Il boss si presenta: “La filosofia della nostra azienda va contro l’industrializzazione. Prima il prodotto deve essere realizzato così come lo desideriamo, poi fissiamo il costo“, dice. L’attività è iniziata nel 1984 come una piccola realtà che oggi fattura circa 13 milioni di euro l’anno. Castelli afferma che la sua attività stava andando bene e che sarebbero stati investiti 7-8 milioni di euro, ma il sisma del 2016 ha scompaginato tutti i programmi. Lui stesso, commosso, ricorda un suo dipendente morto a causa del terremoto. Nell’emergenza ha aiutato la Protezione Civile a fornire generi di prima necessità. La scossa di fine ottobre dello stesso anno ha causato danni alla sua azienda per circa 4 milioni di euro.
Come vi anticipavamo, sono 5 i manager ad entrare in gioco per aiutare il collega a risollevare le sorti della sua azienda. Ognuno di loro sarà un finto apprendista che verrà seguito da un tutor, come prevede la struttura del format.
Il primo ad entrare in scena è Guido Di Stefano, del Maglificio Gran Sasso. Per oggi si chiama Fiorindo e verrà assistito da Franco nell’insaccamento dei salumi. Nessun travestimento per lui, che non apprezza il comportamento del tutor che tende a sorridere beffardamente quando sbaglia e a dargli spesso la colpa di quanto accade. Conoscendolo dopo la giornata di lavoro, l’uomo ricorda con sofferenza il sisma di due anni fa e la morte del suo collega che l’ha segnato profondamente. Al termine della giornata, Di Stefano fa il punto in auto con lo stesso Castelli (anziché con Gabriele Corsi) e gli suggerisce di tenersi stretto il suo dipendente.
Secondo manager: stavolta Federico Lombardo, dell’azienda vinicola Firriato, veste i panni di Lorenzo. Insieme a Mariarita si mette alla prova nell’etichettatura e nel confezionamento degli insaccati. L’imprenditore (anch’egli non camuffato) è piuttosto lento nello svolgere le sue mansioni e glielo fa notare, anche se con gentilezza. Dopo un confronto con la produzione, Mariarita chiede di fargli cambiare compito e così si mette a inscatolare i prodotti. Anche lei ricorda quel maledetto terremoto, che le ha scompaginato la vita. Poco dopo, la morte del padre è stata un altro duro colpo per lei: il genitore è morto per tumore, dopo più di un anno di sofferenze. Lombardo trova la ragazza sensibile e scrupolosa, come riferisce a Castelli.
Giuseppe Di Martino, a.d. dell’omonimo pastificio, deve cimentarsi nello scarico e nella selezione dei prosciutti. Il suo finto nome è Giordano e per l’occasione viene seguito da Andrea. I modi del tutor sono piuttosto ruvidi: la sua pazienza è scarsa e questo comporta numerosi e frequenti rimproveri al finto apprendista. Di Martino cerca di farlo sorridere con qualche battuta, ma non ci sono margini di manovra con il “sergente di ferro”. Ricorda anche lui il sisma, vissuto insieme alla madre e al fratello affetto da sindrome di Down. Ha cercato però di reagire perché vuole continuare a vivere e lavorare lì dove è nato. Di Martino capisce che quella di Andrea è una corazza e che nell’azienda di Castelli c’è “un alto valore umano“.
Eugenio Preatoni, della Catena di Hotel Domina, è alle prese con Paolo che gli spiega come selezionare la carne e pulire i locali in cui viene trattata. Il suo finto nome è Carlo. Anche per lui ci sono difficoltà nel selezionare la carne e così si passa principalmente alle pulizie: qualche dubbio viene espresso da Preatoni sulla quantità di prodotto da usare per tenere sterilizzati i locali. Paolo, nel ricordare l’esperienza del terremoto, accusa la politica e le istituzioni di aver lasciato solo lui e i suoi concittadini nel gestire l’emergenza terremoto. Lui dovrà continuare a pagare il mutuo per la sua casa dopo che verrà dichiarata agibile. Parlando con Castelli, Preatoni loda l’energia e la grinta dell’uomo nell’affrontare le criticità che la vita gli ha posto davanti. Poi, aggiunge che vorrebbe acquistare le merci del collega per utilizzare nelle sue catene alberghiere.
L’ultimo boss in incognito è Bachisio Ledda di Mail Box Express. L’uomo dovrà marchiare a fuoco i prodotti dop insieme al suo tutor Sergio. Anche in questo caso viene lamentata scarsa velocità da parte del presunto apprendista: dal canto suo Ledda non vede di buon occhio il mancato utilizzo dei guanti nella marchiatura. Il rischio per lui è che si possa bruciare le mani; in generale, il manager non è soddisfatto degli insegnamenti impartiti da Sergio perché troppo confusionario. Il dipendente di Castelli ha perso un cugino (e la relativa famiglia) e una zia a causa del terremoto. Da quel giorno ammette di essere cambiato e di non poter essere più quello di prima. Ledda resta colpito dalla storia del ragazzo e dà a Castelli dei consigli sulle cose che non vanno.
Vista la particolarità della puntata, il momento dello svelamento è diverso dal solito: ovviamente il tutor rincontrerà il finto apprendista e non il vero capo della sua azienda, che comunque supervisionerà il tutto. Per loro sarà più facile ricordare i presunti “allievi” dato che nessuno di loro si è camuffato. Si parte con Guido Di Stefano che incontra Franco, facendogli notare le cose che non ha apprezzato. Poi spazio alle lodi e ai premi: per lui in regalo un assegno da 10.000 euro. Per lui anche un video messaggio dalla figlia. Di Stefano rivela di aver parlato con Castelli che ha deciso di intitolare la nuova ala in costruzione ad Andrea, il collega morto a causa del terremoto: gli consegna la targa che verrà affissa una volta che l’edificio sarà pronto per l’inaugurazione.
Mariarita incontra Federico Lombardo. L’imprenditore apprezza la sua precisione nel lavorare, la forza nell’affrontare le avversità della vita. Per darle il giusto riconoscimento le dà in mano un paio di chiavi: sono quelle della sua nuova automobile che il manager ha deciso di regalarle per sostituire quella vecchia con cui abitualmente si reca al lavoro. La ragazza si commuove, ripensando alle belle parole spese dal suo finto apprendista: il pensiero va, per forza di cose, al papà che non c’è più.
Atteso l’incontro tra Giuseppe Di Martino e il “sergente” Andrea: gli dà una camomilla per fargli capire che sul lavoro non bisogna essere aggressivi, soprattutto nei confronti di chi deve imparare il mestiere. Al contempo, il manager ne apprezza la grinta e la sua umanità. In premio per lui un assegno da 10.000 euro che inizialmente Andrea non vuole accettare. Le affettuose parole del manager campano però lo convincono.
Tocca adesso a Bachisio Ledda, che rivede Sergio. Il manager sardo non ha peli sulla lingua e ammonisce l’uomo definendolo “un pessimo insegnante“. Tuttavia, l’imprenditore ne apprezza le doti di forza interiore e di velocità sul lavoro che così controbilanciano le sue pecche professionali. Così, il premio per Sergio è una carta Bancomat con 10.000 euro di credito che potrà utilizzare a suo piacimento.
Chiusura con Eugenio Preatoni che incontra Paolo. Prima la ramanzina per il quantitativo di cloro usato per le pulizie degli ambienti in cui vengono trattate le carni, poi gli encomi. Il manager apprezza soprattutto le sue qualità umane (in particolare la forza d’animo), ma anche la disponibilità all’aiuto dimostrata durante il tutoraggio. Due i regali per lui: il primo è l’estinzione del mutuo. Un pensiero davvero molto commovente per un uomo che si è fatto da solo. Poi, una multiproprietà a Sharm el Sheikh dove trascorrere le sue vacanze.
Termina qui la quinta edizione di Boss in Incognito.