I giudici: il severo Andrea De Carlo, Taiye Selasi e l’ironico Giancarlo De Cataldo.
Si inizia con Lorenzo Guarino, che ha scritto una storia d’amore tra un ragazzo maori fuggito dalla Nuova Zelanda e Claudia, un architetto ricoverato nella sua stessa clinica. A sentire i giudici, sembrerebbe che il romanzo sia logorroico come il suo autore. Passa.
Promossa anche Alessandra Albertini, che rievoca nella sua opera un momento particolarmente doloroso della sua vita. De Carlo però la mette in guardia: a Masterpiece dice, «stiamo cercando uno scrittore che non abbia un rapporto soltanto con l’esperienza personale, ma con la scrittura».
Pierangelo Consoli, napoletano, ha lasciato il lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Propone un romanzo dai toni hard; la Selasi gli dà del sessista, ma alla fine ce la fa.
Altro tenore invece lo scritto di Juan Manuel Bigi, un’opera che parla di torture: la dittatura argentina dalla prospettiva di chi l’ha vissuta.
Supera il turno anche Raffaella Silvestri che, come Pierangelo Consoli, ha lasciato il lavoro per seguire la sua passione. Questa sera stupiscono tutti questi autori che possono permettersi una simile scelta.
Ce la fa la “triestina impunita” Adriana Di Meglio, che racconta un incontro in chat che evolve in una relazione trasgressiva.
Giampietro Miolati è il primo bocciato della serata, ma è con Francesco Zappardino che finalmente si raggiunge un po’ di sana cattiveria: De Carlo lo bolla come maschilista e distrugge il suo romanzo. Cercheranno anche un romanzo da pubblicare, ma Masterpiece è televisione, e non si può negare che la crudeltà, ben dosata, doni appeal a ogni talent che si rispetti. Finora la puntata era stata piuttosto piatta.
Kristine Maria infine, si ispira a Sophie Kinsella e organizza pellegrinaggi: è si anche per lei.
Dopo una consultazione dei giudici, per Alessandra Albertini, Juan Manuel Bigi e Adriana Di Meglie l’avventura di Masterpiece finisce.
I quattro rimasti dovranno ora cimentarsi nella consueta prova di scrittura “immersiva”: Guarino e Rapino vengono portati all’Animal Show di Cremona, mentre Consoli e Silvestri ai mercati Generali di Torino.
I giudici assegnano quindi le tracce: scrivere in terza persona di un colpo di fulmine alla mostra dei cani; delitto ai mercati generali nel 2063.
Le prime due prove mostrano un livello superiore rispetto a quelle ascoltate nelle puntate precedenti: l’architetto col pettine in tasca capitola davanti alla guida turistica di Chieti, la Rapino.
Le prove di Pierangelo Consoli e Raffaella Silvestri invece sono così scadenti che i giudici decidono di votare davanti a loro: a colpirli in entrambi i casi, è l’assenza del futuro, che invece doveva essere un fattore fondamentale nello svolgimento della prova. Alla fine comunque, tenendo soprattutto conto del romanzo inviato alla redazione, viene scelta la Silvestri.
L’elevatore pitch è con Antonio Pennacchi, premio Strega per Canale Mussolini. La Silvestri presenta il suo romanzo come di formazione e d’amore; la Rapino parla della sua protagonista che si rende conto di far parte di una dimensione meravigliosa come quella della quotidianità.
Lo scrittore non mostra un’espressione particolarmente entusiasta, ed infatti poco dopo nota che in nessuno dei due casi ha intravisto una volontà di aprire una finestra sulla realtà. Il talento invece è fatica: quando scrivi «ti devi sottomettere al tuo talento» dice.
La sesta finalista è Raffaella Silvestri; a febbraio invece verranno ripescati altri 6 concorrenti. Per ora dunque, non rimane che votare i propri preferiti sul sito del programma.