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Lunedì 27 gennaio, Rai Premium alle 23:30 in prima serata, in occasione della Giornata della Memoria, manda in onda il tv movie Max e Hélène – Un amore nella follia del nazismo. La coproduzione Rai Fiction – 11 Marzo Film è prodotta da Matteo Levi, che, per superare tante difficoltà burocratiche, ha ammesso con sincerità che il proprio cognome lo ha senz’altro aiutato.
Max e Hélène – Un amore nella follia del nazismo – curiosità, dove è girata
La fiction, diretta da Giacomo Battiato, è tratta dal libro di Simon Wiesenthal “Max und Helen”, ma parte da una storia realmente accaduta negli anni bui del Nazismo.
La fiction girata in Italia tra Venezia e Bolzano, ed è costata non poca fatica alla regia per realizzare scene di barbara violenza (percosse, certo, e non altro), anche con elementi del posto per le scene d’insieme.
Sebbene durante Fascismo e Nazismo si vivesse allora in Italia e in Europa nel terrore di qualsiasi evento la storia del film ambientata nella Venezia del 1944. La storia vive dapprima di un amore fresco ed autentico, come in situazioni di normalità, fra due giovani, l’ebreo Max Sereni studente di medicina ed Hélène Blondel figlia di un diplomatico, un console onorario francese fascista ed antisemita.
Max e Hélène – Un amore nella follia del nazismo – trama del film in onda su Rai Premium
La famiglia di Max è ha subito la deportazione e il giovane vive in clandestinità in una soffitta. Purtroppo Max è catturato ed avviato con altri prigionieri alla fucilazione, mentre Hélène, non essendo ebrea, è risparmiata. A questo punto, spinta dall’amore, ella si autoaccusa di non essere ariana e parte con lui: da questo momento anche per loro inizia il terrore.
Entrambi si sposano nel treno dei deportati, riescono a fuggire in Polonia, ma sono prontamente riacciuffati. Max subisce la fucilazione ma riesce a salvarsi: rimane vivo nella fossa ed inizia la sua lotta per la sopravvivenza. Hélène, costretta ad assistere alla fucilazione dall’ufficiale Thomas Köller, resta poi nelle sue mani, per essere sottoposta ad ogni genere di abuso e sfruttamento.
Max ed Hèlène perdono le rispettive tracce e rimangono separati per quindici anni: lui, inseritosi nella resistenza polacca, finisce in un gulag sovietico. Una volta libero si mette alla ricerca della ragazza: ma gli giunge notizia che ella sia stata uccisa da Köller.
La ricerca si trasforma in una caccia con scopi di morte dell’aguzzino, che intanto ha cambiato identità e tipo di vita.
Max a Vienna conosce Hans Berk sottufficiale di Köller, e ne guadagna l’amicizia per cercare di arrivare all’assassino. Viene anche a incrociare il cammino di Simon Wiesenthal. Il più tenace e pervicace inseguitore di nazisti del secolo passato, e già alle calcagna dello stesso personaggio, Köller.
Anche Ennio Fantastichini nel cast
Accanto a Ennio Fantastichini come Wienesthal e Luigi Diliberti quale Padre Anatol, il ruolo della protagonista Hélène è rivestito da Carolina Crescentini, giovane attrice emergente. Quello di Max invece ha richiesto al regista una maggiore analisi dei candidati. Non gli è infatti facile arrivare al ‘suo’Max, per via dei tanti e contrastanti sentimenti che questi deve affrontare e fare suoi. L’amore forte e invincibile, l’odio per gli aguzzini, l’ansia di vendetta, il rispetto per lo spirito di suprema giustizia che invece anima Wiesenthal.
Ma a questo punto, dinanzi all’inconciliabilità della vendetta e della vera giustizia tutti gli interpreti vengono arrestati da una scoperta imprevedibile, compiuta da Wiesenthal. E qui si arresta anche il compito di chi deve presentare, ma non rivelare del tutto la fine di una fiction.