Si chiama La farfalla granata il fim tv in una sola puntata trasmesso in prima serata con la regia di Paolo Poeti. Fa parte delle grandi fiction di Rai1. La biografia del ventiquattrenne calciatore è liberamente tratta dal libro La farfalla granata di Nando Dalla Chiesa. Nel ruolo del protagonista c’è l’attore Alessandro Roja che appare anche molto somigliante a Meroni, il razazzo del Torino soprannominato da Gianni Brera “lo zazzerutello di Como” a ricordo delle origini comasche. Nonostante la sua breve esietenza Meroni ha lasciato un ricordo indelebile nella storia del calcio granata e non solo. Arrivò alla squadra del Torino voluto personalmente dall’allenatore Nereo Rocco (interpretato da Francesco Pannofino) che non smetteva di meravigliarsi per la fantasia che aveva nelll’inventare i suoi goal. Meroni, sotto moltisimi aspetti, anticipò l’evoluzione del costume che ci sarebbe stata solo alcuni anni dopo, nel 1968. Già allora portava i capelli lunghi, aveva atteggiamenti trasgressivi, spesso condannati dalla società borghese del tempo che, in particolare, non aveva mai visto di buon occhio la sua relazione con Kriss (Alexandra Dinu), una giovane donna separata con la quale viveva. Un comportamento sicuramente condannabile per la morale del tempo. Ma lui ha difeso strenuamente il suo legame d’amore e più volte era giunto a affermare di essere disposto a rinunciare persino alla carriera pur di poter vivere con la sua donna. Quindi anche nella sua vita sentimentale è in anticipo sui tempi con la sua volontà di sfidare il conformismo e gli ostacoli anche familiari. Perchè anche per i suoi familiari, la sua convivenza era uno scandalo.
Il film tv, pur mettendo in rilievo la grande capacità sportiva dell’atleta con i suoi goal capolavoro capaci di esaltare l’entusiasmo dei tifosi, sofferma la propria attenzione sia su questa storia d’amore, sia sull’originalità della sua vita vissuta con intensità all’insegna di tanti altri interessi e passioni. Lui stesso si definiva una sorta di quinto Beatles per l’estrosità non solo dei capelli lunghi ma dell’abbigliamento e degli atteggiamenti provocatori. Meroni era anche appassionato di pittura. Amo giocare anche con i pennelli: sono le sue parole e quando l’ispirazione chiamava si alzava di notte per dipingere.
L’aspetto fondamentale è stato per me documentarmi in modo da poter rendere completamente la personalità di Meroni, afferma Alessandro Roja. Per far questo ho letto con attenzione il libro di Nando dalla Chiesa e ne ho estrapolato il carattere di Meroni, la sua coerenza i suoi gusti precisi. Certo non è stato facile giocare a calcio, non ho minimamente la sua bravura. Ma mi sono sforzato di comunicare al pubblico tutti i grandi meriti che aveva. Roja conclude: l‘episodio più commovente, durante le riprese, è avvenuto a Torino: un gruppo di signori si è avvicinato a me e mi ha raccontato il proprio rapporto con Gigi Meroni. E con mia grande meraviglia, ho scoperto che Gigi è amatissimo anche dai giovani di oggi. Voglio sottolineare, infine, che la storia d’amore di cui è stato protagonsita è talmente intensa che forse neppure il più bravo sceneggiatore di fiction avrebbe potuto scriverla.