La trama è quanto mai simgolare e evoca tutta la più classica letteratura cinematografica del genere, a cominciare dal “silenzio degli innocenti”. Protagonista è Will Graham (Hugh Dancy), profiler del F.B.I. talmente in sintonia con i serial-killer a cui da la caccia, da entrare nelle loro menti. Vede le vittime in flashback, avverte i loro desideri, intuisce le loro deviazioni. Ma, col trascorrere del tempo, questa comunione di sensazioni comincia a rovinare la personalità di Will che si sente particolarmente coinvolto in maniera molto negativa.
Per questo, Jack Crawford (Laurence Fishburne), il capo delle Scienze Comportamentali del F.B.I. decide di affiancare al protagonista il “ dottor Hannibal Lecter (interpretato dal danese Mads Mikkelsen), psichiatra con il pallino della buona cucina (solo in seguito si scoprirà che la sua cucina preferita è quella umana). E’ l’inizio di una partita a scacchi tra due mentalità brillanti ma disturbate che avrà conseguenze devastanti.
Bryan Fuller (Heroes, Pushing Daisies, Dead like me), cura l’adattamento in 13 capitoli dei personaggi portati alla luce dal romanzo Red Dragon di Thomas Harris, sorta di prequel de Il Silenzio degli Innocenti. La serie tv è in realtà un prequel del romanzo pubblicato nel 1981. Il libro aveva conosciuto in precedenza due traduzioni cinematografiche: il memorabile Manhunter-Frammenti di un omicidio (1986) diretto da Michael Mann (con William Petersen, futuro protagonista di CSI: Scena del crimine, nei panni di Graham) e l’omonimo e dimenticabile Red Dragon (2002) di Brett Ratner, con Edward Norton e Anthony Hopkins (girato dopo il successo de Il Silenzio degli Innocenti di Jonathan Demme nel 1991). Antecedente alle vicende narrate nella serie tv, risulta il film Hannibal Lecter – Le origini del male (2007), dal romanzo omonimo di Harris incentrato sulla figura di Lecter dagli 8 anni alla prima adolescenza. L’ultimo capitolo della saga è invece Hannibal (2001) di Ridley Scott, ambientato 7 anni dopo le vicende de Il Silenzio degli Innocenti.
Fuller ha spiegato l’originalità dello spunto che caratterizza la serie: “se alla base c’è il principio caro a Hitchcock di far vedere una bomba sotto il tavolo e far tremare gli spettatori in attesa dello scoppio, quella che si instaura tra Hannibal e Graham potremmo definirla una ‘storia d’amore’, due universi che s’incontrano partendo da poli opposti e che finiscono per attrarsi. Non è un caso che Lecter ricordi a Graham di essere più simili di quello che il serial-profiler possa immaginare…”. “La curiosità che emerge – prosegue Fuller – non è tanto nella risoluzione dei casi, quanto nella modalità di coppia che porterà ad essa, scoprendo indagine dopo indagine un tassello di entrambi i protagonisti, i quali si riveleranno ognuno con aspetti sorprendenti tali da non permettere mai la classica etichettatura del Bene e del Male”.
Mads Mikkelsen di Copenhagen, salito alla popolarità quale antagonista di James Bond in Casino Royale (2006) e fresco vincitore quale “miglior attore” al Festival di Cannes 2012 per il film Il Sospetto (nel quale interpreta un presunto pedofilo accusato dalla società prima che dalla legge), è entrato con la sua caratterizzazione nell’olimpo della critica americana, oltre che eletto icona di stile (l’ultimo numero di “GQ” Usa gli ha dedicato un ampio servizio fotografico nelle vesti di neo-dandy). Per la cronaca, non si tratta del suo debutto assoluto in una serie tv: nel 2000 ha partecipato alla serie poliziesca danese Rejseholdet.
David Tennant di Doctor Who è stato contattato in un primo tempo per il ruolo di Hannibal. Originariamente la parte dell’analista di Lecter doveva andare a Angela Lansbury, aka La Signora in giallo; quando l’attrice ha declinato l’offerta per impegni teatrali, la figura di Du Maurier è stata riscritta per Gillian Anderson, abbassandone l’età.
Memorabile il cameo di Lance Henriksen nel telefilm, colui che aveva interpretato il serial-profiler Frank Black in Millennium (1996), anch’egli in grado di “vedere” nelle menti dei serial-killer. Tra le altre guest-stars, sfila Eddie Izzard.
Per le buone forchette del caso, i titoli originali della prima stagione riguardano piatti di portata in lingua francese (Apéritif, Amuse-Bouche, Potage, Oeuf…). La produzione si è avvalsa altresì di un consulente culinario visti i continui richiami sulla buona cucina.
Mads Mikkelsen e Hugh Dancy avevano già lavorato sullo stesso set, nel film King Arthur (2004); leggenda vuole che sia stato proprio Dancy a raccomandare Mikkelsen alla produzione. Le riprese sono avvenute nell’Ontario canadese.
Se Brian Lowry di “Variety” ha commentato che “la serie è una bistecca cotta alla perfezione, al sangue, la più gustosa da assaporare in tv negli ultimi tempi”, Tim Goodman di “Hollywood Reporter” ha sentenziato: “una delle migliori sorprese della stagione, girata con maestria tra le tenebre dell’animo umano con uno stile per niente ortodosso, dove Mikkelsen non ha nulla da invidiare a Hopkins”. Proprio sul confronto con Il Silenzio degli innocenti si è soffermato anche Mike Hale del “New York Times”: “Mikkelsen è così meravigliosamente inespressivo da apparire l’anti-Hopkins”.
Nonostante il realismo di alcune scene, in patria il network generalista NBC – che ha rinnovato la serie per una seconda stagione in cui potrebbe comparire niente popò di meno che David Bowie nei panni dello zio di Hannibal – non ha mai chiesto modifiche alle sceneggiature. Tranne in un caso. Nel quinto episodio un serial-killer “sbuccia” le vittime e le mette in posa da angeli. Le inquadrature dei loro deretani sono apparse offensive ed è stato chiesto alla produzione di coprirli con il…sangue.