Il programma stasera chiude con la città di Londra. Ma davvero si può scoprire una città con una vacanza?
“Assolutamente no. C’è tanta gente che torna dalle ferie e dice: ‘Che bella Berlino, come si sta bene, altro che l’Italia. Ci andrei a vivere domani. Barcellona? Un paradiso, ce vorrei abità’. Allora c’è venuta voglia di verificare: siamo andati a vedere come stavano le cose. Ma davvero le case costano poco? Ma davvero il lavoro te lo tirano dietro? Ma davvero tutto è meglio e tutto è più bello?”.
E dalle sue indagini cosa ha scoperto?
“Che tanti giornali scrivono esagerazioni. Che magari certe cose erano vere fino a poco fa, ma adesso si piange anche all’estero. Non solo l’erba del vicino non è sempre più verde, ma a volte è pure sintetica. Noi italiani non ci sappiamo vendere, non sappiamo valorizzare quello che abbiamo. Io abito a Roma: arte, storia, architettura, c’abbiamo er mondo. E’ mai possibile, ad esempio che Berlino, una delle capitali visitate, con una sola porta, quella di Brandeburgo e una piazza, abbia il doppio dei visitatori di Roma? Nun se po’: so’ stato a Berlino, si mangia male, piove sempre, si vestono male, ma come se fa a vivere lì?”.
Ma ha toccato anche delle argomentazioni serie
“Sì, anche largomentazioni di un certo spessore che sono riuscito a sdrammatizzare. Questo programma è piaciuto abbastanza. Certo c’è pure a chi non è piaciuto, ma tutti non possono avere gli stessi gusti. Uno fa un programma perché il pubblico lo gradisca, poi se non piace pazienza. Qualcuno incontrandomi per strada mo ha detto che si aspettava di più da me. Pazienza, non avrò soddisfatto tutta la fascia dei telespettatori. Non voglio essere polemico: però, ad esempio, a me non è piaciuto per niente lo spettacolo che ha fatto in tv Adriano Celentano. Come pure non mi piace il programma Geo & Geo. E allora? Devo dire che è bello?”
Ci siamo addentrati nel mondo della televisione. Come giudica la programmazione nei paesi che ha visitato?
“Da quanto ho visto, ho notato che alcuni programmi erano dei format pari pari a quelli che vediamo su canali Rai e Mediaset. M’è venuto da ridere quando ho visto Forum in tedesco”.
Come mai è tornato in tv dopo tanto teatro? Ha un rapporto discontinuo con il piccolo schermo.
“Perché se la gente ti vede ogni sera in tv, diventi un amico… uno ‘de casa’”.
E non è contento di essere considerato uno di famiglia?
“No perché poi non vengono a teatro e hanno ragione: dicono ‘perché devo pagare un biglietto, per uno che posso vedere a casa ogni sera gratis?’ A me, invece, piace il teatro pieno. Nel nostro ambiente c’è un sacco di gente che si dà arie, ma la verità è che se non c’è la gente che ti segue non sei nessuno”.
Qualche anticipazione della puntata di stasera su Londra?
“Preparatevi a ridere, a Londra ho fatto un corso di bon ton in un castello con una contessa molto singolare”.
Perché ha scelto di fare il comico?
“Perché far ridere è un’emozione unica. E poi non l’ho deciso io: ero così. Io vengo dal bar, che aveva mio padre e quella è stata la mia prima gavetta. Il primo pubblico. E’ lì che ho scoperto d’avere il dono di far ridere la gente. Io lo chiamo così: il Dono”.
Ora sta vivendo un momento molto fortunato: è nelle sale cinematografiche con il film di Giovanni Veronesi, L’ultima ruota del carro. E poi?
“Proprio oggi è nelle sale il film di Natale di Leonardo Pieraccioni, Un fantastico via vai, molto divertente. Io interpreto un collega di Leonardo che lo va a cercare, insieme con Marco Marzocca, quando lui ad un certo punto sparirà. Dal 26 dicembre tornerò al Teatro Brancaccio di Roma con uno spettacolo scritto da me e da Riccardo Graziosi, Combinati per le feste, sui nostri finti problemi”.