Lo show si apre con un Crozza-Mattarella che commenta lo stallo politico: “Due mesi nel cesso: io che ho ascoltato tutti, adesso sono solo e abbandonato come il Milite Ignoto. Per Napolitano era facile, lui sì che era un maschio alfa: lanciava moniti, toglieva Berlusconi e metteva Monti, poi metteva Letta. Io invece conto meno di Ivan Zazzaroni a Ballando con le stelle“.
Il comico parte col primo monologo della serata: “Mattarella non vede l’ora che sia lunedì, così fa il mazzo a tutti: ha detto che se non trovano un accordo, poi decide lui. Ha ragione del resto: abbiamo votato a marzo, è maggio. Siamo al palo. E non vi dico dov’è il palo”.
Passando dal “capolavoro di chiarezza” di Renzi da Fazio, la spiegazione di Crozza: “Questo è un governo in cui o aumenta l’Iva o aumenta l’Irpef, e nessuno vuole metterci la faccia”. I 5 Stelle si sono comportati in maniera istituzionale per un po’, ma ora è tornata a galla la loro vera natura: infatti Grillo ha chiesto un referendum sull’euro.
Capitolo Renzi, ancora una volta deciso a spostare “l’ego della bilancia”: è andato a Che Tempo Che Fa, spoilerando due giorni prima quanto sarebbe stato detto in direzione. Come se non bastasse, per giustificare l’umiliazione così inflitta a Martina, si è vantato degli ascolti: Crozza-Renzi passa perciò ad illustrare la curva degli ascolti.
L’unico che in questi giorni non si è pronunciato, è Berlusconi: probabilmente perché non ci ha capito niente. Ecco allora che, nei panni di Berlusconi, il comico mette in scena un leader del centrodestra farneticante: accerchiato da alcuni giornalisti, senza mai rispondere alle domande, si celebra rivisitando famose poesie.
Dopo la pubblicità, secondo monologo: “In questo Paese abbiamo per la cultura, l’atteggiamento che ha Renzi per Cuperlo: sappiamo che esiste, ma che fastidio”.
La riflessione si allarga: i ragazzi tolgono la laurea dal curriculum. Ormai una laurea è come una rapina a mano armata: qualcosa di cui vergognarsi, perché la cultura dà fastidio.E giustamente l’imprenditore si infastidisce: “Che te ne fai di un biologo per consegnare le pizze?”, si domanda Crozza.
Arriva in studio Montezemolo, diventato “presidente dei sigari”: “Si può vivere anche senza essere il presidente di qualcosa?”, chiede alla spalla Zalone. Cioè: “Se devo andare a fare la spesa, non devo essere il presidente di Carrefour? per fare una raccomandata, non devo prima essere il presidente delle Poste?”.
Chissà invece cosa consiglierebbe, a un uomo tanto impegnato come Montezemolo, uno come Corona. Lo scrittore viene immortalato in compagnia di bicchieri di birra e vino, che beve mentre arringa: “Non fatevi fregare dal marketing: fatevi il vostro brand. per farmi questi pantaloni, io mi sono dovuto sedere su una marmotta”. Ancora: “Io non so cosa farmene dei soldi, il mio peggior nemico è il bancomat”.
È ora del Tg3 Linea Notte: Crozza-Mannoni si collega con Crozza-Severgnini, tentando di trovare un punto in comune con l’operaio ospite in studio. Con sua grande sorpresa inoltre, la donna in studio è una sindacalista: non l’artista che dipinge con i capezzoli.
Il problema però è che, secondo predisposizioni, bisogna parlare di lavoro. Quando la sindacalista gli fa notare che c’è stato il primo maggio, lui ribatte: “Ma non è la festa della musica?”.
In collegamento, pure Rampini: in due insieme a “Mannoioni”, non riescono a cantare Bella ciao.
Seduto alla scrivania, uno sprezzante Vittorio Feltri: “Non avendo l’utero, noi uomini lavoriamo di più e quindi guadagniamo di più”. Commenta la decisione di revocare il Nobel per la Letteratura a causa delle molestie: “Noi uomini ricchi eterosessuali del nord siamo una minoranza vituperata. Poi se non le consideri, si lasciano andare”.
La puntata si conclude qui, venerdì prossimo sarà la penultima.