Indice dei contenuti
- 1 Permette? Alberto Sordi, conferenza stampa – le dichiarazioni degli intervenuti
- 2 Permette? Alberto Sordi, parla il regista – Luca Manfredi
- 3 Permette? Alberto Sordi, Edoardo Pesce e Dido Castelli
- 4 Permette? Alberto Sordi, Giussani racconta il suo rapporto con Sordi
- 5 Permette? Alberto Sordi, conferenza stampa – domande dalla sala
Permette? Alberto Sordi, conferenza stampa. Questa mattina, alla sede Rai di Viale Mazzini a Roma, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione de Permette? Alberto Sordi. Il film tv debutterà in prima visione su Rai 1 prossimamente.
Un tv movie per celebrare il grande Alberto Sordi nel centenario della nascita. Ripercorreremo la vita del celebre attore: gli esordi, le amicizie, gli amori, gli anni del debutto nel mondo dello spettacolo.
Nel cast: Edoardo Pesce, Pia Lanciotti, Alberto Paradossi, Paola Tiziana Cruciani, Luisa Ricci, Michela Giraud, Paolo Giangrasso, Giorgio Colangeli, Martina Galletta, Francesco Foti, Sara Cardinaletti, Lillo Petrolo
Permette? Alberto Sordi, conferenza stampa – le dichiarazioni degli intervenuti
Intervengono alla conferenza stampa: Fabrizio Zappi, Sergio Giussani, Dido Castelli, Edoardo Pesce, Luca Manfredi
Fabrizio Zappi interviene a nome di Rai Fiction: “Amiamo Alberto Sordi e l’amore era reciproco tanto che nel Marzo del 1979 il secondo canale della Rai mandò in onda la trasmissione televisiva ‘Storia di un Italiano’ e Alberto Sordi disse che solo la televisione poteva permettergli di raccontare la propria vita ai nipoti. Quando ci fu proposta l’idea di realizzare un film omaggio a questo attore rimanemmo intimiditi ed intimoriti perchè ci chiedemmo come avremmo potuto restituire l’immensità del talento di Sordi sul piccolo schermo. Ci fecero vedere il provino e rimanemmo sorpresi, stupiti ed emozionati perchè sullo schermo c’era Edoardo Pesce che riusciva a restituire le caratteristiche proprie di Alberto Sordi. Sordi era un geniale osservatore della realtà, riusciva a scoprire virtù e vizi di chi lo circondava ed aveva la capacità di estrarre caratteristiche comiche e grottesche dalle persone. Era un genio assoluto, che spesso rischiò però di rimanere confinato al ruolo di doppiatore per le sue caratteristiche fisiche, per quello che lui chiamava il ‘faccione’. Raccontiamo le porte sbattute in faccia e la sua tenacia nel superare questi ostacoli”.
Permette? Alberto Sordi, parla il regista – Luca Manfredi
Luca Manfredi ha diretto questo tv movie: “Abbiamo voluto fare con la Rai questo affettuoso omaggio raccontando la fase giovanile della sua carriera artistica. Sordi, come mio padre, è parte del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese. Che rischia però di essere perso. Quando ho scelto di realizzare questo film era questo l’obiettivo: non far dimenticare. Un recente sondaggio ha chiesto ai giovani chi era il ‘celebre Albertone’ e molti di loro hanno risposto ‘uno sciatore’, probabilmente pensando a Tomba. Ecco ritengo sia compito del servizio pubblico preservare la memoria di personaggi di questo calibro, per ricordarli, per far conoscere come erano nel privato e per mostrare le difficoltà affrontate per diventare i personaggi che abbiamo conosciuto. Mi fa piacere che Rai Fiction si esponga per omaggiare questi personaggi importanti. Ho conosciuto personalmente Alberto e ho riportato alcune caratteristiche personali nel personaggio. Alberto ogni tanto veniva per lavorare con mio padre. Una volta a pranzo, seduto a tavola con tutti noi, disse a mio padre: ‘Ammazza che bella famiglia che c’hai’ e papà gli domandò quando aveva intenzione di mettere su famiglia. Lui rispose con la frase ormai celebre: ‘Che me metto un’estranea dentro casa?’. Era un uomo un po’ ripiegato su se stesso e si è circondato della sua famiglia. Non abbiamo cercato una somiglianza estrema, è stato un lavoro più di interpretazione. Alla fine Edoardo era Sordi. Ho capito quanto Sordi c’era in lui”.
Permette? Alberto Sordi, Edoardo Pesce e Dido Castelli
Edoardo Pesce parla della sua interpretazione: “Quando Luca mi ha fatto chiamare ho detto ‘Va bene, Sordi chi lo fa?’. Lui aveva visto qualcosa. Il provino è stato fatto come non se ne fanno spesso, abbiamo lavorato 8 ore quasi fosse un set, e quando ho visto il risultato ho detto ‘Vedi, forse ho qualcosa che lo richiama’. Abbiamo lavorato insieme sul tarare il personaggio. Spero non ci sia niente di pretenzioso. Non mi sono documentato troppo, mi è bastato il Sordi che conoscevo fino a quel momento. Vengo da una famiglia romana, c’era a casa il parlare romano, come fa Sordi, quella romanità anche un po’ nobile.
Dido Castelli ne ha curato la sceneggiatura: “Abbiamo provato ad entrare nel privato di Sordi, anche se era molto riservato. Avevamo delle testimonianze dirette perchè Luca l’aveva conosciuto. Quello che mi ha colpito di più e sorpreso è che l’immagine che abbiamo di Sordi è poi anche una maschera della romanità cinica, ma in realtà in questo film è venuto fuori quasi a nostra insaputa un Sordi che ha accesso alla tenerezza. Viene fuori soprattutto nel rapporto con i familiari, nelle pagine di sconfitta subite all’inizio. La sua reazione non è spavalda, è tenace, ma emerge anche un Sordi tenero. Per me è stata una sorpresa, non me l’aspettavo”.
Permette? Alberto Sordi, Giussani racconta il suo rapporto con Sordi
Sergio Giussani racconta il suo rapporto con Sordi: “Non è stato facile trovare chi potesse interpretare Sordi. E’ stato Luca Manfredi a consigliare Edoardo Pesce e la prima volta che ci siamo incontrati ho visto questi occhi celesti uguali a quelli di Alberto. Ho conosciuto Sordi nel 1972 mentre facevamo un film, successivamente si è creato un rapporto umano e professionale. Conoscevo bene la famiglia e conoscevo bene lui. Ho avuto la fortuna di aver vissuto con lui la sua vita. Abbiamo raccontato l’uomo, la persona, non l’attore. Non potete immaginare il bene che Sordi ha fatto a tutto e a tutti, un pezzo è ancora evidente: il Campus Biomedico di Roma. Ha finanziato orfanotrofi, ospizi per anziani, moltissime iniziative. Aveva voglia di aiutare i meno abbienti, aveva un grande amore. Non è stato facile trovare una schiera di attori uno più bravo dell’altro. Più soddisfatto di così non potrei. Sono felice del risultato ottenuto e sono felice che il film verrà trasmesso il giorno del natale di Roma”.
Viene presentato il resto del cast presente in sala.
Permette? Alberto Sordi, conferenza stampa – domande dalla sala
Dalla sala ci si interroga come mai non sia stato scelto un attore più giovane per interpretare Sordi diciottenne, ma sia stato affidato anche quel segmento della storia ad Edoardo Pesce.
“Un ventenne dell’epoca ne dimostrava dieci di più. Era una generazione diversa. La stessa cosa l’ho fatta anche con Elio Germano nei panni di mio padre. Ho preferito scegliere un attore che abbracciasse tutto l’arco di vita raccontato. C’è chi preferisce spezzare con due o tre attori, io ho preferito così” – risponde Manfredi.
Viene chiesto a Pesce come ha vissuto questa esperienza. “Si è creata una magia. Sono riuscito ad immaginare un Sordi privato, che io non ho vissuto. Ho lavorato di fantasia, ho cercato di avere un’idea astratta di questo personaggio. Avevo molte insicurezze, remore. Quando ero solo in camerino ho sentito una vicinanza, una sorta di protezione, forse l’ho messo un po’ in una posizione paterna. E’ una cosa sentimentale mia, mi sono affezionato. Ho portato i fiori sulla sua tomba chiedendogli di darmi una mano” – risponde.