Quartiere Eur di Roma, Salvo Sottile sale in auto e comincia a girare per la Capitale in notturna. In realtà la partenza dall’Urbe è metaforica, perché il viaggio del giornalista comincia da Firenze. Lì incontra Gianluca, gestore di fondi di investimento che ha iniziato a lavorare negli anni ’80. Lo stile dell’intervista è piuttosto informale, con Sottile che scherza anche con il broker. Il suo mestiere implica il fatto che debba iniziare a smanettare davanti al pc e ai grafici finanziari dalla notte, a causa dell’apertura della borsa giapponese. Sottile è interessato a capire quale siano le caratteristiche della professione di chi ha davanti.
Da Firenze si arriva a Bari, dove il conduttore incrocia prima alcuni giovani per capire come trascorrono la notte in città, tra locali e chiacchierate per strada. Il giornalista siciliano inizialmente chiacchiera con un ragazzo del posto, per poi incrociare Piero, un ingegnere e il suo collega Michele, che si occupa della manutenzione dei lampioni della città. Tante domande per scoprire di cosa si occupa l’uomo (un mestiere tipicamente notturno), cercando di andare anche oltre il lavoro per provare a conoscere la sua personalità, che si intravedono appena, dato che il tempo in cui si intrattiene a parlare con lui è troppo poco.
Le ore cominciano a passare. Dalle 23, orario di partenza, siamo arrivati alle 2. Ovviamente il passaggio da una città all’altra non può avvenire in così poco tempo, ma questa sua scansione è del tutto metaforica e contribuisce a creare il complesso mosaico sociale del popolo della notte. Un’idea che, se la logica esclude, può funzionare ai fini di un racconto televisivo che ambisce a diventare snello.
Stavolta Sottile è a Latina, in una discoteca dove incontra giovani, ma anche adulti (quasi anziani) che addirittura accompagnano i propri nipoti. L’ex mezzobusto del Tg5 stavolta ritorna a Roma, esattamente nel quartiere San Lorenzo. Qui si imbatte in un uomo vestito da tigre che organizza party a luci rosse. I partecipanti indossano dei capi che ricordano degli animali e nel corso dei loro incontri parlano delle loro fantasie e delle loro abitudini sessuali senza pudori. In una seconda fase c’è un vero e proprio avvicinamento fisico che lascia presagire a qualcosa di più.
Sottile assiste interessato (fino a quando non decide di andar via perché imbarazzato), come un aspirante osservatore delle dinamiche sociale, ruolo che finora non ha mai ricoperto e al quale il pubblico italiano non è abituato a vederlo. Sorprende il suo stile a tratti scanzonato, novità rispetto alla sua immagine televisiva veicolata finora.
Si resta nel Lazio, a Borgo Hermada, frazione di Terracina. Sottile incontra dei rappresentanti della comunità sikh: sono tanti gli indiani a vivere in questa zona. Di notte i sikh si ritrovano in un tempio che hanno realizzato all’interno di un capannone e qui pregano in raccoglimento. Dopo si mangia, ed in questa situazione Sottile, che stavolta mostra prevalentemente il suo lato da giornalista, chiede ad alcuni dei presenti come si trovano a vivere in Italia e cosa li ha spinti ad andar via dall’India. La situazione per quasi tutti è complicata: il lavoro è scarso, pagato poco, con tanto sfruttamento e altrettanta fatica per andare avanti.
Sono le 5 e stavolta si ritorna a Roma. Stavolta il giornalista entra all’interno di una grande sala bingo dove incontra alcune signore. “Entriamo alle 9 e usciamo alle 5 della mattina“, dice una di loro. Poi, conosce il direttore del locale, uno spagnolo che spiega quali siano le principali abitudini della gente che viene a giocare nel suo Bingo. “Il 70% dei clienti è costituito da donne“, dichiara. La sala bingo in cui Sottile si trova è stata coinvolta al centro di un’operazione mirata a smantellare un’organizzazione che si occupava di riciclare denaro sporco. In tal senso, il direttore è piuttosto parco di parole.
Sottile vuole capirne di più e così va da un suo informatore, che non si mostra in faccia e spiega come la criminalità ripulisca dei soldi sporchi in queste attività e dia denaro a strozzo a chi proprio in quelle sale spende molti euro con la speranza di vincere. Inoltre, se una sala non rende economicamente e va in difficoltà, spesso sono proprio gli usurai ad impossessarsene. Buon lavoro di inchiesta giornalistica, realizzato in modo rapido dati i tempi corti del format, ma non per questo poco significativo.
Con il ritorno a Bari dal “lampionario” Michele si chiude la prima puntata di Prima dell’alba. Un format nuovo che, almeno in questo primo appuntamento, ha raccontato la notte nelle sue tante sfaccettature, tra lavoro, fatica, passando anche per il divertimento e la trasgressione.
Un resoconto sostanzialmente veritiero della realtà aiutato da una struttura semplice e dal ruolo di un conduttore che si è dimostrato all’altezza del ruolo assegnato, molto diverso da come lo si vede abitualmente in tv. Eccessiva, tuttavia, la velocità con cui si sono state raccontate alcune storie che invece avrebbero meritato una trattazione capace di andare più in profondità.
Prossimo appuntamento lunedì 26 marzo alle 23.10 circa su Rai 3.