Il viaggio di Rubio parte da Martina Franca, in provincia di Taranto. Il posto ideale per voraci assaggi di affettati insaporiti dal vino cotto e stufati di agnello. Si tratta di involtini preparati con la pancia dell’animale, stufati e cotti per due ore; il retrogusto amaro viene conferito dal lampacione. Che però, precisa il cuoco che Rubio sta quasi per sfidare, è meglio fritto.
Partono inquadrature della bocca di Rubio: le “fauci” dello chef recitano in una sorta di religiosa pornografia dell’assaggio.
Ma non è ancora ora ora di decidere con chi misurarsi: ci si sposta a Cisternino, in provincia di Brindisi. Qui invece, è una carne cotta allo spiedo la protagonista: le “bombette”, cioè “grasso ripieno di grasso, coperto nel grasso”. In totale, come mostra l’infografica, servirebbero 78 minuti di tennis per smaltire il boccone.
Ma è il cosiddetto “Mago” di Fasano, l’uomo che Rubio cerca. Nel suo laboratorio si trovano cibi che ormai non prepara più nessuno: tordi sottovino e testicoli di capra, che in passato fungevano da digestivo afrodisiaco. Una sorta di alchimista del cibo, questo “Mago”. Inutile dire che Rubio ingurgita tutto, sempre immerso nella tipica atmosfera di sfida d’altri tempi: primi piani di sguardi alla Sergio Leone, colonna sonora ad hoc.
Dalla mamma del “Mago” il cuoco impara a preparare le fave con la cicoria di campagna.
Il tour continua fuori dall’oscuro laboratorio, alla scoperta dei ricci di Poseidonia. Intanto, fa da sfondo il sole dei paesaggi pugliesi. La regia sfrutta sapientemente il fascino dell’ex rugbista, puntando su un lento primo piano della sua lingua mentre lecca un riccio di mare. In riva al mare poi, Rubio assaggia anche il coddetto “intrattieni”, ovvero l’aperitivo pugliese di frutti di mare.
Il momento è giunto: stavolta la sfida non sarà ad un piatto, ma ad un “concetto”, cioè quello dell’intrattieni. Con una variante però: non solo mare, anche terra.
Sempre più protagonista carismatico della serie, Rubio non si limita ad andare al mercato: indossa la muta e pesca da solo gambero bianco e cannolicchio.
È scoccata l’ora x: che la vestizione abbia inizio. Colonna sonora d’ordinanza, Rubio indossa le sue armi: non il cinturone da cowboy, ma divisa e grembiule.
E il confronto si chiude proprio con la sua vittoria, nonostante la giuria poco favorevole sulla carta. Lo sfidato infatti, aveva delegato a giudici imparziali i suoi parenti. Ma siccome “parenti serpenti”, il colpo di teatro è servito: l’intrattieni di Rubio viene decretato il più buono.
L’appuntamento è per martedì prossimo, dalle Marche.