Su questo ruolo così particolare è stato scritto anche un libro: “la solitudine dell’ala destra“. L’autore Fernando Acitelli raccontava nel 1998 tutti i principali calciatori che, nel tempo hanno ricoperto questo ruolo. Il titolo è significativo e proprio la solitudine di coloro che oggi sono impegnati come ala destra, sarà al centro di Sfide. Ma ci sarà anche un lungo excursus nel passato. Zanardi spiegherà che il giocatore che decide di assumersi questa responsabilità, sa benissimo che non basta la preparazione atletica, ma ci vogliono: personalità e talento, dedizione e spirito di abnegazione.
Sfide presenterà, innanzitutto i protagonisti di oggi, dimostrando che il ruolo è ancora vivo e non accantonato negli annali della storia calcistica. L’ala destra, infatti, sta prepotentemente ritornando alla ribalta,e offre nuove spettacolari performance grazie alla bravura in campo di nuovi fantasisti del pallone: Candreva, Gervinho e Cuadrado. E’ il ritorno di un mito che riprende forma reale. Attraverso storie e testimonianze, quel glorioso numero «7» riprende tutta la sua importanza e vive di rinnovata gloria. Non importa se non compare quasi più sulle maglie dei giocatori che ormai preferiscono tutti la doppia cifra. Ma il fascino di quella maglia, e di quel ruolo è stato ed è irresistibile: basti pensare che anche Cristiano Ronaldo vi ha ceduto: gli inizi della sua carriera sono statai caratterizzati proprio dal quel numero.
Nel corso degli anni qualcosa è cambiato: i calciatori hanno iniziato a caratterizzare la proprie performance in campo in maniera molto personale. I giocatori moderni sono apparsi come schiacciati da personalità che si sono imposte in maniera indelebile, al punto che il ruolo dell’ala destra è sembrato scomparire.
Sfide fa, dunque questa sera, un viaggio all’indietro nel tempo per ricostruire la genesi del numero «7», le sue origini, la sua importanza sul campo e nella squadra, la sua solitudine. Il filo rosso di questo excursus non sarà nostalgico ma significativo della ripresa del ruolo. Si parlerà di Garrincha, autentico fenomeno di quel Brasile di Pelè, di Julinho e si ricorderà Hamrin. Alex Zanardi proporrà, inoltre, l’inarrivabile George Best, talento di grande rilevanza nella storia del calcio, fino ad arrivare al “nostro”, amatissimo, Bruno Conti.
La scorsa settimana, Zanardi aveva raccontato la breve ma intensa carriera di Gigi Meroni. E prima ancora un campione di oggi, Mario Balotelli