Il primo servizio è incentrato sul furto d’identità su Internet: è stata utilizzata la foto di un ragazzo da altre persone on line e nella rete sono “cascate” quattro ragazze. A loro sono state raccontate storie diverse, per cercare di colpirne i lati più deboli: il nome usato però era lo stesso. Le donne intervistate hanno creduto davvero alla possibilità di un grande amore, anche se non hanno mai visto questa persona in volto. Solo telefonate e messaggi con lui che cercava di creare un rapporto anche con le famiglie delle malcapitate.
Una di loro ha fiutato qualcosa che non andava e alla fine tutto si è scoperto: il finto fidanzato ha illuso circa 10 donne per mesi o anni. Il ragazzo a cui è stata rubata l’identità dice di sapere chi è il fantomatico “Jolen Branko”: si tratterebbe di una cliente del suo negozi, tale Angelica. Rintracciata, quest’ultima dice di essere stata complice di un suo amico, già impegnato e con famiglia. Poi, incalzata dall’uomo a cui ha rubato l’identità, ammette le sue responsabilità. Anche la voce da uomo era la sua: riusciva a camuffarla tramite un’app.
Silvio Schembri nel suo filmato affronta il problema della disabilità. Isabella è madre di Francesco, un ragazzo affetto da sindrome di Down. La donna, residente a Genova, si è trasferita da poco in una casa nuova e ha fatto richiesta al suo Comune per avere diritto un posto auto per disabili. Domande bocciate, però, due volte con motivazioni molto dubbie. Il ragazzo, a causa della sua malattia, ha degli sbalzi d’umore, soprattutto quando si imbatte in cose e persone nuove. Schembri si reca negli uffici competenti per capire come stanno le cose e i dirigenti si impegnano a riproporre il caso alla commissione medica preposta. Al momento, però, non ci sono novità.
“Vivere senza sapere chi ti ha messo al mondo” è il titolo del servizio successivo. Protagoniste alcune donne, intervistate da Cristiano Pasca, che hanno scoperto di essere state adottate, cercando poi i loro genitori naturali. Una legge però proibisce di richiedere informazioni in merito. Una sentenza europea è andata incontro a queste persone, ma la regolamentazione in Italia sembra restare piuttosto lacunosa, un problema che può estendersi sul piano della salute, poiché chi è adottato non può sapere di eventuali malattie o problemi che può ereditare dai genitori naturali. Emozionante la storia di una donna che ha ritrovato la figlia 46 anni dopo la sua nascita: per le leggi vigenti all’epoca non poteva tenerla.
Dopo alcuni anni di silenzio, Sara Tommasi torna in video: la donna ha avuto seri problemi di depressione, culminati anche nel consumo di droga. “Ero un morto che camminava“, dice l’ex showgirl che non ricorda molto del periodo nero che ha vissuto, in cui ha girato anche film pornografici. “Non ce l’ho con nessuno in particolare“, dice, “potevo accorgermi in tempo di quello che stava accadendo“. Il suo problema mentale era la sindrome bipolare, patologia che ha curato attraverso la degenza in ospedale e che tiene sotto controllo con l’assunzione di farmaci specifici. La Tommasi è sempre stata affiancata dalla madre ed ora vive da sola per provare a ricominciare.
Santi Terranova, assessore alla Legalità al comune di Lentini (Siracusa), nei suoi interventi pubblici sottolinea l’importanza del rispetto delle regole per il corretto vivere civile. Il tribunale di Catania, però, lo ha condannato per abusivismo per aver costruito abusivamente (pare 25 anni fa) parte della sua villa in campagna nel comune di Carlentini, con tanto di piscina. “Quanto accaduto eticamente non mi dà fastidio, non mi dimetterò mai“, chiarisce. Il sindaco del Comune dove si trova l’immobile non sa molto della vicenda e pare un po’ svicolare, mettendo alla porta l’inviato. Dall’altra parte, il primo cittadino di Lentini conferma la fiducia e la stima nei confronti del suo assessore. Un giornalista locale spiega che, a Lentini, se si fanno sapere all’opinione pubblica notizie che mettono in discussione l’agire degli amministratori locali, si è bollati come “miserabili”.
Giulio Golia è in cerca di truffatori immobiliari a Milano. La Iena intervista un uomo che ha cercato di vendere il proprio cascinale per 900.000 €. È stato contattato da un potenziale acquirente, il quale ha offerto 160.000 euro in più rispetto al prezzo fissato. Il proprietario dell’immobile, però, avrebbe dovuto consegnargli 25.000 euro in nero. Si è scoperto che il nome del presunto acquirente era fittizio, così come la società per cui affermava di lavorare.
Con l’aiuto di un complice, la Iena smaschera le strategie dell’uomo che lavorava insieme ad un altro socio. Incalzato da Golia, il truffatore tenta di scaricare le colpe sul collega, ma la sua posizione è obiettivamente indifendibile. Di lì a poco viene bloccato dalla Guardia di Finanza, che ferma anche il complice per chiudere il cerchio. La vicenda non si chiude qui: il truffatore, che si chiama Maurizio Uva, chiede e ottiene di incontrare a casa sua Golia: nel corso del faccia a faccia continua a dichiarare di essere incolpevole e che Magni (il complice) sia l’unico responsabile. Per tentare di mostrarsi pulito agli occhi di Golia, confessa che Magni sta lavorando ad un’altra truffa e che lo aiuterà a smascherarlo. Peccato che però di lì a poco sparisca.
Maria Teresa Arcuri, funzionaria dell’Inps, è stata penalizzata perché 8 anni fa chiese trasparenza al suo ente a causa di un trasferimento sospetto del suo capo, la dott.ssa Infante. Voci dicono che quest’ultima non abbia sostenuto il regolare concorso necessario per lavorare nell’ente di previdenza sociale. La Arcuri progressivamente ha visto ridotte le sue mansioni dai suoi responsabili e questa condizione di difficoltà lavorativa, che pare essere a tutti gli effetti un caso di mobbing, le ha causato uno stato depressivo che fatica a superare. Oltretutto, è stata sanzionata dall’Inps per aver parlato con Le Iene.
L’inviata Roberta Rei cerca di fare luce sul caso, ma l’Inps sembra piuttosto reticente a fare chiarezza. Anche il presidente, Tito Boeri, non sembra però aiutarla molto. La giornalista non si dà per vinta e si rivolge all’Anac, parlando direttamente con il suo presidente, Raffaele Cantone. L’ex magistrato afferma di essersi rivolto. a suo tempo, al Ministro della Funzione Pubblica per chiarire la vicenda, ma non si è mosso più nulla. In tal senso, il direttore del Dipartimento di Funzione Pubblica, interrogata sul caso, spiega che ci sono degli “approfondimenti in corso“. Una perizia calligrafica aumenta i sospetti: i risultati del concorso che avrebbe vinto la Infante, riportati a penna, sembrerebbero proprio stati redatti dalla mano della Infante stessa. La situazione è intricata, e la soluzione ancora pare lontana.
La Iena Cordaro è andato a intervistare gli ex naufraghi dell’Isola dei Famosi poco dopo la conclusione del reality, nel dietro le quinte. Fa la domanda e scoppia a ridere: alcuni la prendono bene e vengono contagiati dalla sua “ridarella”, altri un po’ meno. Nadia Rinaldi, ad esempio, si risente molto e, senza troppi fronzoli, lo manda a quel paese andando via molto seccata. La Blasi ne approfitta per lanciare un breve filmato contenuto in “Mai dire Isola” della Gialappa’s Band, di cui stasera andrà in onda l’ultima puntata.
Con Gaetano Pecoraro si parla ancora di truffe, stavolta davvero crudeli. Siamo in un piccolo paese del messinese. Tutto comincia nel 1993, quando il giovane Domenico Pelleriti scompare e probabilmente muore per “lupara bianca” dopo essere stato a lungo seviziato. Per vent’anni, e per pura sete di soldi, il 44enne Francesco Simone, ha fatto credere ai genitori di Pelleriti che il loro figlio fosse ancora vivo, estorcendo loro denaro con motivi vari. Diceva che il figlio era a Roma, ma ovviamente era tutto falso. Per spillare soldi, sosteneva che Francesco era malato e bisognava quindi far fronte a delle spese per curarlo.
Il piano è dell’uomo è andato a monte dopo essere riuscito a farla franca per decenni. Simone, infatti, è stato arrestato per quanto ha commesso dopo la denuncia sporta dalla sua compagna, una donna che tradiva continuamente e a cui deve ancora dei soldi. Lei ha scoperto la truffa e prima della denuncia lo ha accusato di essere un approfittatore. “Più di una volta ho preso il coltello per ucciderlo“, dice a tal proposito l’ex fidanzata che poi aggiunge: “Mi rispondeva dicendomi di farmi i fatti miei“. L’inviato si chiede, giustamente, come sia stato possible che nel paesino nessuno sapesse. In realtà così non, è anzi: alcuni dichiarano che i Pelleriti chiedevano soldi in giro per pagare Simone. Peccato che nessuno abbia denunciato le sue malefatte. Al termine del lungo servizio, l’inviato incontra i genitori della vittima: sono reticenti, negano di conoscere Simone e quindi anche di aver subito estorsioni da lui.
Servizio complesso, bravo Gaetano Pecoraro a usare delicatezza e tatto nell’affrontare un argomento così complicato e doloroso.
Si va oltre confine, in Svizzera. Nel Canton Ticino ci sono numerosi bordelli, perfettamente legali, in cui lavorano molte prostitute italiane. E il numero di connazionali che si spostano per questo motivo in Svizzera è in aumento crescente negli ultimi anni. La Iena Cizco è andata nel paese elvetico per capire il perché di questa tendenza. Pare si guadagni di più rispetto all’Italia, le tasse sono più basse e, soprattutto, le tutele sarebbero molto maggiori. C’è chi guadagna addirittura 6000 euro in 8 giorni di “lavoro”: con questo denaro alcune mantengono i figli, altre pagano l’università. Non mancano le pendolari.
Torino: il 3 giugno del 2017, a piazza San Carlo si scatena l’inferno durante la finale di Champions League Real Madrid-Juventus. La piazza gremita di folla andò in tilt con disordini che portarono addirittura alla morte di una donna. Nei giorni scorsi sono stati arrestati 10 ragazzi di origine magrebina che, per un tentativo di rapina, avrebbero causato il terribile putiferio.
Vedremo cosa succederà dal punto di vista della magistratura, intanto viene riproposto il reportage di Pablo Trincia che racconta cosa successe quella maledetta sera attraverso le testimonianze di chi c’era. Dal suo servizio si scopre che la macchina della sicurezza non funzionò in maniera impeccabile, con diverse falle.
Ancora un servizio mandato in onda in passato: tocca a quello realizzato da Mauro Casciari (che ha lasciato il programma nel 2016), in merito alla misteriosa morte di Stefano Cucchi, avvenuta nel 2009. Questo caso viene paragonato a quello di Giuseppe Uva, scomparso un anno prima e, come Cucchi, vittima di un pestaggio probabilmente avvenuto in una caserma dei Carabinieri di Varese. Nel servizio c’è spazio per un’intervista doppia alle rispettive sorelle che danno la loro versione dei fatti.
Termina qui la puntata. La prossima andrà in onda domenica 22 aprile, alle ore 21:20, sempre su Italia 1.