Una produzione Rai Fiction, prodotta da Red Film, per la regia di Luigi Perelli e la sceneggiatura firmata da Andrea Purgatori, Laura Ippoliti, Francesca Panzarella, Angelo Pasquini e Vittorino Testa. Protagonista, come di consueto, è Sebastiano Somma nei panni dell’avvocato Tasca, impegnato nella difesa degli ultimi contro inefficienze ed abusi delle istituzioni, contro l’illegalità e l’arbitrio dei singoli. Se l’idea di base resta invariata rispetto ai primi capitoli della fiction, non mancano alcune novità. Oltre a ritrovare Sebastiano Somma, nel ruolo del mitico Rocco Tasca, e Loredana Cannata, nel ruolo della storica collaboratrice Alice Morandi, presente dalla prima serie, ecco una new entry che rientra in Rai dopo un po’ di anni di assenza: Vittoria Belvedere, nella parte del PM Giulia Longo, in prima linea contro la mafia, che dopo aver combattuto la camorra al Sud, arriva a Trieste, dove si svolgono tutte le storie, convinta che le organizzazioni mafiose e camorristiche si stiano infiltrando anche al Nord e nel Triveneto.
Come ha affermato la stessa Belvedere, nel corso della conferenza stampa di presentazione, “Giulia è una donna fredda, determinata sul lavoro, ma in realtà dietro questa sua freddezza c’è una donna molto fragile con dei sentimenti. Sono stata molto contenta di interpretare questo personaggio: il regista Luigi Perelli mi ha molto aiutata, con Sebastiano Somma avevo già lavorato in un’altra fiction, non mi sono, quindi, mai sentita con loro, nonostante lo fossi, una new entry”.
Entusiasta di questa nuova avventura televisiva è il regista Luigi Perelli, innanzitutto perché l’intera fiction, per volere della Rai e per aver voluto utilizzare troupe solo italiane, è stata girata tutta nel nostro bel Paese, in Friuli Venezia Giulia e a Trieste, una città bellissima che ha reso ancora più veritiere le emozioni ed i colpi di scena. “In questo nuovo capitolo abbiamo raccontato tanti elementi, contraddizioni, scandali di questa nostra Italia. Anche stavolta non ci siamo sottratti a quella che è la caratteristica di Un caso di coscienza: la conflittualità tra bene e male, la lotta di Rocco Tasca e dei suoi collaboratori per difendere persone, deboli offesi da entità economiche, finanziarie o criminali che rischiano di distruggerle. La regia o meglio la tecnica registica si è evoluta, le telecamere si sono fatte più leggere e tutto ciò ha consentito di stare più addosso ai personaggi, alle loro azioni, ai diversi tentativi, con più precisione”.
Contenta del suo personaggio veterano anche Loredana Cannata, presente già dalla prima serie. “Non voglio svelare più di tanto, per non sciupare la sorpresa, ma in questa serie il mio personaggio, Alice, subisce un cambiamento, c’è un forte desiderio di maternità e farà, quindi, delle cose inaspettate, folli. Sembra un paradosso perché Alice è sempre stata una donna inquadrata, precisa. Ama il suo lavoro e coniugherà la passione alla professione”.
Ma non poteva mancare la dichiarazione di Sebastiano Somma, protagonista della fiction, nel ruolo del valido avvocato Rocco Tasca. “Rispetto alla prima serie Tasca è cambiato, è cresciuto professionalmente e in 12 anni a farlo maturare sono gli spunti, i casi a cui lavora, la quotidianità della vita che racconta le malefatte di questo Paese. Il segreto di Un caso di coscienza è quello che nel trattare i casi più drammatici non si generalizza, ma si cerca di capire perché una persona arriva a fare qualcosa di tanto terribile. Si cercano di scoprire le motivazioni. Il vero segreto del mio personaggio è l’umanità, elemento mancante quando lavorava in uno studio di avvocati cinici e spietati. Lì ha capito che lui era diverso e si è messo in proprio combattendo da solo le sue battaglie. Si è reso conto della sua umanità. Questa fiction sta andando forte anche in America perché le prime due stagioni sono andate in onda sul network Mhz ottenendo grandi ascolti”.