Inizia così la storia raccontata: scese la notte su Roma quel 16 ottobre 1943 e scese immediatamente anche sulle altre città, da Firenze a Milano, a Trieste. Era la notte della nostra vergogna, cominciata con le leggi razziste e proseguita con la deportazione ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio. Una macchia nella storia d’Italia a cui più di settanta provvedimenti legislativi non sono riusciti a porre nessun rimedio ( a cominciare dal R. D. Legge n. 9 del 6 gennaio 1944 preso dal governo Badoglio a Brindisi).
Mentre migliaia di ebrei italiani venivano letteralmente strappati dalle loro case con razzie che non avevano nessun riguardo per vecchi e bambini, solo pochi eroi rischiavano tutto per salvare anche soltanto una vita tra queste persone. Gli altri intascavano il premio di cinquemila lire che veniva devoluto a chi denunciava un ebreo. Speciale Tg1 racconta questa tragica e drammatica realtà all’interno di “Portati Via”, di Roberto Olla, rendendo la seconda serata di Rai1, una serata dedicata al ricordo di eventi davvero vergognosi. Eventi che tornano prepotentemente alla ribalta e che non devono essere dimenticati in un periodo nel quale le ombre del razzismo tornano prepotentemente alla ribalta e rischiano di avvelenare una società già duramente provata da tutte le problematiche possibili, da quella economica a quella familiare.
Il documentario che vedremo questa sera è stato realizzato grazie alle testimonianze di Piero Terracina (Roma), Liliana Segre (Milano), e grazie soprattutto a Shlomo Venezia (Zichronò Livrachà – il Suo Ricordo sia di Benedizione) che è scomparso il 1° ottobre 2012 ma che ha lasciato uno straordinario racconto, integrale, di tutto ciò che ha visto e ha vissuto, registrato nei luoghi dove si sono svolti realmente i fatti, da Salonicco ad Auschwitz. Una testimonianza che resterà per sempre con noi.
C’è un appunto, però, da muovere: l’orario della messa in onda di Portati via. Le 23,20 non rappresentano una collocazione idonea per la massima divulgazione di testimonianze essenziali come quelle raccontate da Speciale Tg1. A quell’ora della domenica, il pubblico, tradizionalmente, abbandona il piccolo schermo. Il documentario, invece, andrebbe fatto vedere soprattutto ai giovani, alle generazioni del presente che hanno notizie vaghe sulle persecuzioni razziali e non conoscono a fondo il dramma che iniziò quel 16 ottobre del 1943.