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Questa mattina, alla sede Rai di Viale Mazzini a Roma, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione de Il Cacciatore 2, serie tv che debutterà in prima visione su Rai 2 da mercoledì 19 febbraio alle ore 21.20. .
La serie crime, liberamente ispirata alla vera storia del magistrato Alfonso Sabella – ha brillato anche all’estero ottenendo il prestigioso premio nella categoria Best performer a CanneSéries. Continua il racconto della lotta alla mafia da entrambi i lati del fronte di guerra: i magistrati, ma anche i mafiosi. I cacciatori e le prede.
Il Cacciatore 2, conferenza stampa – le dichiarazioni degli intervenuti
Intervengono alla conferenza stampa: Francesco Montanari, Francesco Foti, Marco Rossetti, Miriam Dalmazio,
Roberto Citran, Francesca Inaudi, Edoardo Pesce, Alessio Praticò, Gaetano Bruno.
Sono inoltre presenti: Tini Andreatta (Direttore Rai Fiction), Ludovico Di Meo (neo Direttore di Rai 2), Rosario Rinaldo (Crossproduction), Davide Marengo (regista)
Apre la conferenza Eleonora Andreatta: “Serie estremamente potente ed innovativa realizzata grazie a successo italiano ed internazionale. Qualità alta. Rai 2 ambisce ad avere linguaggio internazionale della migliore serialità proveniente dall’estero. Innovazione e qualità, è una serie che parte da fatti veri. Ripercorre anni cruciali della guerra tra Stato e mafia. E’ contraddistinta da un profondo scavo psicologico e dall’originalità di personaggi sfaccettati. In questa serie il protagonista è spinto dalla rabbia contro ciò che i mafiosi hanno il coraggio di fare. Gli antagonisti sono raccontati nella loro violenza ed umanità, nella loro terribile ferocia. Uscendo dal genere di mafia questa fiction riporta la verità di cosa sia accaduto davvero. Il cacciatore è una serie in linea con la serialità internazionale che troviamo sulle piattaforme best practice internazionali”.
Interviene Ludovico Di Meo, neodirettore di Rai 2: “Come padrone di casa sono molto contento perchè il Cacciatore riapre la stagione della grande fiction su Rai 2. E’ straordinario perchè io l’ho seguita da spettatore. Ha una serie di meriti, quello prettamente filmico lo riconosciamo tutti, ma quello più grande è il fatto di lasciare accesi riflettori su un periodo drammatico della nostra storia. Sono stati tutti bravi: bravi a scriverlo, bravi a filmarlo…il pathos è forte”.
Rosario Rinaldo, Crossproduction, spiega l’importanza di un prodotto di qualità che rappresenti il made in Italy nel mondo: “Non sono moltissimi i prodotti italiani che circolano nel mondo. Per fortuna Il Cacciatore è tra essi. Sono più di 100 i paesi che hanno acquisito questa serie. Anche l’America Latina, i paesi scandinavi, moltissimi paesi africani. Il Made in Italy circola e racconta il nostro paese al di fuori dei nostri confini. Il punto cruciale di un prodotto di questo genere è il fatto che necessita di un altissimo standard qualitativo. Faccio i complimenti a Rai fiction per l’attenzione e la cura spese per prodotti come questo. La diffusione mondiale è enorme”.
Il Cacciatore 2, la parola al cast della serie
Davide Marengo, regista della serie: “La seconda stagione è il continuo della prima. Riprendiamo la storia esattamente da dove l’abbiamo lasciata. C’è pura continuità con la prima stagione. I nostri sceneggiatori sono di rara grandezza e si sono ispirati alla incredibile vita di Alfonso Sabella, che ci ha sostenuto ed ispirato. Abbiamo lavorato nel rispetto di ciò che è accaduto. Ringrazio per l’opportunità di continuare a fare questo lavoro eccezionale”.
Francesco Montanari, protagonista della serie, ci racconta l’evoluzione del suo personaggio: “Questa è una stagione dolorosa perchè Saverio non è riuscito a mantenere la sua promessa ed entra nell’Inferno, un inferno feroce e sanguinolento di vendetta. Diventa un’ossessione e a farne le spese sono le persone a lui vicine. E’ un toro che vede rosso. Terra bruciata: per mirare alla preda brucerà il bosco. Inizia un profondo processo di solitudine. Ci sono altri fallimenti cocenti ad ossessionarlo. chiedere un perdono a qualcuno che non può dartelo perchè è morto. In questo senso non hai salvezza. Ma ci tengo a dire che Il Cacciatore è anche un prodotto di entertainment”.
Parola agli sceneggiatori:“Copriamo un lasso di tempo più compatto e la serie è più compatta anche strutturalmente. E’ una sorta di partita a scacchi. La caccia diventa più difficile per questo. Questa è la stagione della rabbia, della vendetta, della continua ricerca dell’affermazione personale”.
Continua Silvia Ebreul: “In questa stagione ci siamo concentrati sulla partita a scacchi ed abbiamo avuto la possibilità di raccontare maggiormente il protagonista e gli antagonisti, con una particolare attenzione ai processi di crescita”.
Il Cacciatore 2, conferenza stampa – la storia vista da chi l’ha vissuta
Parla Alfonso Sabella, magistrato, autore e reale protagonista della storia rappresentata da Il Cacciatore: “Ancora oggi mi porto dentro questo dramma. Ho la consapevolezza razionale di aver fatto di tutto per riconsegnare quel bimbo alla sua mamma. L’emotività mi porta però a dire ma, ma, ma…in realtà so perfettamente che è irrazionale tutto questo, però ancora oggi mi porto il dubbio, mi porto questa angoscia. Saverio Barone in questa stagione è più simile psicologicamente a come ero io allora. Questa storia racconta una stagione di successi del nostro paese. Se ai tempi avessimo avuto gli strumenti che abbiamo oggi, forse le cose sarebbero andate diversamente e a questo tavolo ci sarebbero nonno Paolo e nonno Giovanni a raccontarci questa storia”.
Il Cacciatore 2 – gli interpreti raccontano la serie
Alessio Praticò ci racconta le novità della trama: “C’è stato un bel lavoro di squadra. Per quanto riguarda il mio personaggio, raccontarne l’umanità va ad accentuarne la crudeltà delle azioni. La macchinazione dei due fratelli per comunicare in maniera nascosta durante i processi è un linguaggio parallelo studiato a tavolino ed è una vicenda reale”.
Francesco Foti racconta il destino del suo personaggio: “C’è questa grossa promessa che Mazza ha fatto alla sua famiglia, cioè lasciare la missione una volta che avrà arrestato anche il secondo mandante dell’omicidio di Falcone. Questo è un cruccio clamoroso che si porta per tutta la stagione, un peso fortissimo. Catturarlo significherebbe affrontare una situazione che lo angoscia, ha un impegno con il suo lavoro che ama quanto la sua famiglia. Mazza ha un confronto continuo con i suoi pesi”.
Il Cacciatore 2 – le domande dei giornalisti
Dalla Sala iniziano le domande: “Il magistrato protagonista sembra un pazzo. In magistratura nessuno vorrebbe averlo come collega. Quanto è stato forzato il personaggio?”
Risponde Sabella: “E’ stato forzato nella misura in cui non ero così. Il personaggio di Saverio è caricato, ma io ero comunque molto presente sul territorio insieme alle forze di Polizia. La sinergia è stata l’arma vincente perchè ha permesso di avere il polso della situazione e di agire in tempo reale. Ad Ostia ho perso, è stata una sconfitta chiara, ma ho avuto solo quattro mesi di tempo. A Palermo ne ho avuti sette. Se ci dovesse essere la terza serie de Il Cacciatore, un pezzo di quella storia sarà raccontata” – risponde Sabella.
Paolo Scotti chiede se ci sarà una terza serie e quanto farà ricorso ai libri o a materiale originale:
Risponde Andreatta: “Stiamo lavorando alla scrittura di una ipotetica terza serie basata sui libri di Sabella. E’ logico che è una trama sfidante, più complessa, per il percorso psicologico dei personaggi, ma è un materiale promettente. Aspettiamo di vedere che riscontro avrà la seconda stagione”.
A Montanari viene chiesto quale è il suo approccio al personaggio. “Non facciamo biopic, questa non è la storia di Sabella è una storia ispirata ai suoi libri e quindi c’è un elemento di finzione. Io, Saverio Barone, sono molto più str***o di Alfonso Sabella. Per me la sceneggiatura diventa una Bibbia. Con gli autori si decide una linea emotiva e la perseguo. Il fallimento è la chiave di questa stagione, l’ossessione del personaggio, Saverio Barone non riesce più ad essere Saverio Barone, cambia pelle. E’ una serie ‘serpentina'”. Credo che la forza de Il Cacciatore sia il fatto che la serie è archetipo, mentre la fiction è stereotipo. Nella serie c’è esperienza umana, fatta di personaggi fallibili con il quale il pubblico empatizza” – risponde l’attore.
In platea sono presenti altri membri del cast, che vengono presentati ed applauditi.