Viviamo in un’epoca in cui il must è rappresentato dalla connessione totale 24 ore su 24, per cui anche il più antico e romantico sentimento del mondo si è dovuto adeguare alle nuove tecnologie. Giovani e giovanissimi oramai parlano molto, se non esclusivamente attraverso “la rete” con i propri partner. Ci si mette insieme e ci si lascia anche attraverso un tweet o un messaggio su Facebook: forme di comunicazione che si accompagnano al “messaggino” telefonico. Ragazzini nati nell’epoca internettiana preferiscono dialogare attraverso il web piuttosto che attraverso la viva voce confrontandosi faccia a paccia. “Ti scrivo su Facebook, ci raggiungiamo su Twitter, messaggiamo” sono termini che oramai fanno parte del linguaggio giovanile. Dunque nell’epoca digitalizzata, anche l’amore si è adeguato e corre sul web. Ma spesso gli strumenti stessi del web, chat, forum, social network, vengono utilizzati in maniera distorta: sono infatti veicolo di facili infatuazioni che spesso possono persino diventare pericolose e risultare delle vre e proprie trappole. Federico Taddia cerca di analizzare questa nuova e sempre più attuale realtà. Si chiede: come vivono i ragazzi di oggi questa “digitalkizzazione dei sentimenti“? E, soprattutto, come far fronte ai rischi a cui troppo spesso si va incontro? I fatti di cronaca riportati quasi quotidianamente dai mass media, rappresentano un evidente segnale d’allarme.
In studio con Taddia, ci sono ospiti che cercheranno di dare un contributo su come comportarsi con i ragazzi preda dell’amore digitalizzato. Ci saranno Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta, Michela Marzano, filosofa, e gli studenti dell’Istituto Nitti di Napoli che racconteranno le loro esperienze personali a proposito.
“La relazione amorosa è una relazione in cui hai grandi sogni, progetti e decidi di condividerli con qualcuno. Soddisfa tutte le motivazioni per cui viviamo – dice Pellai – La chat è una bella palestra, ma è importante distinguerla dalla realtà. In una fase preliminare abbassa i freni inibitori, in chat tanta gente prova intimità con sconosciuti, ma la nostra mente è relazionale e si attiva solo con una persona davanti. Il romanticismo – conclude – ha bisogno di privatezza, le chat rendono tutto pubblico, attaccano la caratteristica principale dell’amore, cioè l’intimità”.