Il viaggio parte da Demre, l’antica Myra in Turchia: San Nicola è esistito davvero?E come si è passati a Santa Claus, omone barbuto e corpulento? Uno dei patroni della Russia, il nome NIkolaos in greco significa “colui che lotta e combatte per la gente”: su San Nicola è stato raccontato di tutto, persino che da neonato digiunasse il venerdì senza prendere il latte materno.
Raffigurato con la barba e un sacco sulle spalle, il santo era noto per il suo essere dalla parte del popolo.
Giacobbo visita la chiesa costruita sopra la tomba di San Nicola. Oggi sconsacrata, la chiesa è ricca di affreschi che raffigurano San Nicola nella sua vita: il sarcofago è stato scoperto nel 1968, ma le reliquie sono altrove.
Il conduttore si sposta a Bari: il corpo venne trafugato e portato nella città pugliese quasi mille anni fa.
Siamo ora nella cripta della Basilica di San Nicola a Bari, davanti ai resti di San Nicola: grazie ad essi, gli studiosi ne hanno ricostruito la fisionomia. Le telecamere si addentrano poi in una parte della basilica “ancora da scoprire”: al momento sono ancora in atto i lavori di scavo.
Ma ossa di San Nicola sono custodite anche a Venezia: sono infatti risultate complementari, perciò messe insieme costruirebbero un intero scheletro. Altre si trovano invece in Turchia.
Nel nuovo continente San Nicola trova una nuova sintesi: passando attraverso diventi passaggi, nel 3 gennaio 1863 nasce l’opulento Babbo Natale che tutti conosciamo.
Quando un giornalista della CBS, in una cronaca dalla Lapponia, dice di essere dove la slitta di Babbo Natale è partita, all’estremo nord iniziano ad arrivare le lettere dei bambini.
Giacobbo vola in Lapponia, proprio seguendo Babbo Natale.
Si realizza il sogno di ogni bambino: vedere il villaggio di Babbo Natale. Nella sua casa, il conduttore trova la spiegazione “scientifica” alla domanda che tutti ci siamo posti: come fa Babbo Natale a consegnare tutti i regali in una notte? Semplice: ferma il tempo.
Il conduttore si intrattiene con Babbo Natale: l’Italia è il secondo paese da cui arrivano più lettere, prima la Cina.
Si torna in Turchia, in Cappadocia: a bordo di una mongolfiera, insieme a tante altre, sugli spuntoni di roccia che vengono chiamati “camini delle fate“. A 250 metri d’altezza, viene mostrato il territorio: disegnato prima della natura, poi dall’uomo.
Una volta a terra Giacobbo si addentra nelle chiese scavate nella roccia delle montagne: colori forti, lapislazzuli, sono state costruite 200 anni prima di Giotto. Vi sono ritratte scene tipiche dell’arte bizantina: la vita di Gesù veniva raccontata per immagini per chi non sapeva leggere, in particolare in quella che viene chiamata la “chiesa oscura”.
Sempre in Turchia, conosciamo ora la più grande città sotterranea del mondo: abitata fino al 1923, consta di otto chilometri di tunnel. Distribuita su più livelli sotterranei, probabilmente intorno all’ottavo secolo avanti Cristo, non si sa esattamente quali tecniche siano state utilizzate. Non si sa nemmeno quali condizioni abbiano spinto gli uomini a rifugiarsi sotto terra: una delle ipotesi è che, inizialmente, dei soldati si siano nascosti nel sottosuolo per sfuggire all’esercito nemico.
Mano a mano che si scende nel labirinto, si trovano stanze con funzioni simili: garantire cibo, acqua e aria a chi ci viveva. Di livello in livello, si arriva anche al luogo adibito a preghiera.
Dall’ottavo livello in poi, l’accesso al pubblico è vietato: le telecamere di Voyager scendono ulteriormente il tunnel, ma poi si devono fermare. Oltre infatti, bisogna ancora scavare per conoscere cosa c’è nella città sotterranea.
Si sconfina ora nel fantastico per parlare di fate, folletti e gnomi. Dalle leggende ai presunti avvistamenti di fate, passando attraverso un articolo scritto da Conan Doyle sull’argomento, Giacobbo ripesca una notizia del 2015: le segnalazioni sull’Appennino tosco-romagnolo di gnomi.
Una volta si credeva che, la note di Natale, i folletti scendessero di boschi per godere della magia del Natale insieme alle persone. C’è chi ci vuole credere: un uomo intervistato per esempio, è convinto che i bambini guardino meravigliati perché vedono quello che gli adulti non riescono a comprendere. Spazio quindi a un islandese convinto che elfi e folletti si arrabbino con noi.
Ancora Turchia, Antiochia, stavolta ripercorrendo la figura di San Paolo. Di religione ebraica, studi greci, cittadino romano, si rivolge non solo agli Ebrei: in tutto l’Impero Romano, sarà colui che più di tutti parlerà di Gesù.
Giacobbo si sposta quindi a Betlemme, nella Basilica della natività: scossa da terremoti e saccheggiata, ora appare povera perché depredata delle sue ricchezze nel corso dei secoli.
Giacobbo si sposta quindi a Betlemme, nella Basilica della natività: scossa da terremoti e saccheggiata, ora appare povera perché depredata delle sue ricchezze nel corso dei secoli.
Ma quando è nato esattamente Gesù? Sicuramente prima di quello che da noi viene considerato l’anno 0, probabilmente sette anni prima. Ma in quale giorno? Incrociando le testimonianze, non sappiamo il giorno esatto: la tradizione del Natale è però coerente con i dati a nostra disposizione, dato che il giorno sarebbe proprio verso fine dicembre.
Seguiamo “la strada di Gesù”, cioè le tappe della sua vita fino al Santo Sepolcro. Sulla Via Dolorosa sono segnati i posti in cui Gesù Cristo venne flagellato, dove gli venne posta la corona di spine sulla testa: oggi attraversa il quartiere musulmano della città.
Infine il Santo Sepolcro, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. Il conduttore riesce a entrare persino nei sotterranei, dove un’iscrizione rappresenta il più antico reperto cristiano: la scritta, “Signore, siamo arrivati”, testimonierebbe che già i primissimi cristiani avevano collocato la tomba di Cristo qui.
La puntata si chiede con la lettera di Paolo, un ragazzo malato di Sla: la legge Francesco Pannofino, ed è un appello alla ricerca affinché i malati non rimangano soli.
Voyager torna l’8 gennaio.