Entrambi i canali puntano sul format del reality, alternando quelli importati ad alcune produzioni italiane: il pubblico è di genere, ma di tutte le fasce di età, per cui l’offerta è molto varia.
Per le neo casalinghe disperate che si dibattono tra casa e lavoro, Real Time, canale 31 del digitale terrestre, propone rinnovamenti di guardaroba, ricerche di case, spose di Beverly Hills alle prese con l’abito perfetto, spettacolari torte ricoperte di pasta di zucchero, ore di sofferenza in sala parto e, se non bastasse, anche spazi dedicati a malattie imbarazzanti. Il target maschile, invece, viene letteralmente catturati da abbuffate di cibo, lavorazioni industriali, cacciatori di fantasmi, pescatori in alto mare, circuiti da corsa, aste di valigie perse negli aeroporti e cibi da strada “unti e bisunti”. Il tutto su Dmax.
Chiunque abbia un uomo in casa lo sa: il telecomando va difeso da appropriazioni indebite, altrimenti, basta un attimo di distrazione, e il televisore si ritrova sintonizzato su Dmax. Perché il pubblico del canale 52 del digitale non solo cresce con costanza, ma è anche fedelissimo.
Può perciò capitare di sentire il proprio padre, quasi sessantenne, dire soddisfatto: «Oooh, stasera c’è chef Rubio», così come può capitare di sentire l’amico trentenne raccontare di questa rete interessante che ha scoperto da poco.
Dmax si sta pian piano imponendo come una versione di Real Time al maschile perché la tipologia di format proposti è simile; allo stesso tempo, si può ipotizzare che lo zoccolo di Dmax sia più duro di quello di Real Time, perché le telespettatrici sono abituate a vedere programmi tarati su di loro: i contenitori pomeridiani per esempio, propongono storie di matrimoni, di dimagrimenti, offrono consigli vari su come destreggiarsi in casa, insomma strizzano l’occhio al “factual” di Real Time.
Gli uomini invece al massimo hanno avuto la possibilità, nelle tv generaliste, di vedere vallette seminude, gambe e scollature a profusione, ma sempre in programmi, nelle intenzioni degli autori, destinati a tutta la famiglia.
Con Dmax si è compiuto un ulteriore passaggio: la realizzazione di palinsesti su misura per il pubblico maschile, con contenuti virati sull’adrenalina della sfida, sia che avvenga in un fast-food americano o su un peschereccio. Inoltre c’è l’arricchimento di documentari che insegnan come vengono costruiti alcuni oggetti o come funzionino le catene di montaggio nelle industrie alimentari.
Ideata per un pubblico specifico persino la cucina che, tradizionalmente rivolta ad un target femminile, è diventata uno dei punti di forza del canale: Chef Rubio ne è il personaggio per eccellenza. Certo, non è un cuoco come tutti gli altri: tanto per iniziare, una volta preparato il caciucco fa la scarpetta e non suggerisce il vino dall’aroma di sottobosco da accompagnare al piatto. Poi Rubio è tatuato e ha la stazza da ex rugbista, non come gli chef compunti di tante altre trasmissioni. Tutte queste caratteristiche alternative lo rendono credibile anche al target di pubblico più giovane che riesce a indentificarsi in lui.
Il trend si è ormai consolidato, e non può che crescere: le donne scelgono Real Time, gli uomini Dmax.