né voglia di provare a fare qualcosa per migliorarla. La ragazza giunge al punto di desiderare la morte pur di riuscire a risolvere la sua disastrosa situazione. In studio Carlotta Mattiello, madre del rapper Cranio Randagio morto un anno fa per un overdose di droga: la donna lamenta la scarsa chiarezza delle indagini sul decesso del figlio.
Enrico Lucci è andato a trovare una famiglia vegana, composta da madre, padre e due figli: il più piccolo lo è dalla nascita. I genitori sono totalmente contrari alla vaccinazione, convinzione rafforzata dai consigli del loro pediatra, a sua volta vegano. Fermamente convinti delle loro idee, rispondono sicuri alle domande di Lucci, che cerca di creare un dibattito con loro portando le argomentazioni dei sostenitori della vaccinazione. “Sono vegano perché amo gli animali, e se li ami non li mangi“, dice candidamente il piccolo. Subito dopo il servizio, ecco in studio il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che spiega perché sia necessario vaccinare i bambini.
La Tunisia è meta di molti italiani che, una volta andati in pensione, hanno deciso di trasferirsi nel paese nordafricano per vivere meglio e pagare meno tasse. Il costo della vita è molto basso e le differenze con l’Italia sono nette: un attico in centro ad Hammamet pare che costi l’equivalente di 250 euro. Anche alcuni imprenditori hanno deciso di trasferire in Tunisia le loro attività, per guadagnare di più e usufruire dei vantaggi di un basso carico fiscale.
Dalle tasse al calcio: l’Italia è fuori dai mondiali dopo lo spareggio con la Svezia. L’attore Francesco Acquaroli arriva in studio per un monologo. “Siamo fuori dalla Coppa del Mondo perché i giocatori nell’82 avevano la faccia da metalmeccanici e oggi da apericena. Lo siamo perché ormai, come il ct, oggi nessuno si dimette“, dice. La sua riflessione si estende ad altri ambiti, passando per la politica, l’economia e l’emergenza immigrazione.
Sulla mancata partecipazione dell’Italia alla prossima rassegna iridata viene intervistato in un servizio Luciano Moggi, che su Ventura dice: “Metterlo a capo della nazionale mi è sembrato esagerato. Non era all’altezza“. Su Tavecchio: “Ha sette vite, non penso si dimetterà”. L’ex dg della Juventus svela che Antonio Di Pietro riceveva circa 15 biglietti gratis per le partite dei bianconeri in Champions. “Dopo Calciopoli, però, ha detto che non mi conosceva“, dice. Interrogato sui lati meno positivi della sua carriera da dirigente, respinge prontamente le accuse rivoltegli nel corso degli anni. “Tornare nel calcio? No, quello attuale non mi diverte. Alle prossime elezioni certo non voterò per la sinistra. Negli scorsi anni ho sempre votato Berlusconi“, conclude.
Servizio replicato sul turismo “radioattivo”: alcuni giovani vanno a Chernobyl, nei posti più a rischio per l’emissioni delle radiazioni, per provare esperienze al limite. In gergo vengono chiamati “stalker”.
Termina qui la puntata odierna. La prossima andrà in onda giovedì 23 novembre, sempre alle 21.20, su Rai 2.