Come mai da parecchi anni non fa più televisione? Si sono dimenticati di lei?
“Sembrerebbe di sì. Ma io poi, come dice il buon Di Pietro, con la tv di adesso che ‘ci azzecco’? io sono cresciuto con la Rai, in passato ho fatto dei bellissimi varietà come Dove sta Zazà, Mazzabubù, Quantunque io. Io so fare solo il varietà. Se il suo omonimo, Giancarlo Leone, mi chiamasse, mi convocasse per un nuovo varietà, che pensa che io non accetterei? Sarei felicissimo di tornare in tv. Se si vuole fare un programma di puro intrattenimento io sono qui. Il grande spettacolo non ha epoca. Perché oggi vengono riproposte quelle trasmissioni tipo quella che è finita da poco la sera su Raiuno, Techetechetè, dove molte volte appariva anche il sottoscritto? Perché, secondo me, c’è nostalgia del varietà di una volta. Oggi non ci sono più”.
Rimanendo in tema: che ne pensa della tv di oggi? Quali programma segue?
“Per la verità ho un saltuario rapporto con la televisione. L’accendo quando m’interessa qualcosa. Vedo le partite di calcio, seguo la mia squadra, la Lazio, e trasmissioni culturali tra le quali prediligo Quark. Mi sono reso conto che oggi si va dal programma culturale alla tv trash, tv spazzatura. Manca la fascia di mezzo. Non seguo le trasmissioni giornalistiche, per intenderci Porta a Porta, Matrix, Ballarò, Servizio pubblico, ecc: mi sembra la stessa trasmissione che continua. Cambia solo il divano ed il conduttore. E poi basta con questi politici che litigano in televisione, che vogliono avere ragione. Che si offendono perché vengono interrotti da altri politici che quando hanno parlato loro non sono stati interrotti ed ora sì. I politici sono un po’ fuori della realtà: litigassero di meno in tv e si rendessero conto di come vivono i cittadini, dei problemi reali di questa società. Girassero con le loro macchine e non con le auto blu. Oppure prendessero il tram come qualche volta l’ho preso anch’io. Basta: è ora di cambiare”.
Perché molti attori che fanno tv passano poi al teatro?
“Perché il teatro non ti abbandona mai. E’ come una mamma. La tv è una grande avventura, è una fascinosa amante, che prima ti usa, ti spreme e poi, prima o poi, ti molla. Il bello che il teatro lo puoi fare fino a 90 anni, nessuno ti dice nulla. Il vero attore recita a teatro. Invece la tv si deve perennemente rinnovare. La tv ti da una botta di popolarità, ma poi. Il teatro non morirà mai, è nato secoli fa con l’uomo. E i cinema? Ne vogliamo parlare? Stanno chiudendo, sono obsoleti. Io faccio il tifo per il teatro, è una garanzia”.
Parliamo proprio di teatro, adesso. Del suo spettacolo. Perchè il titolo C’è qualcosa in te che poi è il primo capoverso di una canzone firmata da Gorni Kramer?
“Perché c’è qualche cosa nel teatro che mi intriga, c’è qualche cosa nel personaggio femminile che ho scelto, c’è qualche cosa per la commedia musicale. Sì ho scelto questo titolo perché mi piaceva e poi, giustamente, perché era il primo capoverso della canzone Simpatica che appartiene alla commedia musicale Buonanotte Bettina con Walter Chiari e Delia Scala. Una delle tante della Ditta Garinei & Giovannini. In questo spettacolo non mancheranno motivi che vecchi e giovani conoscono e canticchiano. Ho voluto mettere in scena una storia che fosse una carrellata attraverso la commedia musicale con la C maiuscola, un omaggio a Gorni Kramer, Armando Trovajoli, Renato Rascel, Domenico Modugno. Ma non parliamo di nostalgia, questa è ben altro”.
E’ vero che Walter Chiari e Delia Scala durante le rappresentazioni di Bravo nel 1980 al Sistina vennero a vederla?
“Sì, non me lo potrò mai scordare. Io sono sempre stato un seguace, un estimatore di Walter Chiari, fin da quando la Tv era in bianco e nero. Una volta vennero a vedermi al Sistina e nel camerino Delia Scala, dando una pacca al ginocchio a Walter Chiari, le disse: ‘Enrico è uno di noi, è proprio bravo’. Beh quel complimento valeva più dio un assegno da un miliardo di lire. Fui veramente felice di quell’apprezzamento. Per una persona come me, allora giovane, detto da personaggi così famosi ed affermati non poteva che appagarmi”.
Ma torniamo a questa nuova commedia musicale. Ci spiega la trama?
“Nando è il custode del magazzino dei costumi nel sottopalco di un teatro destinato a diventare un centro commerciale. Un giorno capita al magazzino una ragazza impertinente, un’impunita, come diciamo a Roma, che si chiama Delia. ‘Ah come Delia Scala!’, fa Nando. ‘Delia chi?’ risponde lei, ignorando chi fosse Delia Scala. Nando allora la caccia via. Ma la ragazza agguerrita si documenta e così comincia un rapporto tra Delia e Nando che porterà ad un bel finale. Ci saranno tanti colpi di scena. Ma non voglio anticipare più di tanto per chi ancora non ha visto lo spettacolo.