«Siamo tutti ascoltati dal Grande Orecchio» ha detto Vincent Cannistraro, ex capo della Cia in Italia al “Corriere della Sera”. E i fatti di oggi gli danno quanto mai ragione. Cominciamo da quelli più recenti. Nel giugno 2013, l’informatico statunitense Edward Snowden passa files secretati all’inglese “The Guardian”: documentano l’attività di ‘Prism’, un programma di sorveglianza elettronica creato dalla National Security Agency sin dal 2007. Lo scandalo è planetario: scoppia il “Datagate”. Un evento i cui effetti non sono ancora terminati. Come documentano “Le Monde” e altre fonti, sembra che anche le comunicazioni di Francia, Spagna, Italia, Germania e quelle di 35 Capi di Stato (compreso il Papa) siano state spiate.
Quel rapporto che ogni mattina viene consegnato al Presidente degli Stati Uniti dalla Nsa, in qualche modo, era già stato previsto da un telefilm: “Person of Interest”. Ogni singolo cittadino, infatti, è Person of Interest* per la serie evento ideata da J.J. Abrams e Jonathan Nolan. Sulla base del puro sospetto, nel mondo immaginato dal creatore di “Alias”, “Fringe”, “Lost”, “Believe”, la lotta al crimine si combatte controllando tutto e tutti.
Nel 22° episodio (“Niente buone azioni”, tit. or. “No Good Deed”) della prima stagione della serie, Henry Peck (Jacob Pitts) un ex-informatico della Nsa (che ricorda Snowden) viene chiamato a testimoniare dalla polizia e racconta di avere dei forti dubbi sul fatto che l’Agenzia stia controllando una mole incredibile di informazioni sui cittadini americani a soli scopi anti-terroristici. Ma oggi – alla luce di “Datagate” – l’umanità è veramente disposta a rinunciare alla libertà personale per ‘un mondo migliore’? Un quesito al quale prova a dare una risposta anche la serie culto in arrivo su “Top Crime”, proposta a partire dalla prima stagione con un doppio appuntamento in doppio audio, dal 1° novembre, ogni venerdì, in prima serata.
La saga con protagonisti Mr. Finch (Michael Emerson, “Lost”) e John Reese (James Caviezel, “La passione di Cristo” e “The Prisoner”) affronta – arricchendolo di contenuti assai meno fantascientifici – il tema della prevenzione del crimine, già presente nel film (ispirato all’omonimo racconto di Philip K. Dick) “Minority Report”, diretto nel 2002 da Steven Spielberg.
“Person of Interest” – dallo scorso 24 settembre, in onda negli Stati Uniti con la terza stagione – sin dall’esordio è assurto a serie di culto che, scrive Ken Tucker di “Entertainment Weekly”, «viaggia nella zona grigia di una morale spesso ambigua e ambivalente, una scommessa non facile per attrarre audience, ma di indubbio valore qualitativo». Ricordiamo che la qualifica “Person of interest” signica una persona posta sotto indagine che non può essere arrestata per mancanza di prove sufficienti.