Molti gli ospiti nel salotto di Bruno Vespa: Gianni Cuperlo (PD), Mariastella Gelmini (Forza Italia), Pierferdinando Casini (Presidente della Commissione Esteri del Senato), Riccardo Barenghi (editorialista de La Stampa), Virman Cusenza (direttore de Il Messaggero) e Giovanni Morandi (direttore di Quotidiano Nazionale).
In collegamento inoltre, Mauro Giarrusso, segretario della Commissione Giustizia al Senato del Movimento 5 Stelle.
Il dibattito in realtà, non ha aggiunto niente di nuovo a quanto già sentito nei vari talk show dedicati oggi alla figura di Berlusconi: da un lato chi considera questo voto una persecuzione giudiziaria, dall’altra chi lo ritiene una dimostrazione di democrazia.
Alle prime battute infatti, la Gelmini, ha subito detto che “la decadenza non è l’applicazione di una legge; il Partito Democratico ha scelto di eliminare Berlusconi”, mentre per Giarrusso “abbiamo dimostrato che la legge è uguale per tutti, e questa è una grande prova di democrazia. Se non ci fosse stato il M5S, a quest’ora non parleremmo di decadenza, ma dell’ennesima legge ad personam”. Casini invece, ha preferito l’equilibrismo: “un uomo che esce così dal Senato, impone una riflessione sull’Italia”.
C’è stato inoltre spazio per un breve collegamento con Nunzia di Girolamo.
Il racconto di Vespa ha riproposto spezzoni di questo pomeriggio, mostrando Berlusconi nel suo discorso prima del voto: “nessuno di noi può stare più tranquillo sui suoi diritti, sui suoi beni, sulla sua libertà”. Poco dopo ha aggiunto che ci si può battere anche fuori dal Parlamento, come ad esempio fanno i leader politici più seguiti dai media in questi giorni: Renzi e Grillo.
E’ stato poi toccato il tema della riforma della giustizia, un classico che viene affrontato ogni volta che si parla del Cavaliere. Cuperlo lo definisce un’ “ipoteca sulla nostra democrazia”.
Virman Cusenza mette in evidenza che siamo davanti ad una situazione di sospensione, in cui la politica subisce proprio l’influenza di chi è fuori dal Parlamento, Renzi e Grillo appunto. Il rischio, si dirà più tardi, è che questo sia stato solo “il primo ventennio” perché Berlusconi, dal dietro le quinte, continuerà sicuramente a dettare l’agenda del centrodestra.
Se inizialmente si è discusso di quanto avvenuto in giornata, col passare di minuti Porta a porta ha virato verso l’analisi della figura di Berlusconi. Vespa ha mostrato un estratto dell’intervista rilasciatagli all’indomani della vittoria nelle elezioni del ’94.
Ci aspettavamo anche il famoso contratto con gli italiani, ma non ce n’è stata traccia.
Si è scelto invece di confezionare un servizio dei suoi rapporti con le donne, Veronica e Francesca Pascale: dalla lettera a Repubblica, quella del “ciarpame senza pudore” alla “storia d’amore” con Francesca Pascale, passando per la festa di compleanno di Noemi Letizia.
Un punto fondamentale perché, come si conviene in studio, è proprio il rapporto con le donne che ha devastato la sua immagine pubblica; il riferimento naturalmente è a Kharima El Marough, nota alle cronache come nipote di Mubarak.
Si chiude infine con un filmato piuttosto sbrigativo che spiega come Berlusconi abbia modificato il linguaggio politico utilizzando un lessico semplice, parlando al pubblico in un rapporto da pari a pari e occupandosi di questioni che riguardano la realtà, non l’interno del Palazzo. La retorica è cambiata: fino al 2000, i discorsi erano proiettati sul futuro, mentre dal 2006, di fronte alla delusione del suo stesso elettorato, si è volto al passato, puntando sulla paura e chiedendo un voto contro la sinistra più che verso la destra.
Forse questo utilizzo del linguaggio avrebbe meritato più attenzione; sarebbe stato meglio affrontarlo prima, non alle battute finali.
Porta a porta: ecco lo speciale sulla decadenza di Berlusconi
27 Novembre 2013
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