Come mai la vediamo così poco in tv, mentre è molto presente a teatro e cinema?
“La televisione è al terzo posto nelle mie preferenze. Non ripudio certamente la tv a priori, al contrario. Ma comunque sono un attore e non faccio tv d’intrattenimento. Non partecipo mai a serate dove bisogna prestarsi a fare gli spiritosi o peggio i pagliacci, per, così dire, “guadagnare la pagnotta”. Preferisco allora dedicarmi a cinema o fiction.
Le avranno pur offerto ruoli, visto che fiction è un genere molto seguito
Sono molto attento a quanto mi viene offerto. Ultimamente mi avevano proposto delle fiction, ma non ho accettato perché i ruoli non mi piacevano. E poi diciamolo: non voglio fare nomi ma nelle fiction lavorano sempre gli stessi attori. Altri meriterebbero più di tanti che imperversano sempre. Tempo fa ero stato contattato da Valsecchi per entrare nel cast della fiction di Canale 5, Benvenuti a tavola. Poi il progetto saltò, non seppi più nulla. Successivamente vedo la stessa fiction proposta a me con Fabrizio Bentivoglio e Giorgio Tirabassi. Il mio rapporto con la tv non è stato mai un granché”.
Quindi, nel suo futuro niente tv?
Fino ad aprile porto in tournèe questa nuova commedia teatrale. Nel frattempo sto vagliando proposte cinematografiche e televisive. Se mi piaceranno, sicuramente torno sul piccolo schermo.
Di che parla, invece la commedia La vita è una cosa meravigliosa?
Per la prima volta affronto temi delicati e di attualità. Si parla di controlli bancari, di finanza, di dichiarazioni dei redditi, di controlli incrociati. Temi che in questo momento sono all’ordine del giorno. Il personaggio che interpreto è Mario Bonocore, un capotreno che all’improvviso viene investito da un grave problema: da controlli bancari e finanziari risalenti al 2009 non risulta in regola. Lui da anni non va più dal suo commercialista perché ha perso la fiducia e, da 11 anni, si fa compilare la dichiarazione dei redditi dalle due sorelle che vede solo in quella occasione: una è un’insegnante e un’altra è vedova. Quando gli arriva questa batosta, chiede aiuto proprio a loro. I risvolti sono tutti da seguire.
Sembra una sorta di protesta contro quello che sta succedendo realmente nel nostro Paese
Lo è. Sìono arrabbiato nei confronti dello Stato che tante volte mette in difficoltà i lavoratori, quelli che pagano le tasse. E magari se sbagliano pagano per tutti. E poi perché questi controlli retroattivi? Per me servono solo a far entrare ulteriori soldi nelle casse dello Stato. Non mettiamo in difficoltà la gente onesta, scoviamo chi realmente non paga le tasse. Io sono convinto che gli evasori si conoscono, ma da noi si chiude sempre un occhio”.
Spesso nelle commedie è regista, autore ed attore. Quale ruolo la stimola di più?
Tutti e tre. Rinunciare a fare l’attore sarebbe molto dura. Anche se purtroppo si perde la libertà perché essendo regista ed autore si ha una grande autonomia di scegliere e creare. L’attore è molto limitato, ovviamente. La scrittura e la regia ti danno, al contrario, la possibilità di dare una linea, un costrutto a quello che fai, di creare la struttura o di dirigerla. Ora come ora mi affascina la scrittura. Quando debutto con una nuova commedia, un nuovo testo, è come se nascesse un bambino e allora stai lì vicino la culla e vedi tutto quello che fa, correggi gli sbagli e testi sera per sera le cose che non vanno. L’emozione sulla scena è grande”.
Un pregio ed un difetto?
Un pregio? Sono molto generoso, altruista. Penso più agli altri che a me, ho un rapporto zero con il denaro e cerco di aiutare le persone. Anche in scena aiuto molto gli altri attori quando recitano: li aiuto, do suggerimenti. E gli attori mi vogliono bene, mi apprezzano. Un difetto? Penso di essere troppo sensibile. Di questi tempi l’estrema sensibilità non porta bene. Dovrebbe essere un pregio ed invece è un difetto. Oggi si corre troppo, non si pensa, si è egoisti con gli altri”.