Si comincia con Maurizio Crozza che entra in studio con un cappuccio in testa. Il tema del primo monologo è quello della massoneria; ecco spiegato il motivo del particolare vestiario. Da qui ai candidati del M5S appartenenti a logge massoniche è breve. Secondo il comico ligure siamo a quota 3.
Primo espediente tecnologico. Con il vero Crozza sul palco e quello in versione Luigi Di Maio presente nel vidiwall alle sue spalle. Somiglianza fisica e della voce lontanissime dall’originale. Con tutta onestà non è la migliore performance del ligure, anzi, con tutta probabilità una delle meno riuscite. Il monologo prosegue sugli impresentabili o alle candidature estroverse come quella di Maria Elena Boschi a Bolzano o Pier Ferdinando Casini a Bologna.
Divertente canzoncina dedicata a Vincenzo De Luca e alla sua “dinastia”. Il monologo entra così nel vivo parlando dell’inchiesta sui rifiuti avviata da un servizio del sito fanpage. Particolarmente pungente e divertente il pezzo in cui si sfottono le dichiarazioni di un rappresentante Pd, che per giustificare la presenza della “dinastia De Luca” cita anche Michelle Obama ed Hillary Clinton.
Ecco uno dei cavalli di battaglia di Maurizio Crozza. Anticipato da un tradizionale discorso del Governatore della Campania, arriva l’imitazione di Vincenzo De Luca. Mega elogio surreale e divertente del figlio: “Roberto fa l’assessore a Salerno solo perchè la Casa Bianca era troppo lontana dalla palestra dove va“. La sua fissa però resta Luigi Di Maio. Prima pubblicità.
Al ritorno in studio si parte con Vincenzina e la fabbrica, brano del grande Enzo Jannacci. Questo splendido testo serve per introdurre il monologo sulla drammatica vertenza della Embraco. Per spiegare il mondo economico Maurizio Crozza imita Carlo De Benedetti. Molto più centrata della precedente performance, appare simile al reale soprattutto nella voce e nella cadenza. Geniale il sottopancia che cambia attivato da una manovella.
Flaviano, Pier Paolo Pasolini gli intellettuali di un tempo. Ora l’unica carta in mano agli italiani è Beppe Severgnini, definito oppiaceo. Come in precedenza delle dichiarazioni del personaggio servono per introdurre l’imitazione. Si inizia dalla spiegazione del nome del settimanale “Sette”. Il ritmo vertiginoso con cui spara banalità ti getta in un vortice, che rende lo sketch difficile da seguire, nonostante risulti molto simile all’originale, soprattutto per atteggiamento.
Prima della pubblicità svelate le prossime imitazioni: Vittorio Feltri e Sting. Si riparte dalla caricatura di Roberto Laurenzi, il guru dello yoga che spopola su Youtube. L’uomo salta da un argomento all’altro menzionando massime, argomenti differenti e attacchi alla medicina tradizionale. Nel complesso piacevole.
Con un ritmo come sempre sostenuto si passa al personaggio successivo. L’imitazione di Sting è introdotta da due ragazzi che recitano il testo, rigorosamente in italiano, di Message in a BottleUna bella novità di questa edizione 2018. Niente da fare, nonostante tutti gli sforzi, forse sarà anche per il Brunello di Montalcino bevuto a Firenze, ma cantare in italiano non gli riesce proprio. Bello l’arrangiamento, paradossale e divertente il testo che ne esce fuori. .
Altro cavallo di battaglia è la caricatura di Vittorio Feltri. Ecco il suo “editoriale” che parte subito in quinta: “Il fascismo ha perso il match d’andata ma occhio che le bastonate in trasferta valgono doppie“. Primo argomenti la vicenda rifiuti in Campania. Con i tradizionali doppi sensi e forzature, c’è anche la meritata menzione per Sofia Goggia, neo campionessa olimpica nella discesa libera.
Con la frase “Godetevi l’ultima settimana di campagna elettorale, l’ultima settimana in cui avremo un Governo” termina la puntata odierna di Fratelli di Crozza. Il prossimo appuntamento è fissato per venerdì 2 marzo, alle 21.15 su Nove.